Cura anticellulite, vicentina di 38 anni
resta ustionata dalla liposuzione "freeze"

Lunedì 6 Agosto 2012 di Bruno De Donà
I danni provocati dal lipofreeze alla 38enne (foto Gazzettino)
TREVISO - Si sottoposta ad un trattamento di "lipofreeze" per la cellulite ovvero alla riduzione delle cellule adipose addominali tramite il freddo: ora è alle prese con ustioni di secondo grado. Una gran brutta esperienza quella di una professionista 38enne vicentina, invogliata da un’accattivante presentazione su internet e riviste del metodo che, con l’abbassamento della temperatura, assicura la progressiva frantumazione della cellulite senza danneggiare nè la cute nè i tessuti circostanti.



Convinta dalla proposta, la donna si è rivolta al centro estetico di Treviso, sottoponendosi ad una seduta. Sessanta minuti al costo di 500 euro come anticipo della spesa complessiva di duemila euro, prevista per l’intero trattamento. «L’estetista - spiega la donna - mi aveva avvertito della possibilità di un indolenzimento e di eritema. Ma a distanza di circa mezz’ora dal trattamento ho avvertito un progressivo ed intenso bruciore all’addome. La parte interessata appariva arrossata, tumefatta con l’evidenziarsi di vescicole purulente e sanguinanti. La notte poi l’ho trascorsa in bianco tra forti dolori e febbre».



Passati due giorni, il problema era tutt’altro che risolto. Anzi persistevano i dolori e le piaghe, che si facevano particolarmente dolorose, e a nulla erano servite le applicazioni di creme antibiotiche prescritte dal medico curante. Frattanto, mentre continuava ad esserle impossibile chiudere occhio durante la notte, la donna ha avuto altre brutte sorprese: le pustole erano scoppiate e sull’addome si erano formati due "buchi".



Disperata per quanto le stava accadendo, la 38enne ha contattato l'azienda produttrice del macchinario, dalla quale ha ricevuto l’invito a rivolgersi all’estetista che aveva eseguito il trattamento. «La titolare del centro estetico mi è apparsa prima stupita e poi affranta per l’accaduto. Quindi, assieme, abbiamo telefonato al medico della ditta, che ha confermato come possa succedere che il trattamento causi simili effetti. Ed eccomi con ustioni di secondo grado, dolori fortissimi ed un’estate da trascorrere lontano dal sole nel timore che possa peggiorare la situazione. E come se non bastasse mi si profila la possibilità di dovermi portare addosso cicatrici permanenti».



La vicenda non finirà qua. «Sono intenzionata a fare denuncia. Non ce l’ho tanto con l’estetista, ma con la ditta produttrice del macchinario, che su di me ha avuto l’effetto di una bomba a mano».
Ultimo aggiornamento: 7 Agosto, 18:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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