Una sala della biblioteca intitolata a Cristina Pavesi, la zia: "Ora mi sento pacificata"

Lunedì 22 Marzo 2021 di Elena Filini
Cristina Pavesi, la studentessa 22enne che nel 1990 morì per l'esplosione di un ordigno piazzato dalla Mala del Brenta sulla linea ferroviaria Padova-Treviso

"Ora mi sento pacificata".

Michela Pavesi, zia di Cristina, oggi sorride. "L'intitolazione di una sala della biblioteca è il miglior omaggio che si potesse fare alla sua memoria. Dopo anni per noi è una grande vittoria". Sabato l'aula di lettura della biblioteca Zanzotto è stata titolata alla studentessa 22 enne che, nel 1990, ha perso la vita mentre rientrava dall'Università a causa di un ordigno piazzato dalla Mala del Brenta lungo la linea ferroviaria Padova-Treviso. Per decenni la zia Michela ha voluto che Cristina non fosse solo l'ennesimo caso di cronaca nera. E 31 anni dopo, Treviso rende memoria alla giovane universitaria caduta nell'attentato. "E' stato davvero emozionante - ribadisce Michela, che da subito ha voluto farsi carico della battaglia del ricordo - le parole sia del sindaco Mario Conte e le parole del Prefetto sono state molto toccanti. Li ho davvero sentiti vicini al nostro dolore".

Michela Pavesi era accompagnata dal fratello Enrico, il terzogenito. "La cosa che mi è piaciuta più di tutto è che sulla targa di intitolazione, semplice ed efficace, e si parla finalmente di Mafia del Brenta e non di Mala. Ritengo che moltissimi degli uomini di Maniero non avessero contezza della complessità del disegno. Si sentivano criminali comuni. Ma Maniero che reggeva le fila, era a capo di un'associazione mafiosa vera e propria" . Michela pronuncia parole di sollievo dopo anni di lotte durissime. "Un'altra cosa che mi ha veramente commosso, è stata messa davanti alla sala di lettura della biblioteca intitolata a Zanzotto e lì è andato anche a studiare mio nipote Ettore il figlio di Enrico. Io l'ho vissuta come una continuità della nostra famiglia. Ettore è nato nel 1992, dopo la morte di Cristina, non ha conosciuto sua cugina. Qui alla biblioteca di Treviso ha preparato i suoi esami di laurea. E' bello sapere che in quella sala andranno tanti giovani studenti come Cristina, e come Ettore. Così davvero il suo spirito potrà rivivere. Da tanto male può nascere anche qualcosa d'importante".

La titolazione dell'aula si iscrive nella XXVI Giornata della Memoria e dell’impegno in Ricordo delle vittime delle Mafie, promossa dal coordinamento Provinciale di Avviso Pubblico, associazione che mette in rete gli enti Locali contro le Mafie Fra questi, oltre al Comune di Treviso, Montebelluna, Carbonera, Zero Branco, Preganziol, Monastier, Casier e Mogliano Veneto. Dal 1996, di norma nel primo giorno di primavera, vengono ricordate le vittime innocenti delle mafie, dalla fine dell’ Ottocento a oggi, di cui si è riusciti a ricostruire la storia. Nel 2017 la Giornata della Memoria e del Ricordo è stata riconosciuta da una legge dello stato. L’evento, trasmesso in streaming, ha visto l’intitolazione di un’aula studio della Biblioteca comunale a Cristina Pavesi, vittima della Mafia del Brenta. Hanno partecipato alla cerimonia di intitolazione e ricordo delle vittime di Mafia il Prefetto Maria Rosaria Laganà, il sindaco di Treviso Mario Conte, la Coordinatrice provinciale di Avviso Pubblico Stefania Carrer e il rappresentante del Presidio di Libera Simone Binotto. I nomi delle vittime di Mafia sono stati letti dai ragazzi delle scuole trevigiane, dal sindaco di Treviso, dal Prefetto, dal Presidente del Consiglio Comunale Giancarlo Iannicelli e in collegamento da Gloria Tessarolo (assessore del Comune di Treviso), Maurizio Franco (consigliere comunale di Treviso), Paola Moro (sindaco di Monastier), Paolo Galeano (sindaco di Preganziol), Roberto Zanardo (Consigliere comunale di Mogliano Veneto), Antonio Romeo (assessore del Comune di Montebelluna), Maria Grazia Tonon (Avviso Pubblico). "Spero che d'ora in avanti chi mette piede in questo luogo si chieda chi fosse Cristina Pavesi. Mia nipote resterà giovane in eterno. E' mancata a 22 anni, qui respira la sua voglia di futuro. E Treviso ha saputo finalmente dare un luogo e un senso ad una storia a cui, all'inizio, non importava nulla a nessuno".

Ultimo aggiornamento: 07:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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