Troppi locali in crisi e boom anomalo di nuove ditte, vertice sull'allarme infiltrazioni

Venerdì 23 Aprile 2021 di Mattia Zanardo
La Prefettura di Treviso

TREVISO La pandemia economica continua a preoccupare tanto quanto quella sanitaria. Anzi, sul fronte del sistema imprenditoriale la prossima fase rischia di rivelarsi ancora più delicata. Da un lato, molte piccole aziende, fiaccate dai lunghi mesi di chiusura e di attività a singhiozzo, potrebbero faticare a ripartire e cedere alla tentazione di chi offre capitali poco trasparenti. Dall'altro, il prossimo arrivo sul territorio delle ingenti risorse messe a disposizione dal Piano di ripresa e resilienza, potrebbe attirare appetiti poco leciti. Proprio il pericolo di infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto produttivo locale è stato al centro della nuova riunione promossa ieri mattina dal prefetto Maria Rosaria Laganà sulle ricadute economiche e sociali dell'emergenza Covid nella Marca: collegati in video conferenza, oltre ai vertici provinciali della forze dell'ordine, i rappresentanti dei Comitati dei sindaci dei distretti trevigiani, il presidente dell'Anci Veneto (nonché primo cittadino del capoluogo) Mario Conte, quello della Camera di Commercio, il direttore della Banca d'Italia e, soprattutto gli esponenti delle associazioni imprenditoriali, dei sindacati, degli Ordini professionali. 


SEGNALI INQUIETANTI

Si scorgono alcuni segnali da non sottovalutare. Il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Francesco De Giacomo, ad esempio, ha evidenziato come, da marzo 2020 a gennaio 2021, nel Trevigiano, tra ditte individuali e società, siano state costituite circa 4.800 nuove realtà. Un numero molto elevato, piuttosto anomalo, ha rilevato l'ufficiale delle Fiamme Gialle, «in momenti di recessione dell'economia, quando la logica vorrebbe l'esatto contrario».

E l'anomalia diventa ancora più evidente, come ha ricordato ancora il comandante, se si considera che tra i titolari o i soci di queste aziende, figurano 147 persone con precedenti di polizia per reati di competenza della Direzione Distrettuale Antimafia. Insomma, occorrerà accertare se alcune di queste neo-imprese non siano state create al solo scopo di intercettare finanziamenti agevolati e altri aiuti messi in campo per fronteggiare la crisi, sottraendoli all'economia sana. 


SOTTO LA LENTE

Così come, nelle prossime settimane, andranno monitorati gli eventuali cambiamenti di oggetto sociale e settore di competenza da parte di realtà produttive, per spostarsi nei comparti indicati come prioritari dal Piano di ripresa governativo (e, di conseguenza, destinatari dei maggiori fondi). Non da ora, l'attenzione della Prefettura sul tema è massima e i controlli delle forze di polizia saranno ancora più serrati.


LAVORO DI SQUADRA

Ma anche le organizzazioni di categoria sono state sollecitate a sensibilizzare i propri associati, per individuare tempestivamente ogni iniziativa sospetta. «In questo senso -, è stato ribadito -, è essenziale il ruolo del sistema bancario per favorire l'accesso al credito legale». Tra i settori più esposti ad acquisizioni da parte della criminalità organizzata, interessata a reinvestire gli ingenti proventi illeciti, ci sono ovviamente ristorazione e pubblici esercizi, turismo, commercio: «Perché sono le imprese più in difficoltà, ma, in questo momento, anche quelle appetibili sul mercato», ha rimarcato Federico Capraro, presidente di Ascom Confcommercio Treviso. «Serve un passo ulteriore nella prevenzione da parte di tutti gli attori del territorio», concordano anche i segretari generale di Cisl Belluno Treviso e Cgil Treviso, Massimiliano Paglini e Mauro Visentin. E il primo passo va nella direzione di una maggior condivisione di informazioni e banche dati. 
 

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