Il crac Veneto Banca ha frenato i processi del Tribunale di Treviso: «Tremila i pendenti»

Domenica 29 Gennaio 2023 di Giuliano Pavan
Il crac Veneto Banca ha frenato i processi del Tribunale di Treviso

Il processo, o meglio, i processi relativi al crac di Veneto Banca hanno mandato in tilt il settore penale del tribunale di Treviso. Lo avevano più volte sottolineato sia i sostituti procuratori Massimo De Bortoli e Gabriella Cama, titolari dei fascicoli d’indagine, sia l’ex procuratore Michele Dalla Costa che l’attuale Marco Martani: la cronica carenza d’organico, a fronte di procedimenti così lunghi e complessi, avrebbe comportato un fisiologico rallentamento della domanda di giustizia, tra rinvii e durata dei processi. Ora, a metterlo nero su bianco, sono anche il presidente della Corte d’appello di Venezia, Carlo Citterio, e il procuratore generale Federico Prato nella relazione presentata all’inaugurazione dell’anno giudiziario. 

Il settore penale

A parlare sono i numeri. Se già i quattro mesi di blocco delle attività a causa del Covid, dal 9 marzo al 31 luglio 2020, avevano portato a un rallentamento sulla definizione dei procedimenti, le udienze per il crac di Veneto Banca hanno invertito la spirale positiva che si era innestata sul fronte dello smaltimento degli arretrati. Le pendenze, al 30 giugno 2022, sono pressoché invariate: in totale sono 3.154, di poco inferiori alle 3.184 dell’anno precedente. Diverso il discorso nella sezione Gip/Gup dove le pendenze sono salite da 6.389 a 7.721, con 5.441 procedimenti definiti nel 2021/2022 contro i 6.617 del 2020/2021. A pesare sull’ufficio anche l’aumento dei “codici rossi”: 280 le misure emesse nel periodo di riferimento, che per la quasi totalità si sono tradotte in misure cautelari e procedimenti con rito immediato (molti dei quali poi definiti in abbreviato). Va sottolineato, però, che il lavoro dei magistrati a dibattimento è stato eccellente, visto che il numero di procedimento definiti rispetto agli anni precedenti è aumentato: 77 al collegiale nel 2021/2022 contro i 73 del 2020/2021, 1.311 al monocratico nel 2021/2022 contro i 1.069 del 2020/2021. Segno che proprio la trattazione del caso Veneto Banca ha portato a un disequilibrio generale. Lo si evince dall’aumento della durata media dei procedimenti: l’attesa per una sentenza collegiale è passata da 772 a 798 giorni, per una sentenza monocratica da 499 a 628 giorni, e per una davanti al Gip/Gup da 298 a 302 giorni.

Il settore civile

Per quanto riguarda il settore civile, la riorganizzazione interne dell’ufficio, con l’adozione delle udienze con modalità cartolari o con collegamento da remoto, ha dato i suoi frutti. Il 30 giugno 2021 i procedimenti pendenti avevano toccato quota 5.260, mentre dodici mesi più tardi sono scesi a 4.757, con un dato di procedimenti definiti pari a 4.868. Sono state 561 le cause in materia di famiglia nel 2021/2022 contro le 496 del 2020/2021, le negoziazioni assistite depositate in Procura sono state 61 contro 64 (37 nel 2019/2020), mentre i divorzi e le separazioni sono scesi da 891 e 740. Dati in linea con gli anni precedenti anche per quanto riguarda le cause di lavoro o gli sfratti che, nonostante il blocco imposto dal Decreto Sostegni, ha mantenuto pressoché inalterate sia le iscrizioni (598) che le definizioni (592).

L'organico

La nota dolente riguarda sempre l’organico del tribunale di Treviso. Le carenze toccano il 25%. In altre parole, un quarto dei posti non è coperto. Mancano, ad esempio, 4 giudici su 32 (-18%), e altri 4 giudici onorari su 17 (-24%). Il numero medio di effettivi in servizio è di 35 su un organico di 41. Di questi però ce ne sono 9 che possono usufruire di percentuali di esonero. Non solo. Manca un direttore amministrativo sui 6 previsti (-16,66%), 7 funzionari giudiziari su 26 (-27%), un cancelliere su 20 (-5%), 8 assistenti su 41 (-19,51%), 3 operatori giudiziari su 12 (-25%), 3 conducenti di automezzi su 3 (-100%), e 5 ausiliari su 10 (-50%). La media è, appunto 25% di scoperture, che arrivano però al 40% se si tiene conto dei lavoratori che usufruiscono dei permessi legati alla legge 104 per assistere i familiari malati o non autosufficienti, di quelli assenti fino a due anni per gravi motivi di famiglia o per malattia, e di quelli che hanno un contratto part-time

Ultimo aggiornamento: 08:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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