Lo scandalo della gestione dei rifiuti a Napoli e un buco da 106 milioni: 19 accusati per il crac Gavioli

Mercoledì 9 Giugno 2021 di Gianluca Amadori
Enerambiente gestiva i rifiuti per conto del Comune di Napoli
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MOGLIANO - È finalmente chiusa l'inchiesta sul crac di Enerambiente, la società dell'imprenditore Stefano Gavioli che, tra il 2010 e il 2011, in piena emergenza ambientale, fu impegnata nello smaltimento dei rifiuti a Napoli. Il pm Roberto Terzo ha provveduto al deposito degli atti nei confronti di venti persone, 19 delle quali accusate di bancarotta fradolenta. Assieme a Gavioli, 64 anni, ex titolare della Sirma di Marghera, residente a Treviso, sono indagati molti dirigenti e amministratori di Enerambiente, tra cui la sorella di Gavioli, Maria Chiara, 46 anni, di Mogliano Veneto e il commercialista di Mestre Paolo Bellamio, 67 anni; i componenti del collegio sindacale, Giorgio Zabeo, 71 anni ed Enrico Prandin, 58 anni, entrambi di Mestre; l'avvocato Giancarlo Tonetto, 66 anni, di Mestre, consulente di Gavioli, e otto dirigenti e funzionari della Banca di credito cooperativo-Banca del Veneziano, imputati di aver continuato a finanziare la società in assenza di garanzie e di aver ottenuto pagamenti preferenziali nel momento della crisi.

Gavioli, Tonetto e Bellamio sono accusati anche di essere i promotori di un'associazione per delinquere dedita a reati societari, imputazione che si prescriverà a novembre.

LA VORAGINE
Enerambiente fallì con un passivo di 106 milioni di euro e la Procura contesta a Gavioli e ad altri 18 imputati una serie di operazioni di distrazione, occultamento, dissipazione del patrimonio aziendale a danno dei creditori. Il tutto attraverso l'emissione di false fatture e la tenuta irregolare dei libri contabili, in modo da rendere difficile la ricostruzione dell'attività societaria. Nel capo d'imputazione si parla di ingenti somme utilizzate per spese personali e mutui di Gavioli, oppure per coprire debiti di altre società. Quasi 6 milioni sarebbero stati sottratti attraverso false scritture contabili. Le false fatture ammontano a circa 5 milioni, emesse a favore di enti pubblici tra il 2007 e il 2009 per poter ottenere anticipazioni bancarie.

I NOMI
Gli altri indagati per bancarotta sono per Enerambiente Giovanni Faggiano, 72 anni, Brindisi, Giuseppina Totaro, 50, Pordenone, Stefania Vio, 46, Spinea, Loris Zerbin, 60, Campolongo Maggiore. I bancari indagati sono Alessandro Arzenton, 58 anni, di Montegrotto, Manuela Furlan, 58, di Mira, Mario Zavagno, 72 anni, di Pramaggiore, Amedeo Piva, 60, Campolongo Maggiore, Luca De Mattia, 60, Treviso, Giorgio Callegari, 66 anni, Cordenons, Moreno Contri, 60, Campolongo Maggiore, Carlo Pavan, 62, Carpenedo e il romano Emanuele Leoni, 44 anni. La mestrina Monica Dentamaro, 67 anni, è accusata solo di riciclaggio. La difesa ha respinto ogni addebito fin dalle fasi iniziali dell'inchiesta.

Ultimo aggiornamento: 22:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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