Crac criptovalute, investitori fantasma e milioni di euro in nero riciclati e scomparsi: i killer della mafia a Dubai dai broker

Venerdì 9 Dicembre 2022 di Valeria Lipparini
Christian Visentin e Mauro Rizzato
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SILEA - Stanchi di promesse che non si traducono in fatti, i risparmiatori della New Financial Technology vogliono risolvere la questione senza ricorrere alle vie legali. Vogliono, cioè, andare a Dubai per parlare direttamente con chi ha gestito i soldi da loro investiti, con la promessa di rendimenti del 10 per cento mensile grazie ad un presunto arbitraggio sulle criptovalute. E si sono ritrovati, invece, con un pugno di mosche in mano. La conferma arriva dall'avvocato Matteo Moschini, del Movimento a difesa del cittadino, che da solo rappresenta oltre 100 presunti truffati.

LA RABBIA
«Ricevo telefonate di singoli investitori, soprattutto gente che non intende rivolgersi alle comuni vie legali per cercare tutela, ma è intenzionato a parlare, faccia a faccia, con i maggiori responsabili di questo crack. Vogliono che fornisca loro indirizzi, recapiti telefonici e contatti con l'idea di andare alla fonte, di avere un confronto diretto per cercare di recuperare, almeno in parte, le somme investite. Ovviamente, io non fornirò mai recapiti e indirizzi. Ma è chiara la strada che stanno prendendo alcuni investitori. Vogliono tornare in possesso delle somme investite, che hanno visto sparire nel nulla. E sono disposti a tentare qualunque strada» sottolinea l'avvocato Moschini. Che aggiunge anche un'altra annotazione: «In questi ultimi giorni stanno estendendosi, d'altro canto, anche coloro che si decidono a sporgere denuncia contro la Nft. Questa impennata di denuncia - parliamo di 15 querele in una settimana e sono molte - la registro dal 21 novembre, quando i rimborsi promessi e assicurativi dalla New Financial Technology avrebbero dovuto essere corrisposti ai propri clienti. Invece, evidentemente l'idea era quella di prendere tempo e far scadere il termine dei 90 giorni per sporgere querela. E nessun euro è stato restituito».
L'avvocato chiude qui il discorso e non intende entrare nel merito delle tattiche utilizzate dai singoli investitori. Ma, in genere, sono i privati ​​a far ricorso alla giustizia penale. Mentre chi ha investito somme prevalentemente in nero, che non vuole vogliamo tracciare, preferisce cercare un altro modo per rientrare in possesso delle cifre, speso ingenti, affidate ai promotori della Nft. E Dubai è una delle strade battute. È quanto hanno fatto uomini della malavita, legati a clan camorristici campani, che hanno raggiunto Christian Visentin a Dubai. Con le minacce si sarebbero fatti restituire quanto investito. A riferire il fatto è un'agenzia di investigazioni che è stata ingaggiata da uno studio legale e tutti i dati sono stati iniziali agli investigatori che stanno seguendo il caso.

IL BUBBONE
I fatti scoppiano ad agosto quando viene registrato il crac: pagamenti sospesi, i promotori Visentin, Mauro Rizzato ed Emanuele Giullini spariti tra Dubnai e Lugano. La Finanza indaga insieme a due procure, ora è rimasta solo quella di Treviso. E quattromila investitori rimasti a bocca asciutta.

    
 

Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 14:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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