Veneto, contagi nelle scuole. Tamponi molecolari o test rapidi agli studenti? Ecco cosa cambia

Venerdì 10 Dicembre 2021 di Angela Pederiva
Veneto, contagi nelle scuole: situazione critica
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Un serpentone di auto in coda, lungo fino a tre chilometri. È l'immagine plastica con cui ieri si è materializzato, pure agli occhi dell'opinione pubblica, il livello di criticità a cui è arrivata la gestione dei contagi nelle scuole: alla Zoppas Arena di Conegliano, punto tamponi dell'Ulss 2 Marca Trevigiana, si sono ritrovate incolonnate anche per 5 ore centinaia e centinaia di auto (VIDEO), cariche di bambini accompagnati dai genitori. Di fronte all'ennesima segnalazione di caos, la Regione ha deciso di modificare la propria strategia: da adesso in avanti il monitoraggio delle infezioni in ambito scolastico non avverrà più attraverso i test molecolari, bensì mediante gli antigenici rapidi.

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Scuola, in Veneto ora solo test rapidi agli studenti

La novità è contenuta in una circolare diramata in giornata da Francesca Russo, responsabile regionale della Prevenzione, ai direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere del Veneto. Spiega al riguardo Luciano Flor, dg dell'area Sanità: «Con una media ormai di circa 120.000 tamponi al giorno, abbiamo la capacità più alta d'Italia in rapporto alla popolazione, eppure sembra non bastare mai. Il problema è legato essenzialmente alla scuola, caratterizzata da una consistente diffusione del Covid. A questo punto abbiamo deciso di dare indicazione alle Ulss, affinché in questi contesti utilizzino i test rapidi anziché quelli molecolari. Dal punto di vista epidemiologico abbiamo la tranquillità di poterlo fare, nel rispetto delle linee-guida nazionali, in quanto nei setting contrassegnati da un'alta prevalenza, non serve l'esame di laboratorio per intercettare il virus: è sufficiente un tampone antigenico, senza correre il rischio di incappare nei falsi negativi».

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Risultati dei test entro poche ore

Dunque d'ora in poi cambierà la metodica di sorveglianza sulle classi, finalizzata a verificare se anche i compagni dei positivi siano stati contagiati a loro volta e se possano uscire dall'eventuale quarantena in cui sono stati inseriti. Anziché attendere due giorni (quando va bene) per ottenere il referto, e senza intasare i laboratori che comunque non possono andare oltre un limite di circa 30.000 diagnosi al giorno, bambini e ragazzi saranno sottoposti al controllo che prevede l'invio del risultato già nel giro di poche ore. È chiaro che questa novità non potrà tagliare le code, se i focolai da gestire sono comunque tanti, ma almeno permetterà di ridurre i tempi degli accertamenti e razionalizzare l'impiego del personale. «In questo periodo osserva Flor abbiamo mediamente 40.000 soggetti attualmente positivi attorno a cui svolgere le attività di tracciamento. Di conseguenza dobbiamo dedicare i nostri operatori anche a quella, per cui è bene che i tamponi molecolari vengano riservati alla diagnostica dei casi sospetti, ai contatti stretti, ai malati e ai ricoverati».

 

A proposito di addetti, il direttore generale della Sanità conferma la disposizione alle aziende sanitarie e ospedaliere di valutare la sospensione delle prestazioni cliniche non urgenti.

Questo vale soprattutto nelle province di Padova, Treviso e Vicenza, che si trovano già nella fase 3 della saturazione ospedaliera. «Il personale va impiegato nella vaccinazione e nel contact tracing ribadisce Flor anche con il conseguente uso delle risorse emergenziali stanziate dallo Stato. Abbiamo verificato che quei fondi erano vincolati non solo al recupero delle liste di attesa, ma pure alla gestione della pandemia».

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Ultimo aggiornamento: 20:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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