Tamponi e nuovi positivi trovati, eppure il Veneto non è maglia nera d'Italia: ecco perché

Sabato 2 Gennaio 2021 di Angela Pederiva
Tamponi e nuovi positivi trovati, eppure il Veneto non è maglia nera d'Italia: ecco perché
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Nel primo bollettino del 2021, agli occhi dell'Italia il Veneto si conferma maglia nera per il maggiore incremento di contagi: 4.805 nuovi positivi, a fronte di 21.595 tamponi molecolari. Letti così, i numeri assoluti sembrerebbero determinare un'incidenza relativa del 22,25%, che però ancora una volta non tiene conto dei test antigenici, i quali in certi giorni arrivano anche a raddoppiare la base di diagnosi su cui andrebbe calcolato il tasso delle infezioni.

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La distorsione statistica è nota da tempo e ieri le Regioni l'hanno nuovamente citata, in un documento con cui chiedono all'Istituto superiore di sanità di tenere conto pure di questa, fra le altre modifiche da apportare al meccanismo dei 21 indicatori che determinano la valutazione del colore (giallo, arancione e rosso) nell'assegnazione della fascia di restrizioni.

Lo staff del ministro Roberto Speranza ha fatto sapere che verrà emanata una circolare sul tema degli esami rapidi. Nell'attesa, abbiamo messo a confronto i dati regionali di tutto il Paese, per vedere come cambia la fotografia della situazione in relazione al punto di osservazione.


Covid in Veneto

È infatti del tutto evidente che la quota dei positivi sul totale dei controlli risulta più o meno pesante, a seconda del bacino di conteggio. Ad esempio, 10 contagiati su 50 tamponi molecolari rappresentano il 20%. Ma quegli stessi 10 contagiati, se rapportati a 50 tamponi molecolari e ad altri 50 test antigenici (dunque in tutto a 100 diagnosi), costituiscono il 10%. Malgrado l'indicazione alle Regioni di comunicare quotidianamente anche la cifra dei controlli rapidi, il bollettino nazionale diffuso ogni giorno alle 17 dal ministero della Salute indica solo i molecolari, il che ovviamente penalizza le aree in cui viene svolta un'ampia attività di screening in aggiunta alle analisi di laboratorio. Per capirlo, basta leggere la tabella pubblicata qui sopra, dove abbiamo elencato le 19 Regioni e le 2 Province Autonome. Per ciascuna, abbiamo consultato il sito istituzionale, recuperando i numeri dei tamponi effettuati (di un solo tipo o di entrambi) e delle infezioni individuate, in modo da poter calcolarne l'incidenza in base ai soli molecolari o alla somma con gli antigenici. Per essere ragionevolmente sicuri di operare un confronto attendibile, fondato su dati certi, abbiamo preso in considerazione l'ultimo giorno del 2020 prima degli inevitabili rallentamenti di Capodanno, quindi mercoledì 30 dicembre.


Test antigenici

Come si può notare, non tutte le Regioni utilizzano (o dichiarano di usare) i test antigenici. Quelle che invece li impiegano, magari pure in grande quantità, vedono cambiare il proprio tasso anche di parecchio. È il caso appunto del Veneto, che a prima vista sembrerebbe avere il 16,72%, mentre in realtà ha il 5,70%. Ma succede pure al Trentino (11,40% anziché 20,64%), all'Alto Adige (4,05% invece di 9,32%), al Piemonte (5,82% e non 12,08%), alla Liguria (3,93% al posto di 7,09%) e via di questo passo. Chiaro che, per restare al caso veneto, un 5,70% totale è più basso di incidenze solo molecolari come sono quelle del Lazio (9,74%), della Calabria (13,95%), della Puglia (13,21%), della Sicilia (12,75%) e via andare. Come si usa dire, più si cerca e più si trova, per cui un numero costantemente maggiore di controlli permette di individuare una cifra considerevolmente maggiore di positivi, con tutto il loro seguito di contatti e quindi di ulteriori tamponi. Ma questo è un fronte del problema Veneto. C'è poi il secondo, quello dell'impatto clinico visibile in ricoveri e decessi.

Ultimo aggiornamento: 3 Gennaio, 08:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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