Medici no-vax a rischio sospensione dal lavoro: uno su tre dice sì al vaccino

Martedì 10 Agosto 2021 di Mauro Favaro
I medici no-vax cercano di correre ai ripari in vista delle sospensioni
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TREVISO - Uno su tre ha cambiato idea davanti all’imminente sospensione dal lavoro, che avrebbe voluto dire rimanere a casa, senza stipendio, almeno fino alla fine dell’anno. Tanti sono i medici, gli infermieri e gli operatori in servizio negli ospedali e nelle altre strutture del trevigiano che hanno prenotato la vaccinazione anti-Covid nell’ultima settimana dopo essere finiti nella lista dei lavoratori da sospendere a causa del mancato rispetto dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario. Erano 186 gli operatori della sanità inseriti nel primo elenco dei No-Vax, cioè quelli che non si sono vaccinati senza un valido motivo, uscito dalla commissione ad hoc istituita dall’Usl.

L’azienda sanitaria aveva dato loro tempo per vaccinarsi fino alla fine della scorsa settimana. E ad oggi sono state timbrate complessivamente 125 sospensioni. A conti fatti, quindi, dopo aver rinviato l’iniezione per sei mesi, 61 tra medici, infermieri e operatori hanno preso la palla al balzo nell’ultimo momento disponibile. «Un terzo nel frattempo si è vaccinato», conferma Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl trevigiana.

I PROVVEDIMENTI

Per gli altri si va avanti con la sospensione. Ieri sono stati timbrati 90 nuovi provvedimenti, con l’automatica segnalazione agli Ordini professionali. Tra questi ci sono i primi 10 dipendenti diretti dell’azienda sanitaria lasciati a casa per non essersi vaccinati, senza una motivazione fondata. Sono 8 medici, sei della continuità assistenziale e due delle Usca, le unità speciali create per le visite ai pazienti Covid positivi a domicilio, più altri 2 addetti. Tra i camici bianchi sospesi c’è anche il dottore che avrebbe corrotto un’impiegata del centro vaccinale di Godega con 100 euro per ottenere il Green Pass senza realmente sottoporsi all’iniezione. I nomi si sommano ai 35 liberi professionisti (21 medici e 14 infermieri) già sospesi la settimana scorsa. È così che si arriva al totale di 125 operatori della sanità No-Vax sollevati dall’incarico della Marca, tra i quali 29 medici. Ma adesso non è escluso che altri corrano ai ripari prenotato la vaccinazione. Si teme che qualcuno possa prenotarla per poi disdirla e rinviare ancora.

IL CONTROLLO

«Ma vigileremo anche su eventuali comportamenti del genere», mettono in chiaro dall’azienda sanitaria. La legge sull’obbligo vaccinale per il personale sanitario non era ancora stata applicata sugli organici dell’Usl. Adesso si continua sulla linea dura. I dipendenti No-Vax resteranno sospesi almeno fino alla fine dell’anno. O fino a quando non decideranno di vaccinarsi. Oltre ai propri dipendenti, ieri l’Usl ha segnalato agli Ordini 80 operatori che non hanno voluto vaccinarsi. Ci sono infermieri, farmacisti, fisioterapisti, psicologi e così via. Lavorano in diverse strutture del territorio, a partire dalle case di riposo. Adesso gli stessi Ordini comunicheranno i nominativi ai datori di lavoro. E questi ultimi procederanno formalmente con le sospensioni. Il quadro generale è emerso dopo la prima scadenza legata all’attività della commissione dell’Usl dedicata alla valutazione dei certificati inviati dal personale non vaccinato. «Ad oggi non rischiamo disservizi negli ospedali per carenza di personale a causa delle sospensioni – assicura Stefano Formentini, direttore sanitario dell’Usl e presidente della stessa commissione – ci potranno essere alcuni spostamenti, ma per i cittadini non cambierà nulla».

CONTRATTI RINNOVATI

Per sicurezza, comunque, l’azienda sanitaria ha già iniziato a prorogare i contratti dei medici esterni fino al 31 dicembre. «Questo considerato il permanere dello stato di emergenza sul territorio e tenuto conto delle criticità in cui versano i reparti ospedalieri – spiegano – al fine di far fronte alle esigenze straordinarie e urgenti e garantire i livelli essenziali di assistenza». E non è ancora finita. Dall’inizio della propria attività la commissione è stata chiamata a vagliare complessivamente 3.600 posizioni. «Siamo a due terzi del lavoro: ormai si è in dirittura d’arrivo – tira le fila Formentini – tra il personale non vaccinato, alcuni non hanno nemmeno presentato una giustificazione. Altri, invece, hanno evidenziato delle giustificazioni che la commissione, composta da clinici, non ha ritenuto fondate per non sottoporsi al vaccino. Situazioni come gravidanze o allattamento, ad esempio, non rappresentano delle controindicazioni in senso assoluto»

Ultimo aggiornamento: 17:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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