Coronavirus nelle scuole. Positivo un prof del Duca: timore in altre due istituti

Domenica 11 Ottobre 2020 di Mauro Favaro
Coronavirus nelle scuole. Positivo un prof del Duca: timore in altre due istituti

TREVISO - Superata quota 6mila contagi.

Sono 6.009 i trevigiani che sono stati colpiti dal coronavirus dall'inizio dell'epidemia, cioè dalla fine dello scorso febbraio ad oggi. Nell'ultimo periodo le positività sono aumentate in modo esponenziale. Si viaggia a circa 100 nuovi contagi al giorno. Ieri ne sono emersi 105. Un numero che ha fatto salire il totale delle persone attualmente positive a 1.283. Più del 20% dei 5.890 casi attuali nell'intero Veneto. La Marca resta la più colpita, seguita ormai a ruota dalle province di Venezia e Verona. Stesso discorso per quanto riguarda le quarantene domiciliari: sono 2.613 i trevigiani costretti a casa, tra positivi, contatti di positivi e azioni precauzionali. La scuola incide in modo particolare. Il coronavirus è già entrato in 68 classi. E questo ha fatto scattare l'isolamento precauzionale per 613 bambini e ragazzi. Più 43 tra insegnanti e personale non docente. Nessun'altra provincia del Veneto ne conta di più.


GLI ISTITUTI

Restando nell'ambito della scuola, è stato confermato il primo caso di positività al Duca degli Abruzzi di Treviso, l'istituto più grande della Marca. A fronte del ragazzo contagiato, ieri la task force dell'Usl ha sottoposto i suoi compagni di classe al tampone rapido. Gli esiti sono stati tutti negativi. Di conseguenza non è scattata alcuna quarantena collettiva: le lezioni continuano normalmente. «Non c'è nessuna sezione in isolamento», conferma la preside Antonia Piva. Allo stesso tempo, però, è risultato positivo al test rapido un professore che insegna al Duca e in altre due scuole del Trevigiano. Ora si attende l'indispensabile conferma dal tampone eseguito in biologia molecolare. Discorso diverso per una classe seconda di una scuola media del distretto di Asolo. Qui ieri sono emersi più casi di positività. Così, come prevedono le linee guida, è stata subito disposta la quarantena domiciliare per tutti i ragazzi della classe.


LE STRUTTURE

La buona notizia è che nonostante l'impennata generale dei contagi, i ricoveri continuano a rimanere stabili. Attualmente sono 33 i pazienti positivi al Covid che hanno bisogno delle cure degli ospedali. Le terapie intensive restano vuote. Nel dettaglio, ci sono 14 pazienti al Ca' Foncello, 11 nell'ospedale principale di Vittorio Veneto e otto nell'ospedale di comunità della stessa Vittorio Veneto. Numeri non paragonabili a quelli del picco peggiore dell'epidemia, tra marzo e aprile, quando gli ospedali trevigiani arrivarono a contare 360 ricoveri. Oggi l'imperativo categorico è cercare di ogni modo di evitare che il coronavirus colpisca le persone più fragili, a cominciare dagli anziani e da chi già convive con altre patologie. «Siamo pronti. Speriamo sempre che non serva, ma se il quadro generale dovesse peggiorare non ci faremo trovare impreparati. Grazie alla Regione abbiamo potuto ricavare 25 nuovi posti di terapia intensiva e 37 nuovi posti di sub-intensiva, che si aggiungono a quelli esistenti spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl oltre, ovviamente, a tutti i reparti ordinari. Il governatore Luca Zaia ha coordinato un gruppo di lavoro che ha consentito subito tale potenziamento. Come dice Roberto Rigoli (direttore del centro di Microbiologia di Treviso, ndr) è vero che bisogna distinguere i contagi in base alle cariche virali, ma in particolare per le persone più deboli, noi ci siamo e ci saremo».


FOCOLAI

I punti tampone dell'Usl eseguono ormai stabilmente oltre 2mila test al giorno. Si stanno monitorando i piccoli focolai esplosi in alcune squadre di calcio, tra Basalghelle e Piavon, e in alcune aziende. «A differenza di quanto va dicendo Andrea Crisanti (direttore del centro di Microbiologia e virologia dell'Azienda ospedaliera di Padova, ndr), noi facciamo i tamponi e tracciamo con precisione tutti i contatti. Per questo ad oggi abbiamo tali numeri mette in chiaro Benazzi lo invito a fare un giro assieme a me nei nostri punti tampone, nei laboratori e nei reparti. Così potrà rendersi conto di persona del lavoro che viene fatto. Forse stando all'interno dell'università non ce l'ha molto chiaro. Dovrebbe studiarlo, venendo anche a sporcarsi le mani».

Ultimo aggiornamento: 12:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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