Coronavirus, si può riprendere: a Treviso ancora un medico che si è ammalato di nuovo

Mercoledì 18 Novembre 2020 di Mauro Favaro
Coronavirus, si può riprendere: a Treviso ancora un medico che si è ammalato di nuovo
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TREVISO Salgono a tre le reinfezioni da coronavirus tra i medici trevigiani.

Anche uno specialista del reparto di Medicina dell'ospedale di Montebelluna è stato contagiato per due volte dal Covid-19 nel giro di pochi mesi. La sua disavventura si aggiunge a quelle, emerse ieri, già vissute da altri due camici bianchi: un dottore dell'area medica dell'ospedale di Treviso e un medico di famiglia. Quest'ultimo, tra l'altro, ha temuto addirittura un terzo contagio dopo aver visitato un paziente poi risultato positivo. «Prestiamo sempre la massima attenzione, ma purtroppo siamo in prima linea e sappiamo che può capitare spiega il diretto interessato nel corso della prima ondata del coronavirus non avevo riscontrato particolari problemi, anche se le condizioni erano al limite e molti miei colleghi si erano infettati».

Covid, medici contagiati, guariti e di nuovo infettati nel giro di pochi mesi

TREVISO Contagiati due volte dal coronavirus nel giro di pochi mesi. È la disavventura vissuta da due medici trevigiani: uno specialista dell'area medica del Ca' Foncello e un dottore di base. I timori riguardanti possibili reinfezioni sono stati confermati dai fatti.


Reinfezione da Covid


Il Covid-19, dimostrando una volta di più quanto riesce a muoversi in modo subdolo, l'aveva colpito nel momento in cui i contagi sembravano essersi drasticamente ridotti. «Sono stato contagiato la prima volta nel mese di agosto racconta il medico di famiglia a quel punto sono rimasto in isolamento a casa, senza sviluppare sintomi. Alla fine della quarantena il tampone di controllo ha dato esito negativo. E così sono subito tornato al lavoro». Ma non era ancora finita. «A ottobre sono risultato nuovamente positivo al coronavirus continua non ho abbassato in alcun modo la guardia: le attenzioni sono state quelle di sempre, attraverso i dispositivi di protezione in dotazione. Purtroppo è capitato nuovamente. Anche in questo caso sono rimasto in isolamento a casa. Fortunatamente non ci sono stati sintomi pesanti. E dopo la seconda quarantena è arrivato il nuovo tampone di controllo con esito negativo». Nell'ultimo periodo, infine, c'è stato un altro brivido. Il medico di famiglia ha affrontato qualche altro giorno di isolamento per aver visitato un paziente poi rivelatosi positivo. La quarantena in questo caso è stata precauzionale, come contatto stretto di una persona contagiata. Per fortuna, però, stavolta il tampone di controllo non ha evidenziato alcuna infezione. E così il dottore ha potuto tornare subito al lavoro interrompendo l'isolamento. «Questo è ciò che possiamo vivere dalla prima linea tira le fila il medico è il nostro lavoro. Siamo i primi a saperlo e non ci tiriamo indietro. Anche se davanti a tutto ciò non fa piacere sentire che ogni tanto qualcuno dice che i medici di famiglia non fanno niente».


Anticorpi


Ad oggi non risultano altri casi di reinfezione tra camici bianchi, anche se, alla luce di queste esperienze, non si può escludere nulla. Tra gli specialisti che lavorano negli ospedali, in particolare, al momento ci si è fermati a due. «Nelle nostre strutture abbiamo avuto due casi di reinfezione in otto mesi di epidemia fa il punto Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca tra i cittadini, invece, per adesso non abbiamo rilevato reinfezioni da coronavirus». Parole confermate anche da Roberto Rigoli, direttore del centro di Microbiologia dell'ospedale di Treviso e coordinatore di tutti e 14 i laboratori del Veneto. «Fino a questo momento non abbiamo avuto casi di reinfezione tra i pazienti spiega non tra quelli nei quali era stata dimostrata la presenza degli anticorpi ma nemmeno tra quelli che avevano avuto la conferma di essere stati infettati pur risultando negativi agli accertamenti riguardanti la presenza degli anticorpi». «Ormai la probabilità avrebbe dovuto essere elevata conclude Rigoli e questo ci fa pensare che ci sia qualcosa nell'immunità che ancora sfugge».
 

Ultimo aggiornamento: 20 Novembre, 15:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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