Il re dei banchetti: «Almeno ci lascino il pranzo di Natale, sarebbe il primo con il ristorante chiuso»

Mercoledì 2 Dicembre 2020 di Michele Miriade
«Almeno ci lascino il pranzo di Natale, sarebbe il primo con il ristorante chiuso»

VOLPAGO DEL MONTELLO (TREVISO) - «Almeno ci lascino il pranzo di Natale, sarebbe il primo con il ristorante chiuso». Ad affermarlo è Celeste Tonon, il ristoratore di Venegazzù, 70 anni e mezzo secolo nel settore, il re dei banchetti.

Il mondo della ristorazione è in fibrillazione per la possibile cancellazione del pranzo di Natale dopo la chiusura serale. Dal pienone dello scorso anno a questo 2020 pieno di incognite, con le prenotazioni a rilento in avvio e che poi avevano iniziato a prendere quota. Ma ora si presenta l'ipotesi della chiusura per il pranzo della più importante festa per le famiglie, il Natale con i tuoi che portava in tavola in ristorante appunto i gruppi familiari.

Celeste cosa significa non fare il pranzo di Natale? 
«Sarebbe orribile dover chiudere, spero non accada, sarebbe metterci in ginocchio, in croce. Non ci vuole questa decisione visto che stiamo soffrendo con la chiusura serale». 


Vi eravate organizzati con i distanziamenti? 
«Certo, tutto previsto con la riduzione dei posti, anche dimezzati. Avevo pensato a 100 o poco più nel salone invece di 200, poi ci sono le 5 salette indipendenti al piano terra per meglio isolare le famiglie in base al numero, senza dimenticare eventualmente il salone al piano superiore. Il problema dei distanziamenti lo ho ben definito. Finora, pur a rilento, avevo 80 prenotazioni e molte telefonate, quindi se il pranzo non viene cancellato, penso di raggiungere i 250 commensali».

 
La decisione andrebbe comunicata in fretta, ci sono le ordinazioni da programmare? 

«Certamente, siamo all'inizio di dicembre e abbiamo tempo per gli acquisti e le forniture ma dobbiamo saperlo per tempo, per poterci muoverci, non fare ordinazioni di e poi ci venga detto di chiudere ed essere costretti a buttare via materie prime con scadenza. Non stiano giocando ma lavorando. Noi ristoratori chiediamo rispetto per il nostro lavoro che facciamo da una vita con amore e rispetto del cliente». 


Sono state cancellate anche le cene aziendali? 
«Da metà dicembre è sempre stato il periodo delle cene aziendali natalizie ma con la chiusura serale sono state cancellate». 


Natale e Santo Stefano sarebbe stato un rilancio? 
«Sarebbe stata un'ancora di salvezza, ma soprattutto il piacere di vedere il locale gremito dai nostri affezionati clienti, dalle famiglie in festa, anche alla vigilia. Spero ci permettano di rimanere aperti anche senza il pienone». 


L'eventuale cancellazione di San Silvestro? 
«Quest'anno viste le chiusure serali, i pochi matrimoni, la mancanza di cresime e comunioni, avevamo deciso di tenere aperto e fare festa, invece sarà un'altra tristezza».

 
Gennaio poi solitamente è un mese difficile per la ristorazione? 
«I primi giorni lo sono sempre stati, però poi veniva recuperata qualche cena aziendali. Se a gennaio si dovrà ancora chiudere alla sera sarà un ulteriore dramma».


Come vede il futuro?
«Vorrei tanto fosse roseo o...celeste, non solo per me, ma per mio fratello Giuliano, i figli, i collaboratori. Speriamo che qualcosa cambi e riaprire per la primavera Casa Gobbato tra il verde del Montello per i banchetti e i matrimoni visto che ci sono già prenotazioni».

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