Morto il padre di Schiavon: «Mai più visto, è straziante»

Sabato 9 Gennaio 2021
Walter Schiavon (a sinistra) con il figlio Christian, assessore al bilancio del Comune di Treviso

TREVISO I primi sintomi il 15 dicembre, poi il 18 il ricovero. E la sera del 7 gennaio, il triste epilogo. Nel reparto di rianimazione centrale del Ca’ Foncello di Treviso si è spento Walter Schiavon, padre di Christian, assessore al bilancio del Comune di Treviso. Nessuna patologia pregressa, 71 anni portati con grande slancio. Eppure il virus lo ha attaccato e alla fine ha avuto la meglio. «Siamo senza parole. È successo tutto in fretta, in maniera improvvisa. Abbiamo sperato, queste 3 settimane si sono consumate tra alti e bassi. Poi papà ha dovuto arrendersi» spiega Schiavon. Il Covid sta decimando una generazione. Si insinua nelle vite e nelle case delle persone. «Anche mia madre è stata contagiata, ma non ha avuto conseguenze. Papà invece ha iniziato subito a stare male. Per questo è stato immediatamente ricoverato al Ca’ Foncello. Ma la prima diagnosi ci ha impensierito: polmonite bilaterale. È entrato in terapia intensiva, è stato intubato. Purtroppo non abbiamo più potuto vederlo nè sentirlo. È stato straziante».
MAI SOLI
A tenere il filo delle notizie e della speranza medici e sanitari. «Non ci hanno lasciato soli, ci hanno tenuti costantemente informati sulle sue condizioni, capendo il nostro bisogno di sapere e di comunicare attraverso di loro. Sono stati degli angeli» riprende l’assessore. Walter Schiavon era nato e aveva sempre vissuto a Varago. Ma con Treviso i rapporti erano strettissimi. Era ragioniere tributarista e gestiva il suo studio professionale a Varago con la moglie Tiziana, i due figli Christian e Paola e i suoi fidati collaboratori. Aveva iniziato la sua carriera professionale all’Ascom di Treviso come dipendente. «Ha lavorato per 20 anni in Ascom, dove curava anche la formazione professionale» spiega Christian. Poi si era messo in proprio. Studio fuori città, ma clienti prevalentemente trevigiani, molti dei quali noti ristoratori e professionisti della città. L’altro tratto era la passione sportiva. «Papà per tanti anni è stato dirigente sportivo nel mondo del calcio: partito come dirigente sportivo alla Rapid di San Bartolomeo, in seguito aveva fatto il direttore sportivo in diverse squadre a Carbonera, Maserada, Quinto. Calcisticamente il suo cuore era juventino». L’altro interesse di Schiavon erano i cavalli. È stato portavoce della provincia di Treviso prima, poi della Regione Veneto alla Fiera Cavalli di Verona. Legato alle tradizioni venete, ha portato il “Cortio Trevisan” (lo spazio delle case coloniche venete con osteria e maniscalco) in tante manifestazioni in giro per l’Italia, per far conoscere Treviso e la sua storia popolare a cui era tanto legato e in cui investiva tutto il suo tempo libero. «Restano a noi gli amati cavalli che teneva nella casa di campagna» aggiunge il figlio. Oggi è il giorno del dolore e del rimpianto. «Penso alle parole che non ci siamo detti, a tutto quello che ancora avremmo dovuto fare insieme -si commuove l’assessore- lo dicevo anche a mia moglie Angela, è straziante vedere andare via un pezzo della tua vita così, senza essere preparato davvero. Queste tre settimane sono state durissime per me, mia sorella e mia madre. Senti che un tuo caro sta lasciandoti per sempre, dentro di te speri, ma non puoi avere il conforto di dirgli davvero addio». Walter lascia la moglie Tiziana, i figli Christian e Paola, la nuora Angela, il genero Michele e gli amati nipotini Tommaso, Matteo, Giulia e Ilaria. Lunedì 11 gennaio alle 15 nella parrocchia S. Maria Assunta di Varago, si i funerali. Poi Schiavon sarà tumulato nel locale cimitero. «Voglio dire solo a chi ancora si permette di negare l’esistenza del Covid che venga a dirlo in faccia a noi se ne ha il coraggio. Ci sono famiglie distrutte, uomini che vengono falcidiati nel giro di poche settimane. Sto sentendo troppi irresponsabili. È un gravissimo errore sottovalutare il virus». 
IL PASTICCERE
Se ne è andato anche Renato Tasca, il pasticcere che amava l’arte.

Aveva 84 anni, lascia le figlie Sabrina e Barbara, e per oltre 40 anni ha deliziato Treviso e San Antonino con le sue produzioni. Aveva il negozio e laboratorio artigianale, fino al 2005, all’inizio di via San Antonino nelle vicinanze della Chiesa Votiva dove lunedì alle 10.45 verrà celebrato il rito funebre. Dopo Netto ed Ardizzoni, è il terzo pasticcere storico di Treviso deceduto in breve periodo. Tasca era in una casa di riposo dopo un ictus seguito dalla rottura del femore e poi contagiato dal Covid, mentre nel maggio scorso aveva perso la moglie Antonia Masi con la quale aveva trascorso 55 anni di matrimonio e di lavoro.

Ultimo aggiornamento: 07:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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