Covid Hotel, a Treviso c'è Villa Fiorita a Monastier

Mercoledì 18 Novembre 2020 di Mauro Favaro
Covid Hotel, a Treviso c'è Villa Fiorita a Monastier

TREVISO L'hotel Villa Fiorita di Monastier e altri due alberghi, uno nella zona del Coneglianese.

Sono le prime tre strutture ricettive pronte ad aprire le porte ai malati Covid per far fronte all'aumento vertiginoso di ricoveri che sta mettendo in crisi il sistema ospedaliero trevigiano. L'Usl sta lavorando per riuscire ad attivare strutture esterne a supporto come mai prima d'ora. Si cerca un albergo con 80-90 posti dove ospitare le persone contagiate che per mille motivi non sono nelle condizioni di poter trascorrere la quarantena a casa. A partire dagli anziani positivi asintomatici o con sintomi lievi.

Covid hotel Treviso


Si sono già fatte avanti tre strutture. La prima è stata Villa Fiorita, l'hotel di Monastier, con 180 camere, di proprietà del gruppo Sogedin, lo stesso della casa di cura Giovanni XXIII. Di seguito si sono proposti altri due alberghi. Uno di questi sarebbe della zona di Conegliano. Le buste verranno aperte venerdì. «Metteremo a confronto le offerte, valuteremo diversi aspetti e in base a questi verrà scelto il vincitore», spiega Benazzi. Devono essere soppesati spazi e servizi, così come i prezzi. Poi scatterà la formazione. «Formeremo il personale dell'hotel in modo diretto specifica il direttore generale in più, metteremo a disposizione due nostri infermieri». Sono già una cinquantina i cosiddetti ricoveri sociali, cioè le persone positive oggi ricoverate negli ospedali perché non hanno la possibilità di rimanere in isolamento altrove: 24 a Montebelluna, 13 a Treviso e 10 a Conegliano. Potrebbero essere subito trasferiti nel Covid Hotel. Così si andrebbe sensibilmente a ridurre la pressione sugli ospedali in trincea. A cominciare da quello di Montebelluna, che in questa seconda ondata è chiamato ad accogliere anche i pazienti dell'area di Castelfranco, dove si è scelto di tenere l'ospedale, sede dello Iov, completamente Covid-free. A Montebelluna oggi sono ricoverati 112 pazienti positivi. Un numero addirittura in linea con il Covid Hospital di Vittorio Veneto. Per non rischiare il tutto esaurito, alcuni pazienti sono già stati trasferiti da Montebelluna al reparto Covid aperto nell'ospedale di Oderzo. Qui sono arrivati anche altri pazienti da Treviso per scongiurare il rischio di dover ulteriormente ridurre gli altri servizi del Ca' Foncello.



Mai come ora c'è necessità di posti letto: è infatti allerta rossa per i ricoveri negli ospedali causati dal coronavirus. Nella prima ondata si era arrivati a 360. Oggi, invece, sono già 435 i cittadini colpiti dal Covid che hanno bisogno delle cure ospedaliere. Tra questi, 34 si trovano in Terapia intensiva. «Siamo in allerta rossa per i ricoveri nei reparti ordinari conferma Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca mentre per le Terapie intensive il livello fortunatamente è ancora giallo». Nella Rianimazione di Treviso ci sono tre letti liberi. Ma altri 12 sono già pronti nello stesso padiglione di Malattie infettive. L'azienda sanitaria ha predisposto un piano per attivare complessivamente 632 letti Covid nei reparti ordinari: quasi il 30% dei 2.239 posti disponibili in tutti gli ospedali trevigiani. Bisogna però guardare anche oltre. «Ci aspettiamo che i ricoveri continuino ad aumentare fino a martedì prossimo fa il punto il direttore generale ci auguriamo che sia il picco, e che poi inizi la decrescita». È il momento di massima pressione. Per le stesse ragioni ora si attende l'apertura dell'ex ospedale Guicciardini di Valdobbiadene. Ci sono 60 posti, già attrezzati e collegati al sistema di distribuzione dell'ossigeno. È una corsa contro il tempo. Infine, non è stato accantonato il progetto di aprire due reparti Covid da 30 posti in strutture isolate nel contesto delle case di riposo. Nella prima ondata ci si era appoggiati all'Oic di Vedelago e alla Casa Luigi e Augusta di Ormelle. Adesso queste ipotesi sono state scartate. L'Usl ha contattato le case di riposo Cosulich di Casale, Santa Maria de Zairo di Zero Branco, Opere Pie d'Onigo di Pederobba e Tomitano e Boccassin di Motta. In cima all'elenco ci sarebbero proprio le ultime due. I centri, però, sarebbero chiamati a seguire i nuovi reparti con personale proprio. E tutti hanno evidenziato una carenza sempre più pesante. Ecco perché forse stavolta non se ne farà nulla. Ed ecco perché il Covid Hotel e l'ex Guicciardini diventano ancora più importanti.

Ultimo aggiornamento: 10:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci