Medico segnalato all'Ordine: Invermectina e integratori per curare il Covid, e il paziente finisce intubato

L'anziano che prendeva l'antiparassitario aveva un foglietto in tasca: sopra c'era scritta la terapia con cure alternative e il nome di un dottore di Montegrotto

Martedì 21 Dicembre 2021 di Mauro Favaro
Medico segnalato all'Ordine: Invermectina e integratori per curare il Covid, e il paziente finisce intubato
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TREVISO - «Il paziente potrebbe essere stato abbindolato dal medico: segnaleremo quest'ultimo all'Ordine per l'eventuale apertura di un procedimento disciplinare». Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl trevigiana, vuole andare fino in fondo sul caso del 90enne contagiato dal Covid, non vaccinato, ricoverato in gravi condizioni nell'unità semi-intensiva della Pneumologia di Treviso dopo aver provato a curarsi a casa seguendo una ricetta che prevedeva l'assunzione di Ivermectina, farmaco antiparassitario pilastro delle teorie no vax. Più una sfilza di integratori. Gli specialisti dell'ospedale gli hanno trovato in tasca un foglietto scritto a mano con la terapia alternativa. E in calce c'era l'indicazione di sentire un medico iscritto all'Ordine di Padova.

Non essendoci né timbri né firme, va sottolineato che al momento non si può sapere se il dottore avesse realmente indicato quella terapia al paziente o alla sua famiglia, fermo restando che il 90enne la stava seguendo alla lettera. Ma l'azienda sanitaria vuole vederci chiaro davanti a una ricetta che circola negli ambienti no vax. Tanto più dopo che la settimana scorsa uno studio italiano pubblicato su Lancet ha confermato ancora una volta l'inefficacia dell'Ivermectina contro il Covid.


Il dottore specializzato in rimedi naturali e olistici

Il professionista, 56 anni, lavora nel campo della medicina psicosomatica e dell'ipnosi. Fa parte di un gruppo con sede a Montegrotto Terme (Padova) che si occupa di rimedi naturali e olistici. Ieri il dottore non era in studio: «Si torva a Londra al momento e torna l'anno prossimo», hanno fatto sapere. «Una terapia del genere non ha portato alcun beneficio al paziente contagiato dal Covid e, anzi, potrebbe creargli seri problemi ha evidenziato Benazzi in generale, purtroppo riscontriamo diversi casi di pseudo-dottori che per scongiurare il rischio di denunce e segnalazioni all'Ordine dei medici scelgono di non usare la carta intestata e di non timbrare e non firmare nulla». Fino ad oggi la differenza l'hanno fatta solo i vaccini anti-Covid.


Vaccini, funzionano?

Il confronto con l'anno scorso diffuso dall'Usl non lascia margini di interpretazione. Le iniezioni hanno di fatto consentito di dimezzare i ricoveri in ospedale: solo negli ultimi tre mesi ne sono stati evitati quasi 800. «Da ottobre abbiamo avuto 707 ricoveri. Se non ci fosse stata la vaccinazione, saremmo arrivati a 1.401. Vuol dire che i vaccini hanno permesso di evitarne 694 scandisce il direttore generale citando i dati del servizio di Epidemiologia in Terapia intensiva, in particolare, da ottobre ad oggi abbiamo registrato 283 ricoveri. Senza il vaccino sarebbero stati 386. Ne sono stati evitati 103». Nonostante l'attuale aumento dei casi, vale anche per i contagi. Negli ultimi tre mesi se ne sono contati 22.525. «E senza la vaccinazione sarebbero stati il doppio», sottolinea Benazzi. L'incidenza attuale dopotutto conferma che i non vaccinati che si contagiano sono almeno tre volte e mezza i vaccinati. La differenza è ancora più evidente se si pensa che quest'anno ci sono stati più contagi rispetto al 2020, quando è esplosa l'epidemia: già oltre 57.700 contro poco più di 52mila. Ma di pari passo i ricoveri in ospedale sono complessivamente calati: dai 3.824 dell'anno scorso agli attuali 3.139. In Terapia intensiva, in particolare, da 418 a 385.

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La situazione Covid a Treviso e provincia

Purtroppo ieri il Covid ha fatto altre due vittime: un 62enne e un 86enne, non vaccinati, già colpiti da altre patologie, hanno perso la vita nell'ospedale di Vittorio Veneto. La buona notizia è che nelle ultime 24 ore gli ingressi negli ospedali trevigiani hanno almeno smesso di correre. Oggi i reparti Covid contano 313 pazienti positivi. Compresi 25 in Terapia intensiva. «I numeri stanno leggermente calando conclude Benazzi ma non è il caso di cantare vittoria». Anche per questo il settore Covid del San Camillo ora verrà raddoppiato, passando da 35 a 70 posti letto.

Ultimo aggiornamento: 25 Dicembre, 11:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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