Covid provoca anemia a un bambino di tre anni, salvo grazie alle trasfusioni

Sabato 17 Aprile 2021 di Mauro Favaro
Bambino in ospedale

TREVISO - Il coronavirus ha causato un corto circuito nel sistema immunitario di un bambino di soli 3 anni. L'infezione aveva portato gli anticorpi ad attaccare i globuli rossi, distruggendoli. È così che il piccolo residente nella zona di Conegliano ha sviluppato un'anemia acuta autoimmune dovuta proprio al contagio da Covid.

Si tratta di una complicanza estremamente rara, soprattutto a questa età. Dopo il primo ricovero a Conegliano, il bambino è stato trasferito nell'unità di Pediatria dell'ospedale di Treviso. E qui è stato curato attraverso una serie di piccole trasfusioni di sangue. Superato il momento critico, un paio di settimane fa ha potuto far ritorno a casa.

LE COMPLICAZIONI
Ora sta progressivamente recuperando le forze, assieme ai suoi genitori. «Il bambino ha sviluppato un'anemia emolitica da anticorpi freddi nel corso dell'infezione da coronavirus spiega Stefano Martelossi, direttore della Pediatria del Ca' Foncello l'infezione da Covid ha innescato una risposta immunitaria con produzione di anticorpi contro i globuli rossi. E la distruzione di questi ultimi ha causato l'anemia acuta. Il problema è stato risolto attraverso delle piccole trasfusioni. È stato un caso molto raro: il più particolare tra quelli che abbiamo visto in oltre un anno di epidemia da coronavirus». Dalla fine di febbraio del 2020 ad oggi sono stati complessivamente 23 i bambini e i ragazzi con meno di 14 anni positivi al Covid ricoverati nella Pediatria di Treviso. Tra questi, 8 nei primi mesi del 2021. Nel corso della prima ondata per due pazienti è stato necessario ricorrere alla Terapia intensiva. Adesso il quadro generale fa ben sperare.

IL FRONTE PEDIATRICO
Per i più piccoli si guardava con apprensione alla variante inglese. Ma nonostante la sua massiccia diffusione anche nella Marca (rappresenta praticamente il 90% dei contagi) fino da ora non si sono visti pesanti effetti sul piano dei ricoveri e della gravità delle malattie. «A livello ospedaliero fino a questo momento non abbiamo registrato un'impennata dei ricoveri conferma il primario della Pediatria il problema maggiore sta nella contagiosità. Per fortuna, almeno, non nella gravità della malattia».

INFIAMMAZIONE ACUTA
In tutto ciò, l'ospedale di Treviso è tra quelli in Veneto che ha contato più casi di Mis-C. È la super-infiammazione (sindrome multi-infiammatoria sistemica) che può sorgere tra le due e le sei settimane dopo l'infezione da coronavirus, presentando caratteristiche simili a quelle della malattia di Kawasaki. Sono stati in tutto 8 i bambini ricoverati con questa diagnosi. Due nei primi mesi di quest'anno. L'ultimo alla fine di marzo. Anche in questo caso è come se il sistema immunitario a un certo punto perdesse il controllo: le molecole che servono a combattere le infezioni danno vita a una iper-infiammazione che può essere anche molto seria, andando a colpire il cuore e l'apparato circolatorio, il fegato, l'intestino, la cute e pure i reni. «La frequenza è molto più elevata rispetto alla malattia di Kawasaki tira le fila Martelossi la differenza è che ora tale super-infiammazione viene riconosciuta in fretta. E questo ci permette di iniziare precocemente la terapia a base di cortisone e immunoglobuline». 

Ultimo aggiornamento: 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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