Coronavirus. Due tecnici dell'ospedale di Treviso positivi al tampone

Venerdì 24 Luglio 2020 di Mauro Favaro
Coronavirus. Due tecnici dell'ospedale di Treviso positivi al tampone

TREVISO Due tecnici dell'ospedale di Treviso, conviventi, sono stati contagiati dal coronavirus. Uno dei due aveva segnalato un lieve malessere. E' stato questo che ha fatto scattare i controlli. E i tamponi hanno confermato la positività di entrambi. Adesso sono in isolamento domiciliare. «L'indagine epidemiologica ha stabilito che con ogni probabilità sono stati contagiati da una vicina di casa, sintomatica spiegano dall'Usl il Covid-19 non è all'interno del Ca' Foncello: i due tenici sono stati controllati al loro rientro al lavoro. Questo ha consentito di bloccare tutto, tenendo le due persone positive fuori dall'ospedale». Subito dopo la conferma delle due positività è stato avviato lo screening che ha coinvolto le persone entrate in stretto contatto con i tecnici in questione. I primi 25 tamponi eseguiti sui colleghi di lavoro hanno dato tutti esito negativo. «A conferma dell'origine extra-professionale del contagio» sottolinea l'azienda sanitaria. 

POSITIVA ANCHE UN'ANZIANA
Ieri è risultata positiva anche un'anziana che presenta lievi sintomi dell'infezione da Covid-19. E' a casa, dove vive con i familiari. Il tampone è stato eseguito quando ha iniziato a sentirsi male. A fronte dell'esito positivo, è subito scattato l'isolamento domiciliare per le persone con le quali ha avuto contatti stretti nelle ultime due settimane. Verranno a loro volta sottoposte al test per il coronavirus. Ora si stanno ricostruendo i loro movimenti negli ultimi giorni. C'è anche da chiarire se qualcuno è rientrato di recente nella Marca da un Paese considerato a rischio. Il servizio Igiene e sanità pubblica dell'Usl ha fatto partire l'indagine epidemiologica. Isolare e controllare: è l'unica via per provare a capire da dove è arrivato il virus e per cercare di soffocare il focolaio sul nascere. Sempre ieri, infine, è risultato positivo al Covid-19 anche un paziente ricoverato nell'ospedale di Motta di Livenza. Il numero delle persone che stanno lottando contro l'infezione in ospedale sale così a quattro. Gli altri tre, i due anziani contagiati nel focolaio di Maser e una delle due loro badanti di origine moldava, sono ricoverati nel reparto di Malattie infettive di Treviso. Le preoccupazioni maggiori oggi arrivano proprio dai casi di importazione. Cioè dalle persone colpite da coronavirus che entrano nel trevigiano da un Paese a rischio, a partire dall'Est Europa. Si guarda alle badanti. Ma non solo. I timori riguardano anche la vendemmia. 

NUOVE INDICAZIONI
Verso settembre riprenderà il flusso dei lavoratori stagionali dai Paesi dell'Est Europa che arrivano nella Marca per raccogliere l'uva.

Ci si sta già organizzando per mettere in piedi un sistema di precauzioni e controlli volto a ridurre al minimo il rischio di contagi, anche con il coinvolgimento diretto dei datori di lavoro. L'argomento sarà affrontato nel tavolo che la Prefettura ha convocato per il 30 luglio, che vedrà la presenza di Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca. «L'arrivo a settembre di tanti lavoratori dai Paesi dell'Est impegnati in lavori stagionali in agricoltura potrebbe rivelarsi un problema spiega il prefetto Maria Rosaria Laganà ovviamente bisognerà capire se le frontiere saranno aperte. Ma è necessario prepararsi dando qualche indicazione alle aziende per capire come devono muoversi». L'idea è di mettere in conto un periodo di quarantena di due settimane, come già previsto per chi entra in Italia da diversi Paesi dell'Est Europa e dell'area dei Balcani. Ciò significherebbe anticipare l'arrivo alla seconda metà di agosto. «Servono delle indicazioni per capire a cosa potremmo andare incontro conclude Laganà e quali potrebbero essere le misure da adottare per fronteggiare l'importante domanda di lavoratori che c'è in questa provincia in quel periodo». 

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