TREVISO - «Stiamo iniziando a pagare l’Europeo di calcio. Adesso cominciamo a vedere l’effetto delle feste e degli assembramenti, senza distanziamento, che ci sono stati nelle piazze per celebrare i passaggi dei turni e la vittoria finale della Nazionale». Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl della Marca, inquadra così l’aumento dei contagi da coronavirus che si sta registrando nel trevigiano. In pochi giorni l’incidenza media è passata da 6 a 27 casi settimanali su 100mila abitanti.
LA NUOVA MAPPA
Di pari passo è cambiata anche la mappa dei contagi della Marca. I comuni non sono più tutti Covid-free. Undici sono risaliti sopra quota 50 casi a settimana per 100mila abitanti. Non si è ancora a ridosso della soglia dei 250 casi per distretto, che farebbe scattare nuove restrizioni. Ma l’andamento non fa dormire sonni troppo tranquilli. I grafici si sono impennati in particolare dopo i focolai esplosi in seguito alla festa privata a Jesolo e a quella di Ponzano che hanno portato a individuare 22 ragazzi positivi e a mettere in isolamento più di 250 persone, comprese le famiglie. I ragazzi che si sono ritrovati a Jesolo a vedere la partita dell’Italia provenivano quasi tutti dalla zona di Treviso Sud. Non a caso i contagi sono aumentati soprattutto nei comuni di Treviso, Zero Branco, Casier, Casale, Silea, Roncade e San Biagio. Oltre alla stessa Ponzano. E a questi si aggiungono Vidor, San Zenone e Castello di Godego, a loro volta tornati sopra i 50 casi a settimana per 100mila abitanti.
DISTRETTI E FASCE D’ETA’
L’andamento è confermato anche a livello di distretti. In quello di Treviso Sud l’incidenza è risalita a 60 casi. A Treviso Nord si è a 29. Mentre nei distretti di Asolo e Pieve di Soligo si resta rispettivamente a 14 e 7 contagi a settimana per 100mila abitanti. Oltre a rinnovare l’appello a vaccinarsi contro il coronavirus, comunque, dall’Usl predicano calma per quanto riguarda gli appuntamenti e le manifestazioni estive. L’importante è rispettare al meglio le misure di prevenzione contro la diffusione del Covid. «Non c’è una preoccupazione specifica per gli eventi estivi. Io stesso ho accompagnato i nostri operatori a fare i tamponi prima dei concerti. Lo stesso discorso vale quando si va a mangiare fuori -fa il punto il direttore generale- quel che è certo è che la diffusione dei virus tra i giovani rappresenta un problema non solo per loro ma anche per le persone fragili che stanno loro accanto. A breve lanceremo una campagna di sensibilizzazione in questo senso». Sono già stati contattati alcuni ragazzi che si sono vaccinati: saranno protagonisti di una serie di video che verranno diffusi sui social per invitare i coetanei a sottoporsi all’iniezione anti-Covid. E ci sarà un’iniziativa simile anche per quanto riguarda gli over 60. La situazione tra le fasce d’età è diversa. Le proiezioni dicono che al 13 agosto avrà ricevuto la prima dose solo il 39,6 per cento dei ragazzi tra i 12 e i 19 anni. Sopra i 60 anni la copertura arriverà invece all’87,3 per cento. Ma l’obiettivo non cambia: bisogna alzare l’asticella il più possibile. Da una parte richiamando gli adolescenti e dall’altra convincendo gli oltre 10mila over 60 trevigiani che non si sono ancora vaccinati. «Continuiamo con le vaccinazioni e i tamponi -conclude Benazzi- vaccinare, monitorare e far scattare gli isolamenti per arginare sul nascere nuovi focolai è l’unico modo per riuscire a tenere sotto controllo l’epidemia».