Covid, medici contagiati, guariti e di nuovo infettati nel giro di pochi mesi

Martedì 17 Novembre 2020 di Mauro Favaro
Covid, medici contagiati, guariti e di nuovo infettati nel giro di pochi mesi

TREVISO Contagiati due volte dal coronavirus nel giro di pochi mesi. È la disavventura vissuta da due medici trevigiani: uno specialista dell'area medica del Ca' Foncello e un dottore di base.

I timori riguardanti possibili reinfezioni sono stati confermati dai fatti. I numeri fortunatamente non sono altissimi: fino a questo momento poche persone, rispetto al totale dei contagiati, sono state colpite nuovamente dal Covid-19 dopo essersi già messe alle spalle una prima infezione. Ma i casi esistono. E questi aprono a mille possibili considerazioni sull'immunità, in buona parte ancora da esplorare. Quanto capitato ai due medici conferma una volta di più che nessuno può abbassare la guardia.

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«Purtroppo è una cosa che può capitare. L'abbiamo visto in modo diretto anche con un medico dell'ospedale -spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca- al momento non registriamo numeri elevati per quanto riguarda le reinfezioni. Ma non è una possibilità che può essere esclusa». Lo specialista dell'area medica del Ca' Foncello è stato contagiato per due volte dal coronavirus nel corso della prima ondata, tra marzo e aprile. All'inizio era stato coinvolto nel focolaio che aveva preso forma proprio nell'area medica. Di seguito si era negativizzato. Ma a quanto pare senza sviluppare gli anticorpi. Tanto che successivamente ha scoperto di essere stato infettato un'altra volta. E solo gli esami effettuati dopo la seconda quarantena hanno confermato la presenza degli anticorpi. La storia è simile a quella del medico di famiglia. Quest'ultimo è stato contagiato una prima volta ad agosto, quando la curva del contagio era al minimo ma non scomparsa. Finita la quarantena ha ripreso il proprio lavoro. A ottobre, però, ha scoperto di essere stato colpito un'altra volta. E così ha dovuto affrontare un secondo isolamento in meno di tre mesi, per fortuna senza sviluppare sintomi pesanti.

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Insomma, il Covid non molla la presa. Purtroppo lo confermano anche i decessi: negli ultimi cinque giorni sono mancate 13 persone, tra i 66 e i 95 anni, che dopo la positività erano state ricoverate negli ospedali trevigiani. «Tutte avevano altre patologie pregresse» specificano dall'azienda sanitaria. E ovviamente non è una consolazione per nessuno. Con questi ultimi, salgono a 447 i decessi registrati nella Marca in quasi 9 mesi di epidemia, cioè dalla fine dello scorso febbraio ad oggi. Proprio in questi giorni si è nel picco massimo dei contagi. E ora, dopo il periodo di incubazione, si attende anche il picco dei ricoveri in ospedale. L'Usl prevede di toccarlo tra domani e giovedì. È il momento più difficile della seconda ondata. Ieri Benazzi ha annunciato che i reparti di chirurgia dei vari ospedali saranno temporaneamente accorpati, con la parallela riduzione degli interventi non urgenti, per recuperare personale. «Non creeremo altri reparti Covid -sottolinea il direttore generale- ma andremo a integrare e supportare il personale dei reparti Covid già esistenti». È indispensabile.

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Ieri sono emerse 403 nuove positività. Il virus è inoltre entrato in 307 classi delle scuole: 121 sono in quarantena (che scatta anche per un solo caso dal nido alla prima elementare o per più casi nello stesso gruppo dalla seconda elementare all'ultimo anno delle superiori) e 186 sono in auto-monitoraggio (quando si registra un solo caso per sezione dalla seconda elementare in su). In quasi 9 mesi sono stati complessivamente colpiti oltre 20.500 trevigiani. Più della metà, esattamente 11.369 persone, stanno combattendo proprio in queste ore contro l'infezione da coronavirus. Sono 435 i pazienti Covid positivi attualmente ricoverati negli ospedali. Quello di Montebelluna, che ne conta 118, è ormai al limite. L'obiettivo è aprire quanto prima l'ex ospedale Guicciardini di Valdobbiadene con i suoi 60 posti. Si punta a farlo entro questa settimana. Tra i 435 ricoveri, purtroppo sono aumentati anche quelli in Terapia intensiva. Oggi sono 32 le persone che hanno bisogno della Rianimazione. I numeri sono stabili a Treviso e Conegliano (rispettivamente 15 e 5) mentre sono più che raddoppiati tra Montebelluna e Vittorio Veneto: la prima è passata da 2 a 6 e la seconda da 3 a 6.

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Ultimo aggiornamento: 18 Novembre, 10:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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