Dalle medie alla maturità: nella Marca 15mila studenti verso gli esami

Giovedì 14 Maggio 2020 di Mauro Favaro
Restano le incertezze sullo svolgimento degli esami di maturità
TREVISO - Sono oltre 15mila gli studenti trevigiani che attendono di conoscere il loro futuro. Quelli all'ultimo anno delle superiori, circa 7mila, cercano lumi su come si svolgerà l'esame di maturità nell'era del coronavirus. Ormai manca meno di un mese. Gli altri, invece, sono i ragazzi che stanno concludendo le medie. Loro sanno già che quest'anno non ci sarà un esame vero e proprio. L'appuntamento finale è stato inquadrato come una semplice esposizione. In sostanza dovranno illustrare a distanza, in video-conferenza, il lavoro svolto su un argomento che è stato assegnato proprio in questi giorni. Ma l'ansia non è troppo diversa. 
IL QUADRO
Al momento non ci sono certezze. Il governo ha sfornato solo bozze. Gli studenti delle superiori torneranno a scuola per affrontare l'esame orale, tassativamente con mascherina, guanti o gel igienizzante e rispettando le distanze anti-contagio. Sarà di fatto questa l'unica vera prova della maturità di quest'anno. L'inizio è stato fissato per il 17 giugno. La commissione sarà composta dai loro stessi professori. Solo il presidente sarà esterno. L'esame durerà al massimo un'ora e prevederà la discussione di un elaborato sulle materie di indirizzo, l'analisi di un breve testo letterario e del materiale scelto dalla commissione. Nella stessa occasione, gli studenti esporranno anche l'attività svolta nell'ambito dell'ex alternanza scuola lavoro e risponderanno a dei quesiti sui temi della cittadinanza e della Costituzione. 
L'ORGANIZZAZIONE
«Ci stiamo organizzando per l'esame in presenza attraverso un piano specifico e l'acquisto di strumenti come termo-scanner, dispenser per gel igienizzante e così via spiega Antonia Piva, preside del Duca degli Abruzzi ma attendiamo ancora indicazioni certe dal ministero, anche per quanto riguarda i protocolli nazionali di sicurezza». Anche il liceo Canova si sta muovendo nella stessa direzione. «Abbiamo gli spazi adeguati per rispettare le prescrizioni sul distanziamento. C'è qualche dubbio solo sulla presenza del pubblico. Forse sarebbe meglio evitarlo in queste circostanze specifica la preside Mariarita Ventura è importante riuscire a fare l'esame in presenza, senza video-conferenze a distanza, per arrivare a una degna conclusione del percorso scolastico. A riguardo, in particolare, mi sembra equilibrata l'idea di suddividere il peso delle prove riservando fino a 60 punti per il percorso scolastico compiuto da ogni studente nell'arco dell'ultimo triennio e i rimanenti 40 punti per l'esame vero e proprio». 
L'ESPOSIZIONE
Alle medie le cose sulla carta paiono un po' più semplici. Ma in realtà la necessità di modificare tutto le rende ancora più complicate di prima. Qui l'esame sarà sostituito dall'esposizione di un lavoro in video-conferenza. Il punto è che i ragazzi dovranno presentare l'elaborato prima della fine dell'anno scolastico. Cioè prima del 6 giugno. E ormai il tempo scarseggia. «Le tempistiche sono strettissime. Noi abbiamo oltre 200 ragazzi, otto classi più 15 privatisti. Per riuscire a rispettare la scadenza dovremmo iniziare con le prime esposizioni già il 22 maggio sottolinea Antonio Chiarparin, preside dell'istituto comprensivo Stefanini di Treviso le cose sono complicate perché deve essere presente l'intero consiglio di classe. Ma se l'anno scolastico non è ancora terminato, nel frattempo chi farà le normali lezioni previste per gli alunni del primo e del secondo anno?». Qualcuno ha avanzato l'ipotesi di rinviare le esposizioni a dopo il 6 giugno. Questo, però, le renderebbe dei veri e propri esami. E le cose cambierebbero ulteriormente. «Al momento la terza è stata di fatto trasformata in una classe intermedia riassume Chiarparin a partire dall'esposizione, i docenti valuteranno il lavoro portato avanti dai ragazzi nell'intero anno scolastico».
I MALUMORI
Non mancano i malumori. Alcuni studenti delle superiori hanno proposto uno sciopero delle lezioni a distanza per protestare contro l'assenza di certezze in merito alla maturità. Ma si tratta di singole prese di posizione. «Come Rete degli studenti non sosteniamo questo tipo di sciopero fa sapere Carlo Garzara, studente dell'Alberini, coordinatore della Rete di Treviso resta però il fatto che deve sempre essere garantita la sicurezza degli studenti». Anche gli insegnanti sono in subbuglio. Delle sigle sindacali autonome hanno proclamato uno sciopero proprio per domani. In tempi di lezioni a distanza, i professori che non intenderanno aderire dovranno accedere a Google e firmare un modulo per confermare la propria presenza. 
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