Caos spritz, l'allarme del direttore dell'Uls della Marca: «E' una tragedia, così ripartono i contagi»

Mercoledì 20 Maggio 2020 di Denis Barea Giuliano Pavan
Caos spritz, l'allarme del direttore dell'Uls della Marca: «E' una tragedia, così ripartono i contagi»
TREVISO - «È una tragedia, così riparte l'infezione e non sarà mai finita». Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca, ha appena finito di guardare alcune delle immagini riprese in centro a Treviso lunedì sera: persone, soprattutto giovani, che non mantengono la distanze di sicurezza e parlano tra loro senza mascherina. Istantanee di un clima da liberi tutti che non sono piaciute al direttore generale dell'Uls 2, preoccupato che l'indice di contagio possa riprendere forza. «Oggi - spiega - siamo arrivati a 0,2, significa che per ogni 10 infetti se ne ammalano due. È il risultato del lungo lockdown che i trevigiani hanno voluto e saputo rispettare con il distanziamento sociale rimanendo in casa per oltre 60 giorni. È stata dura e sono il primo che se ne rende conto, ma adesso cosa succede? Arrivato il momento di raccogliere i frutti dell'enorme sforzo che abbiamo fatto per colpa di qualcuno che non ha capito nulla torniamo ad essere in pericolo». 

IL MESSAGGIO
Benazzi lancia un messaggio: «Così, cari ragazzi, non solo mettete a rischio la vostra salute e quella dei vostri cari ma l'intera economia della regione. Quello che, per intenderci, fa funzionare anche il nostro modello di sanità veneta. È stato un periodo molto duro e difficile per la gente, costretta a un isolamento irreale e con rapporti sociali rarefatti se non proprio inesistenti. Capisco i giovani, c'era voglia di uscire, di trovarsi con gli amici e di bere insieme, ma è troppo presto per cantar vittoria: il Covid è ancora là fuori e basta la minima disattenzione dettata dalla sottovalutazione dei rischi a far ripartire l'infezione. Del resto i cluster funzionano così: una bicchierata insieme, una partita a carte e quello che era contagiato ne ha infettati altri 5, che a loro volta hanno tramesso il coronavirus ad altri 5 e cosi via. Basta che ci sia un asintomatico per far riaccendere un fuoco che per il momento è nascosto sotto la cenere e non è spento». 

IL PICCO
E infatti le autorità sanitarie della Marca si stanno preparando a fronteggiare un possibile secondo picco. «È chiaro che il virus sta perdendo forza, ma noi non abbiamo abbassato la guardia. A Treviso alcuni ospedali Covid non sono stati chiusi, abbiamo pronti tre volte il numero di posti letto disponibili e alcuni reparti di terapia intensiva sono stati messi sotto chiave ed entreranno in funzione se sarà il caso. Ma è soprattutto l'economia a non potersi permettere un nuovo lockdown. Il lungo stop è stato tremendo per le nostre aziende, praticamente l'intero tessuto produttivo è stato raso a zero e la ripartenza sarà molto complicata. E la sanità veneta ha bisogno di denaro per funzionare e per continuare a essere un esempio a livello nazionale. Ma così si rischia di vanificare tutti gli sforzi fatti fino ad questo momento».

IL PROBLEMA
Un guasto alle apparecchiature di Padova ha nel frattempo rallentato i referti dei tamponi. Complice anche l'aumento dei test e la scarsità di reagenti. «Le due macchine che a Padova dal 25 febbraio lavorano 24 ore su 24 per processare 4-5mila tamponi al giorno - spiega il dg padovano Luciano Flor - hanno avuto un guasto. Domani torneranno a regime. Per la prossima settimana è previsto l'arrivo di due macchine nuove che consentiranno di portare a 8mila al giorno il numero di tamponi processati».

IL BOLLETTINO
Al di là degli intoppi, i numeri del contagio dicono che Treviso si sta liberando dalla morsa del Covid. Anche ieri i dati sono stati più che positivi. A partire dalle vittime: restano 303, non è stato registrato alcun decesso. Attualmente i trevigiani positivi sono 686, due in meno rispetto a lunedì. Così come solo 2 sono i nuovi contagiati, portando il totale a 2.645. Crescono di quattro unità i guariti, arrivati a quota 1.656, così come aumentano i pazienti dimessi dall'ospedale: sono 705, otto in più. Sono invece 44 le persone ricoverate, e solo una in terapia intensiva. La variazione più ampia riguarda gli isolamenti domiciliari: ieri altre 67 persone hanno riacquistato la possibilità di uscire di casa, 665 rimangono in quarantena.
 
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