La scusa di un automobilista sul Terraglio: «Andavo al night». Già 600 multe

Domenica 22 Marzo 2020 di Giuliano Pavan
Una volante della polizia in piazza della Vittoria a Treviso pronta a eseguire controlli
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TREVISO Seicento denunce in due settimane. Una media di oltre 40 al giorno da quando la provincia di Treviso è stata classificata come zona rossa, 24 ore prima che i provvedimenti venissero estesi a tutta l’Italia. Un dato che andrebbe riferito però alle giornate effettive di controlli a tappeto, visto che le prime due sono servite più per sensibilizzare la cittadinanza che per punire le violazioni al decreto del presidente del consiglio dei ministri. In questo caso si arriverebbe a 50 denunce quotidiane in provincia di Treviso a carico di persone che sono state trovate in giro senza un giustificato motivo. A fornire i numeri è la Prefettura, dove confluiscono tutti i verbali staccati da polizia, carabinieri e polizia locale (che ieri ha denunciato 17 persone, ndr). E il prefetto Maria Rosaria Laganà sottolinea che sono destinati a crescere, non avendo ancora sotto mano tutte le effettive violazioni commesse dai trevigiani in questo periodo di quarantena forzata. 

Picnic di gruppo nel parco blindato: 7 amici nei guai

IL QUADRO
Gli uomini della questura di Treviso, soltanto nella giornata di venerdì tra il centro storico e l’immediato hinterland, hanno denunciato sei persone trovate a spasso non per motivi di lavoro e di necessità. L’attenzione dei poliziotti si è concentrata sulle arterie solitamente di maggior traffico, in particolare Terraglio e Feltrina. E proprio lungo la statale che collega Mogliano Veneto al capoluogo è stato fermato, alle 5 del mattino, un 50enne pordenonese il quale, in barba ai divieti imposti dal governo, alla guida della sua auto aveva già percorso una settantina di chilometri per arrivare a Preganziol e si apprestava a farne altrettanti per tornare a casa. Tutto per andare al New Mille Lire (che tra l’altro è chiuso da fine febbraio proprio per le disposizioni riguardo ai locali di intrattenimento imposte dal premier Giuseppe Conte, ndr) e godersi una serata di lap dance e la compagnia di una schiera di ragazze seminude per dimenticare la noia della reclusione domiciliare. Un bisogno personale, certo, ma non previsto tra quelli necessari che possono giustificare un’uscita di casa, soprattutto in orario notturno. I poliziotti che lo hanno fermato gli hanno così notificato ala denuncia per la violazione all’ex articolo 650 del codice penale, ovvero la mancata osservanza di un provvedimento disposto dall’autorità. Anche per lui dunque ammenda di 206 euro o arresto fino a tre mesi, con la possibilità di oblare il decreto penale di condanna per ritrovarsi la fedina penale pulita. 

L’AREA DI SERVIZIO
Non è andata diversamente a quattro amici di origine albanese beccati dalle volanti venerdì mattina attorno alle 11. Il gruppetto è stato fermato in uno dei posti di controllo lungo la Feltrina. Già il fatto di essere tutti a bordo della stessa auto rappresenta un motivo per essere sanzionati dato che, non essendo nemmeno conviventi, non hanno rispettato la distanza minima di un metro. Se poi come giustificazione hanno riferito agli agenti di essersi ritrovati appositamente per fare aperitivo e scambiare quattro chiacchiere nell’unico bar aperto (quelli nelle aree di servizio sono infatti esentati dalla chiusura, ndr), pur essendo a conoscenza per loro stessa ammissione delle disposizioni ministeriali, ai poliziotti non è rimasto altro da fare che far scattare la denuncia per tutti. 

IL PARRUCCHIERE
Qualche ora più tardi, stavolta in via Pisa, a incappare in un controllo di una volante è stato un kosovaro di vent’anni.

Il giovane, convinto di essere nel giusto, ha giustificato la sua presenza per le vie della città sostenendo di essere andato da un amico a farsi tagliare i capelli. Il ragazzo, nonostante i poliziotti abbiano pazientemente cercato di spiegargli che quel motivo non sarebbe certamente rientrato nei motivi di necessità che giustificano gli spostamenti sul territorio nazionale, è rimasto convinto che fosse suo diritto andare a tagliarsi i capelli, rilasciando anche l’apposita autocertificazione. Anche nei suoi confronti è scattata una denuncia per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. Ma non sono le uniche. In tutti i comuni della provincia i controlli a tappeto hanno portato a riscontrare che la gente ancora non ha capito che rischio corre a uscire di casa per noia. Molti verbali infatti devono ancora arrivare in Prefettura, segno che il totale delle denunce è destinato, già oggi, ad aumentare. 

Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 11:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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