Coronavirus. Cittadini tutti a casa, e le multe arrivano quasi a zero

Lunedì 30 Marzo 2020
Coronavirus. Cittadini tutti a casa, e le multe arrivano quasi a zero
TREVISO La gente ha capito. Su cento controlli effettuati solo una sanzione elevata. E nessuna violazione per le attività commerciali, in media 40 al giorno. I messaggi martellanti sui comportamenti da tenere per evitare la diffusione del contagio hanno finalmente portato a un risultato: le denunce per chi va in giro senza motivo sono prossime allo zero. Dopo le quasi 900 spiccate in provincia dall'inizio della quarantena forzata, gli ultimi dieci giorni hanno registrato un netto calo rispetto al trend iniziale. Di casi ce ne sono ancora, ma la diminuzione è costante. Quasi al di là delle previsioni. Può dipendere dalla paura sempre più alta di contrarre il virus, o dal rischio di dover sborsare centinaia se non migliaia di euro dopo la sostituzione della denuncia penale una multa salata. E non vale solo per i privati cittadini: le attività commerciali sono le prime a dare l'esempio. Lo confermano i dati della Polizia locale di Treviso che negli ultimi nove giorni ha fatto scattare solo una denuncia. 

I NUMERI
Il dato in sé conta poco se non raffrontato con il numero di controlli. E proprio sul punto il comandante dei vigili trevigiani, Andrea Gallo, ha sottolineato che l'attività su strada degli agenti è continua. «Soltanto ieri mattina abbiamo controllato 41 attività commerciali e sei persone in strada, tutte in auto - afferma Gallo - E non abbiamo riscontrato alcuna irregolarità. I negozi che devono rimanere chiusi erano chiusi, mentre quelli aperti per legge hanno rispettato tutte le misure di sicurezza previste. Per quanto riguarda le auto fermate, i conducenti (tutti al volante da soli, ndr) avevano un valido motivo, certificato, per essere fuori casa». 

LE ATTIVITÀ
In un programma interforze con polizia e carabinieri, la polizia locale di Treviso porta a termine in media una sessantina di sopralluoghi nei negozi ogni giorno e all'incirca una decina di controlli sulle persone che vengono trovate in strada. Se rapportati al numero irrisorio di sanzioni, i dati sottolineano come le abitudini dei trevigiani siano cambiate. L'adattamento alle nuove regole sociali, in attesa della fine dell'emergenza, sembra essere stato condiviso da quasi tutti i cittadini. «I trevigiani si stanno comportando bene - sottolinea il comandante Gallo - Una grossa mano ce la stanno dando gli imprenditori e i lavoratori che continuano le rispettive attività. Penso ad esempio ai supermercati dove i dipendenti fanno rispettare le regole ai clienti, che senza alcuna polemica eseguono».

LE NOTE DOLENTI
Se da un lato le restrizioni sembrano pesare meno dell'inizio, dall'altro c'è chi continua a non rispettare le regole. È il caso di due 50enni trevigiani che hanno continuato a girare casa per casa per raccogliere ferro vecchio. Una volta controllati, si è scoperto che non avevano nemmeno il permesso per farlo. Per loro è scattata la denuncia per trasporto abusivo di rifiuti e, ovviamente, per la violazione delle disposizioni dell'autorità riguardo al coronavirus. In più il furgone è stato posto sotto sequestro dalla Polizia locale. A Colfosco di Susegana, invece, un giovane imprenditore è stato multato perché trovato fuori casa. «Ma ero a 150 metri da casa - afferma Paolo Zanin - Se l'ordinanza regionale vietasse qualsiasi uscita il problema non si sarebbe posto. Ma il testo dice che per svolgere attività fisica o portare fuori il cane si può restare entro i 200 metri. Ed è quello che ho fatto». La Polizia è stata però inamovibile: verbale da 400 euro poi ridotto a 280 perché, si legge nel verbale, «violava le prescrizioni atte al contenimento lasciando senza giustificato motivo il proprio domicilio». «Non ho cercato scuse - sottolinea Zanin - Ho spiegato che ero uscito in pantaloncini per fare 200 metri e tornare indietro. I poliziotti mi hanno risposto che il governatore Luca Zaia può dire quello che vuole, ma che se non si ha un cane da portare fuori o le sigarette da andare a comprare, bisogna stare a casa». A Pederobba infine un gruppo di cinque giovani sui trent'anni ha pensato bene di insultare i volontari della Protezione civile intenti a distribuire le mascherine. «Pensate ai fatti vostri, noi facciamo ciò che vogliamo» hanno gridato. Il tutto scatenato dall'invito dei volontari di tornare a casa. Amareggiato il sindaco Marco Turato: «Si è trattato di un fatto vergognoso. Il lavoro dei volontari è prezioso per ciascun cittadino. L'unica risposta possibile è che il cervello di qualcuno è davvero limitato».

Giuliano Pavan
Federico Fioretti
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