«Tremila in piazza un rischio altissimo, mai più così»: l'ultimatum del prefetto

Mercoledì 28 Ottobre 2020 di Paolo Calia
Manifestazione Treviso
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TREVISO - «Tremila persone in piazza sono state un rischio altissimo. Ci avevano annunciato non più di duecento partecipanti, ne sono arrivati invece quasi quanti se ne vedono per la festa di Natale. Capisco i disagi delle categorie e la necessità di dimostrare le proprie ragioni: ma così, in questa situazione, è pericoloso. Poi non mi sono piaciuti i toni di certi interventi politici, delle istituzioni bisogna sempre avere rispetto». Il prefetto Maria Rosaria Laganà non nasconde la propria irritazione per quanto visto in piazza lunedì sera. Troppe persone e troppo vicine, anche se con la mascherina correttamente indossata, altissimo il rischio di nuovi contagi. Inoltre troppe, e troppo veementi, le critiche riversate addosso al governo: «Un politico - osserva il prefetto - sa benissimo che quando si prende una decisione si scontenta qualcuno. Certi toni da campagna elettorale, adesso che è finita, sono stati fuori luogo. Inneggiare alla piazza non ha mai fatto bene a nessuno». E uno degli interventi a finire nel mirino del prefetto, anche se non citato direttamente, è stato quello dell'assessore regionale Federico Caner, a tratti durissimo nell'attaccare le scelte fatte nell'ultimo Dpcm: «Capisco la posizione del prefetto, che stimo - precisa Caner - ma non ho offeso nessuno e non rinnego nulla di quello che ho detto. È vero, ho parlato alla piazza usando toni da comizio. Ma sono rimasto nel lecito e confermo tutto: a Roma si stanno dimostrando degli incompetenti nella gestione di questa emergenza. E non hanno voluto ascoltare le regioni: non solo il Veneto, ma nessuno. E poi è intollerabile che le regioni a statuto autonomo, come l'Alto Adige, abbiano potuto spostare l'orario di chiusura di bar e ristoranti alle 22, esattamente quello che chiedevamo noi. In questi casi non ci possono essere due pesi e due misure. Se il Governo vuole arrivare alla chiusura totale lo dica chiaramente. E se ne prenda la responsabilità fino in fondo».
LA SFIDA

Il prefetto però non entra nel merito dei temi trattati, la sua irritazione è tutta per la forma: «Un assembramento del genere non si doveva fare - ripete - in questo momento la salute pubblica deve essere al primo posto. Se il contagio non rallenta si corre il pericolo di avere provvedimenti ancora più duri». E quanto accaduto mette in dubbio che, anche in futuro, manifestazioni del genere possano essere autorizzate: «Non è la Prefettura che dà questo genere di autorizzazioni - precisa - ma la Questura. In questo caso, per andare incontro all'esigenza di poter esprimere il proprio dissenso, si è passati sopra al mancato preavviso: l'annuncio della manifestazione è arrivato solo la sera prima, ma la scelta fatta è stata di accogliere la richiesta senza sollevare problemi. Però erano state annunciate massimo 200 persone, un numero che avrebbe consentito il rispetto delle distanze. Non tremila. Non penso che ci siano le condizioni per organizzare altre manifestazioni di queste dimensioni in futuro». Sul problema del numero, Caner concorda: «L'assembramento c'è stato, inutile negarlo - ammette - ma capisco bene gli organizzatori, quando la gente arriva non è possibile mandarla via. E in tanti sono arrivati anche da fuori. Ma questo dà anche l'idea del livello di esasperazione. Parliamo di persone che vedono a rischio il loro lavoro, le loro piccole aziende». La manifestazione in piazza, in questo caso, diventa una sorta di valvola di sfogo anche senza esagerazioni: «Ero sicura che i trevigiani si sarebbero comportati bene - riprende il prefetto - non avevo alcuna preoccupazione per questo. Ma, a maggior ragione, ho trovato fuori luogo i toni utilizzati. Su tremila ce ne può sempre essere uno che si fa trasportare creando poi problemi veri». Molto critico per come si è svolta la manifestazione e per l'intervento di Caner è anche Luigi Calesso (Treviso Civica): «Qualche nota lo merita il comportamento degli esponenti politici presenti. L'assessore regionale Caner, invece, va registrato che in merito alle proteste dei manifestanti non ha avuto nulla da dire su quanto lui e la giunta regionale di cui fa parte hanno fatto o hanno intenzione di fare, preferendo intonare un comizio contro il governo nazionale».
L'INCONTRO

Intanto oggi i vertici di Treviso Imprese Unite, i promotori della manifestazione in piazza, incontreranno proprio il prefetto e presenteranno le loro proposte per aiutare le categorie in difficoltà: «Siamo pronti a non fermarci qui - ribadiscono in una nota - e a riattivare azioni di protesta nel caso in cui non dovessimo ottenere riscontri tempestivi».
Paolo Calia
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