Farmaci contro il Coronavirus. L'azienda trevigiana che sperimenta molecole con effetti anti-virali

Lunedì 11 Maggio 2020 di Mattia Zanardo
Farmaci contro il Coronavirus. L'azienda treviginana che sperimenta molecole con effetti anti-virali
ISTRANA Ospedali, centri di ricerca, istituzioni pubbliche e industrie private in tutto il mondo sono impegnate a mettere a punto prodotti e farmaci utili contro il Covid19. In questa mobilitazione globale è coinvolta anche Labomar: l'azienda di Istrana, specializzata in integratori alimentari, dispositivi medici, alimenti a fini medici speciali e cosmetici, sta infatti lavorando su alcune molecole con effetti anti-virali che, se gli studi daranno gli esiti sperati, oltre che contro altri agenti patogeni potrebbero essere impiegate anche nelle cure del coronavirus responsabile dell'attuale pandemia. Si tratta di progetti portati avanti in coordinamento con prestigiosi enti di ricerca, ad esempio l'Istituto Humanitas di Milano, e in alcuni casi hanno già raccolto l'interesse di multinazionali del settore. 

L'ATTIVITÀ
Un altro ambito su cui Labomar si sta concentrando, anche in un'ottica che va oltre l'emergenza in corso, riguarda gli anti-infiammatori: tra i vari filoni, i tecnici dell'impresa sono all'opera su una materia prima naturale con queste proprietà e un componente per ridurre gli effetti collaterali dei cosiddetti Fans, i farmaci anti-infiammatori non steroidei. L'innovazione, del resto, qui è di casa: «L'attività di ricerca e sviluppo ha da sempre un ruolo fondamentale nella nostra azienda, con una ventina di persone dedicate, e ogni anno registriamo in media un paio di brevetti», spiega il fondatore e amministratore delegato Walter Bertin. Nata 22 anni fa dal laboratorio annesso alla farmacia che la famiglia Bertin gestisce a Istrana da inizio 900, Labomar è oggi una realtà con tre impianti produttivi, oltre duecento addetti nella Marca e altrettanti clienti in tutto il mondo, tra cui alcune delle maggiori case farmaceutiche e nutraceutiche, e un fatturato di 57 milioni di euro nel 2019. 

L'IMPRESA
Lo scorso novembre ha acquisito un'altra impresa in Canada, con una settantina di dipendenti. Dato il settore di appartenenza, anche durante l'emergenza non si è mai fermata, rafforzando i già rigorosi requisiti di sicurezza (già in precedenza, ad esempio, nei reparti produttivi si entrava solo con camici, copricapi e copricalzari sterili). «Si fa ovviamente un po' più di fatica - nota Bertin -, ma ci sono anche delle opportunità: stiamo cercando di essere vicini ai clienti sfruttando anche gli strumenti di comunicazione digitale. Ci sarà probabilmente un rallentamento, ma grazie alle nostre peculiarità e agli alti standard di produzione che possiamo garantire, potremmo acquisire nuovi clienti». 

L'ANALISI
Sulla situazione generale, l'imprenditore, che fa anche parte del consiglio di presidenza di Assindustria Venetocentro, non rinuncia ad un prudente ottimismo: «Il potere d'acquisto di varie famiglie rischia di cambiare e le aziende che, negli anni scorsi, non hanno saputo diversificare il proprio mercato, potrebbero andare incontro ad alcune difficoltà. Ma se in autunno non si verificherà una nuova recrudescenza del virus, sono fiducioso che le cose possano sistemarsi entro fine anno e le imprese in salute possano diventare più forti, in grado anche assorbire eventuale personale dalle altre». Nel frattempo, Labomar non trascura la solidarietà: ha riconvertito parte delle sue linee per produrre gel igienizzante per mani e ne ha donato 6.240 flaconi, insieme a 13mila mascherine, all'ospedale di Treviso, mentre numerose altre forniture gratuite sono state indirizzate ai carabinieri, alla polizia e alle istituzioni della provincia, con l'impegno a rinnovarle fino a fine emergenza. 
Mattia Zanardo
Ultimo aggiornamento: 14:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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