Torna dal Kosovo positivo al Covid: 4 familiari in quarantena

Mercoledì 8 Luglio 2020 di Mauro Favaro
Ieri un kosovaro 57enne si è presentato al Ca Foncello con la febbre
TREVISO È rientrato dal Kosovo venti giorni fa. Ieri si è rivolto al pronto soccorso dell’ospedale di Treviso. E qui è risultato positivo al coronavirus. Si tratta di un uomo di 57 anni. Ora si trova in isolamento domiciliare assieme a tutta la sua famiglia. Sono in tutto quattro le persone in quarantena: oltre al diretto interessato, sua moglie, il figlio e la nuora.
Oggi verranno eseguiti i tamponi di controllo sui familiari per capire se anche loro sono stati contagiati. Nel frattempo i loro contatti con altre persone sono stati azzerati per scongiurare il rischio di una diffusione del Covid-19 e la nascita di un focolaio. Il 57enne non lavora. Di conseguenza non sarà necessario allargare l’indagine. Allo stesso tempo, però, l’Usl della Marca verificherà se ci sono stati altri contatti al di fuori dell’ambito familiare.
L’uomo risultato positivo era rientrato nel trevigiano dal Kosovo lo scorso 17 giugno. Sarà necessario ricostruire gli spostamenti delle ultime tre settimane. Quel che è certo è che, dopo il caso del vicentino e quelli registrati in Friuli, c’è un nuovo caso di contagio da Covid-19 legato alla zona del Balcani. Un aspetto che non fa dormire sonni troppo tranquilli, visto che in quellarea l’epidemia sta ancora imperversando. Non è nemmeno escluso che il 57enne possa essere stato colpito da una variante del coronavirus più infettiva di quella vista in questo periodo in Italia. Lo screening portato avanti negli ospedali dell‘Usl della Marca, comunque, ha dimostrato di funzionare a dovere. La buona notizia è che l’uomo non ha avuto bisogno di essere ricoverato. Adesso si andrà a caccia di eventuali altri contagi per stringere il cerchio e soffocare quanto prima ogni possibile forma di focolaio.
GLI ESAMI
Tutti negativi invece gli esiti del test anticovid effettuato sulle persone che sono entrate in relazione con il 55enne risultato positivo e iscritto alla piscina di Valdobbiadene. Sospiro di sollievo per le tredici persone residenti nel trevigiano che sono venute a vario titolo in contatto con lui. Per i compagni di nuoto è cessata l’emergenza, mentre le persone che sono andate in passeggiata con lui e il collega di lavoro resteranno precauzionalmente in quarantena per 15 giorni. Si chiude così, con una sostanziale cessata emergenza, la vicenda che nei giorni scorsi ha destato apprensione nell’Altamarca. Dal luogo di lavoro alla piscina alla camminata in montagna: in poche ore è stato possibile impedire il potenziale propagarsi del virus.
L’ALLARME
L’allarme era scattato la scorsa settimana dopo che l’uomo, un 55enne che lavora alla Cementirossi, aveva avvertito qualche lieve sintomo influenzale e si era presentato dal medico curante. «Non saprei dire in che modo posso aver contratto il Covid» avrebbe detto l’uomo ai sanitari dell’Usl quando, nei giorni scorsi, si è sottoposto al tampone. «Dalle sue testimonianze, rintracciando i diversi contatti, abbiamo ricostruito gli spostamenti delle ultime settimane - conferma il direttore generale Francesco Benazzi - il 55enne era ferie ma non ha fatto viaggi all’estero. È stato a casa, ha effettuato un’escursione in montagna e una gita a Jesolo. Oltre alla lezione di hydrobike». L’azienda ha però accelerato sui tamponi per poter consentire alle persone entrate in contatto con il positivo di uscire dall’isolamento e riprendere la propria vita. I controlli si sono concentrati anche sul luogo di lavoro, dove l’uomo è rientrato dopo alcuni giorni di ferie.
L’AZIENDA
Alla Cementirossi di Pederobba il direttore Maurizio Schininà conferma come la situazione sia sotto controllo. «Non abbiamo evidenza di alcun contagio. Il lavoratore è rientrato da una settimana di ferie. Lunedì nessun problema al triage con il termoscanner. Martedì mattina neppure. Poi nel pomeriggio ha accusato lievi sintomi influenzali ed è andato a casa. Il medico curante ha prescritto il tampone ed è emersa la positività, ma il virus non è quasi sicuramente stato contratto in azienda». Schininà conferma come all’ingresso tutti i dipendenti e i fornitori esterni debbano passare il trage obbligatorio con misurazione della temperatura, giorno e notte. «Abbiamo 3 persone in servizio 24 ore. Poichè il lavoro della persona risultata positiva al Covid si svolgeva in una stanza singola, non ci sono state richieste altre misure di isolamento, a eccezione di un collega. Peraltro mi fa piacere confermare che il lavoratore si è ripreso e sta bene. Permane, chiaramente la misura di isolamento per due settimane». L’esperienza ha consentito di agire con tempestività. Il tracciamento è stato puntuale e velocissimo. Ma ieri il centralino della piscina di Valdobbiadene è stato preso d’assalto. «Abbiamo ricevuto quasi cento telefonate di richieste di chiarimento - informa Giovanni Menegon, presidente del Monte Nuoto - teniamo a ribadire l’assoluta sicurezza della piscina: abbiamo svolto tutte le sanificazioni del caso e i controlli sono serrati. Chiedo agli utenti razionalità e buonsenso:noi garantiamo la massima sicurezza». Anche il sindaco Luciano Fregonese ha voluto ribadire l’appello al buonsenso. «Dobbiamo abituarci a queste procedure, che sono sacrosante e vanno nella direzione di tutelare la salute di tutti. Solo così possiamo fermare gli eventuali contagi». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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