Coronavirus, al vaglio la chiusura dell'aeroporto di Treviso, -70% dei passeggeri. Save ci pensa: tutti i voli a Venezia

Sabato 7 Marzo 2020 di Elisio Trevisan
Coronavirus, al vaglio la chiusura dell'aeroporto di Treviso, -70% dei passeggeri
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Con un calo drammatico del 70% dei passeggeri e previsioni di peggioramento sino all'80% entro i prossimi giorni, il presidente di Save, Enrico Marchi, sta valutando se chiudere l'aeroporto di Treviso e concentrare tutte le attività al Marco Polo di Tessera: «Sì, stiamo ragionando sulla chiusura del Canova. Operativamente non sarebbe un problema dato che a ottobre del 2017 l'avevamo già fatto per consentire di rifare le piste dello scalo della Marca, ma questa volta sarebbe una decisione dettata dalle conseguenze dell'emergenza coronavirus».

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IL CONFRONTO
Ieri mattina Enrico Marchi, il presidente della società che gestisce i due aeroporti, l'intercontinentale Marco Polo e il Canova oltre che coordinare quelli di Verona e di Brescia, ha incontrato i sindacati e, ringraziandoli della collaborazione e del senso di responsabilità dimostrati, ha voluto assicurare i dipendenti e le loro famiglie che, «se dovranno affrontare sacrifici, saranno divisi equamente tra tutti e non saranno troppo pesanti».

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Ieri, però, Aviation Service, uno dei due handler (le società private che garantiscono i servizi a terra per le compagnie e i passeggeri, quali check-in, lost and found, carico e scarico bagagli, rampa, trasporti in bus sui piazzali e via di seguito), ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per tutte le sedi dove opera: Fiumicino, Ciampino, Bologna, Catania, Napoli, Venezia. E questo dopo che appena tre giorni fa aveva inviato, invece, una  comunicazione ai sindacati e ai lavoratori annunciando il ricorso allo smaltimento delle ferie e dei permessi e augurando buon lavoro a tutti. «Difficile, però, lavorare se si viene licenziati» ha commentato Ivano Traverso segretario Cisl Trasporti pensando agli 85 dipendenti probabilmente in esubero sui quasi 300 totali solo a Venezia, mentre nel complesso Aviation ha 1453 persone in organico.

«Ogni azienda ha le sue problematiche - ha commentato il presidente Marchi - ma dal nostro punto di vista, di società che ha la responsabilità complessiva dell'aeroporto, non lo giudico bene: prima del licenziamento collettivo credo si possano esperire altri tentativi. Voglio sperare che siano ancora in una fase tattica nella quale l'azienda cerca di trattare con i sindacati ma in ogni caso noi abbiamo uno stile diverso, sappiamo che di fronte abbiamo persone e famiglie, mettiamo sul piatto le cose come stanno e chiediamo sacrifici sopportabili».

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PROVVEDIMENTI
Vale a dire che per i circa 200 dipendenti diretti, Save sta utilizzando le ferie arretrate, i permessi, ha bloccato gli straordinari e sta valutando, se la crisi durerà ancora a lungo, di servirsi della cassa integrazione. L'altro ieri il ministro dei Trasporti Paola De Micheli ha dato la disponibilità ad Assoaeroporti di poter avere la Cassa e di poter accedere anche al fondo aereo, che tutti gli operatori pagano da anni e che fino ad oggi è andato ad appannaggio soprattutto di Alitalia, in modo da far avere ai dipendenti quasi il 100% dello stipendio. Gli associati di Assaeroporti hanno, inoltre, chiesto al ministro una sospensione dell'Ires, l'imposta sul reddito delle società che costituisce un pesante aggravio sui costi, e di differire la modifica dei regimi sulle tariffe aeroportuali che prevede il passaggio da Enac ad Anac.

Operativamente Save sta organizzando l'organico in squadre in modo da assicurare sempre i servizi: se dovesse ammalarsi un lavoratore di coronavirus, la sua squadra verrebbe sostituita da un'altra senza così fermare l'aeroporto.Quanto durerà? «Difficile da dire, le compagnie stanno riducendo le frequenze dei voli più utilizzati come Londra o Parigi, mentre le destinazioni secondarie, magari quelle più turistiche, vengono cancellate - conclude Enrico Marchi -.

D'altro canto la sola Lufthansa ha messo a terra 150 aerei ed è solo il primo passo. Sarà importante vedere, dunque, quando si fermerà la crescita dei contagi e cominceranno a diminuire, solo allora potremo tracciare un'analisi compiuta e impegnarci a fare qualche previsione per rimettere in moto il meccanismo».

Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 07:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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