Artigianato e terziario: nella Marca oltre 26mila in cassa integrazione

Venerdì 8 Maggio 2020 di Giuliano Pavan Mattia Zanardo
Artigianato e terziario in difficoltà
TREVISO - Oltre 26mila lavoratori in cassa integrazione dall’inizio della pandemia. Il mondo produttivo in provincia di Treviso, nella speranza che la ripartenza totale delle attività avvenga il più presto possibile, ha fatto i conti di quante siano le persone che hanno utilizzato o stanno utilizzando gli ammortizzatori sociali per arrivare a fine mese. L’artigianato ne raggruppa 12mila, il terziario più di 14mila. Una platea vastissima, che attende il 18 maggio per tornare a lavorare a pieno regime, sperando che il calo dei contagi in questa fase due possa magari portare a un’apertura anticipata, già da lunedì prossimo per il commercio al dettaglio e fra dieci giorni per tutto il resto, sempre se la Regione Veneto dovesse vedersi concessi i pieni poteri per deciderlo. 
IL DATO
Le richieste del sussidio Fsba, la cassa integrazione dedicata al comparto dell’artigianato, in questi due mesi di lockdown per colpa della lotta al coronavirus sono state 12mila. «Una quantità incredibile di domande raccolte tra marzo e aprile alle quali, a differenza di altri settori produttivi, il sistema della bilateralità ha fatto da subito fronte grazie all’ente bilaterale artigianato Veneto (Ebav), pronto e veloce tanto che già da metà aprile sono stati pagati i primi assegni riferiti al mese precedente - afferma Nicola Atalmi, segretario provinciale della Cgil di Treviso e referente del dipartimento artigianato - Per i lavoratori dell’artigianato in questi giorni sono in arrivo anche ulteriori sussidi di integrazione al reddito destinati alle famiglie in particolare difficoltà (quelle in cui tutti i componenti risultano a casa da lavoro o i nuclei monoreddito, ndr). In arrivo anche contributi per famiglie con figli in età scolare, sia per poter usufruire di congedi parentali straordinari sia per l’acquisto di strumenti per la didattica a distanza come tablet o abbonamenti internet. Se andiamo verso la fine della fase di sospensione dal lavoro gli effetti del lockdown non si esauriranno nel breve periodo e proprio l’artigianato sta pagando un caro prezzo dopo l’emergenza sanitaria – aggiunge Nicola Atalmi – Sussidi Fsba e strumenti di sostegno al reddito come quelli messi a disposizione dall’ente bilaterale artigianato Veneto sono allora fondamentali a garantire il sostentamento dei lavoratori e delle loro famiglie. Per questa ragione è necessario che tutti facciano la propria parte, mondo delle imprese e parti sociali, per dare massima comunicazione ai lavoratori. Anche sul fronte della sicurezza e della prevenzione: per riaprire l’attività - conclude il segretario della Cgil - bisogna farlo garantendo la salute dei lavoratori».
IL COMMERCIO
Nemmeno il terziario è uscito indenne dal lockdown. I dati diffusi dall’Ascom parlano di oltre 14mila lavoratori in cassa integrazione in deroga o che stanno usufruendo del fondo di integrazione salariale, la misura dedicata al comparto. «In questi due mesi sono state 2.300 le aziende che danno lavoro da uno a cinque dipendenti che hanno fatto ricorso alla cassa integrazione in deroga - afferma il presidente Federico Capraro - un parterre di 6.500 lavoratori e lavoratrici. Sono stati inoltre stipulati 629 accordi per il fis (fondo di integrazione salariale), che su base provinciale significa 7.800 lavoratori dei settori del commercio, del turismo e dei servizi che lavorano in aziende che vanno dai 6 ai 50 dipendenti. Un totale di più di 14mila persone che o sono a casa o lavorano a singhiozzo». La speranza, anche da parte dei vertici dell’Ascom di Treviso, è che le attività riaprano al più presto per ridurre il più possibile il ricorso agli ammortizzatori sociali, in modo tale da garantire ai lavoratori della provincia un’entrata mensile stabile ai livelli precedenti la pandemia. 
GLI AIUTI
Nel frattempo la Camera di commercio di Treviso e Belluno arma il suo bazooka per fronteggiare il rischio crisi dovuto all’impatto dell’epidemia coronavirus sull’economia locale. Con le riunioni della giunta e del consiglio di ieri, l’ente presieduto da Mario Pozza ha, innanzitutto, modificato il piano degli investimenti 2020 accantonando 5 milioni per il sostegno al credito attraverso i confidi. Una parte di queste risorse confluiranno a una piattaforma nazionale gestita dalle Camere di commercio per prestiti di facile accesso, un’altra parte sarà destinata a iniziative in collaborazione con la Regione. È stato poi approvato un bando per la concessione di contributi alle imprese finalizzati ad abbattere gli interessi sui prestiti: già a disposizione una prima tranche di 400mila euro. Ulteriori fondi andranno a finanziare programmi e attività per aiutare l’organizzazione della “fase 2” nelle aziende. Infine, anche l’annuale bando di sostegno agli incentivi e investimenti tecnologici e digitali, sarà rivolto ad azioni per garantire la sicurezza o nuovi processi produttivi e servizi, come ad esempio l’adesione a sistemi di commercio elettronico.
 
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