Casa Fenzi, l'autopsia conferma: «Operatore sanitario ucciso dal Covid»

Mercoledì 29 Aprile 2020 di Luca Anzanello - Denis Barea
Angelo Fantucchio
TREVISO Angelo Fantucchio stava bene. A ucciderlo è stato il Covid 19, contratto con tutta probabilità sul luogo di lavoro. Questo il risultato, in attesa dell’esito degli esami microbiologici, dell’autopsia condotta ieri mattina dall’anatomopatologo Antonello Cirnelli sul corpo del 54enne operatore sanitario di Casa Fenzi. La Procura di Treviso ha aperto un’inchiesta, al momento senza ipotesi di reato nè indagati, sui decessi avvenuti nella casa di riposo per anziani di Conegliano, dove dall’inizio della pandemia sarebbero morti, per presunte complicazioni legate al contagio, una trentina di ospiti. O almeno è quello che si sta cercando di chiarire, anche grazie al contributo fondamentale dei Nas che hanno acquisiti cartelle cliniche e documenti, per capire se siano state seguite tutte le procedure stabilite per limitare il contagio. Nella giornata di ieri è stato eseguita la perizia autoptica anche su un secondo ospite di Casa Fenzi (sabato era toccato al 93enne Gianantonio Baccin), Giuseppe Forner, 92enne di Fontanelle. Anche nel suo caso, così come per Fantucchio, la causa determinante del decesso è stata ricondotta all’infezione da Covid 19, che ha provocato un’infiammazione polmonare grave seguita dalla polmonite interstiziale, rendendo al paziente sempre più difficile respirare, fino a causarne la morte.

GLI ACCERTAMENTI
«Mio marito è morto per la superficialità di qualcuno - aveva detto nei giorni scorsi la moglie di Fantucchio, Anna -, si doveva stare più attenti». Ora gli investigatori dovranno accertare se il 54enne sia stato infettato proprio a causa del suo lavoro accanto agli anziani. Dentro a Casa Fenzi 112 ospiti sui 190 totali, in pratica il 60%, sono risultati positivi così come 47 operatori su 160, più di un quarto. Che ci fossero delle difficoltà lo hanno subito messo in chiaro anche i vertici della Rsa, che hanno chiamato in causa anche l’usl per le difficoltà riscontrate nel reperimento dei dispositivi di protezione individuale. L’azienda sanitaria, di contro, ha presentato subito in Procura tutti i documenti relativi alla gestione dell’emergenza. Una situazione difficile, questo è certo, in cui si è cercato di fare il meglio, anche se forse non abbastanza. Almeno è quello che stanno cercando di capire gli inquirenti dopo l’esposto presentato dai rappresentanti dei familiari degli ospiti di Casa Fenzi, dove nei giorni scorsi sono arrivati anche gli uomini del Nas di Treviso per acquisire cartelle cliniche, documenti, e tutti gli atti necessari a stabilire se siano state seguite con scrupolo tutte le indicazioni date da Regione e Usl. 
LE RIESUMAZIONI
Entro i prossimi due mesi sul tavolo del magistrato Anna Andreatta, il magistrato titolare delle indagini, arriveranno i riscontri dei test microbiologici su entrambi. Nella giornata di oggi dovrebbero essere invece programmate, presso l’Università di Padova, le altre due autopsie su altrettanti ospiti della residenza per anziani di Conegliano. Nel pomeriggio di ieri gli inquirenti hanno cercato al telefono i sindaci dei comuni di residenza: le vittime nel frattempo erano state seppellite e si è resa infatti necessaria l’autorizzazione al disseppellimento delle salme. Intanto i familiari degli ospiti di Casa Fenzi aprono alla direzione: «Siamo felici che l’esposto da noi presentato abbia un seguito, ma vogliamo dire ai vertici della Rsa che noi restiamo disponibili al dialogo».

Così Vittorio Zanette, presidente uscente del comitato familiari della casa di riposo di viale Spellanzon, fotografa lo stato d’animo dei parenti degli ospiti della Fenzi a poco più di una settimana dalla formalizzazione dell’esposto mirato a fare luce sulla proliferazione di contagi nella struttura. Zanette ricorda il passo della lettera in cui presidente e direttore spiegano di avere “fondate speranze che per ciascun ospite positivo ci sarà un recupero in tempi brevi”: «Mi auguro che la situazione in Casa Fenzi possa migliorare, abbiamo fatto l’esposto perché la situazione era allarmante e affinché vi si ponesse rimedio. Le autopsie ordinate dimostrano che le nostre segnalazioni stanno avendo un seguito».
Ultimo aggiornamento: 08:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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