Parrucchieri e barbieri aperti: anche il vescovo Tomasi al taglio capelli

Martedì 19 Maggio 2020 di Elena Filini
Il vescovo di Treviso Michele Tomasi
TREVISO «Concedetemi questa piccola vanità. Ma così lunghi, non li sopporto più». Ore 11 piazza Ancilotto, l’inconfondibile figura è quella di monsignor Tomasi, vescovo di Treviso. Alle prese, come buona parte del suo gregge, con una capigliatura ormai indomabile. «Quando porto i paramenti e i copricapi è un dramma, non riesco più a gestirmi» sorride. E così, diligentemente, ha preso appuntamento con il parrucchiere di fiducia per santificare la fase 2 con un bel taglio. «Appena il decreto ha chiarito i termini della riapertura, ho chiamato» ammette. In coda, seguendo il distanziometro, ha atteso l’orario convenuto. Le piccole ansie tricologiche fanno il paio con la felicità per la ripresa delle messe. «I fedeli questa mattina hanno voluto essere nelle chiese. Emozionante, perchè la messa è una cosa fisica. Abbiamo usato il web ma era chiaro a tutti che fosse una soluzione di ripiego». 
SU PRENOTAZIONE
E’ il turno di Monsignr Michele, che si avvia spedito al lavateste. Un piccolo sogno di normalità che lo unisce a centinaia di trevigiani, desiderosi di fare rientro nella vita attiva e sociale con il taglio e il colore giusto. Da Men’s Club, il parrucchiere del Vescovo, ormai si accettano solo prenotazioni per dopo il 25 maggio. «I nostri clienti sono disperati, ma con le vigenti normative i tempi sono questi» allarga le braccia Francesca Bolognato. In quell’istante in diretta la telefonata di un anziano professionista che chiama dalla piazza. «Fino a lunedì? Aiuto. Non ci vedo più: li ho sempre negli occhi» si lamenta sorridendo al telefono, ma a 5 metri di distanza. Da Gabri parrucchieri, la nuova start-up che ha deciso di aprire al Quartiere Latino gli spazi sono delimitati con il lavaggi in un’area separata. Tutto è pronto e ieri le clienti hanno vinto la diffidenza per poter ritornare a vedersi più ordinate. Tutto prenotato anche in via delle Absidi da Studio M hair spa. Appena varcata la soglia il cliente si pulisce con il gel igienizzante. Poi c’è il cambio mascherina. E il camice monouso. Distanti un metro e più. Il primo giorno di apertura allo studio M è emozione e rigore. Alle 9 le prime due clienti. Il taglio, la piega e la bellezza ritrovata. E poi subito a prenotare la prossima seduta.
EMOZIONATI
«Che grande emozione - ammette Manuel Parisotto - non vedevamo l’ora di tornare qui e di prenderci cura delle nostre clienti». Il telefono squilla di continuo. É una corsa alla messa in piega. Appuntamenti su appuntamenti. «È diverso da prima ma è meraviglioso essere di nuovo qui». Anche nell’hinterland l’appuntamento è una specie di festa. «Abbiamo 400 clienti da accontentare» conferma Gigi Guerretta di Gi&Gi Hair Spa. «Ieri è stato un giorno speciale. Ricomincia il mio sogno. Voglio essere forte, sono pronto. Ora ripartiamo nel migliore dei modi. Tutto ciò che era surreale oggi diventa normale. Riprendiamo luce». In centro tutti i saloni hanno riacceso le luci: due al massimo tre clienti alla volta, paratie divisori, un lavatesta attivo su tre. Tutti hanno preso con grande serietà le indicazioni del Decreto. E, almeno a Treviso, il sindaco li ha ripagati firmando l’ordinanza che permette, già da ieri, l’ampliamento di orario dalle 7 alle 22 inclusi i festivi. «Raccomando-sottolinea Conte- comunque grande senso di responsabilità da parte dei clienti e il rispetto delle linee guida nel servizio da parte dei titolari dei saloni». Anche per gli estetisti primo giorno di lavoro. Tutti gli appuntamenti programmati, distanziati di 15 minuti e con ogni presidio di sanificazione. I trattamenti più richiesti? “Depilazione e unghie” rispondono in coro. Mai stato così inebriante sottoporsi alla ceretta.
Ultimo aggiornamento: 14:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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