Riecco i plateatici, città invasa: già 150 richieste di allargamento

Martedì 19 Maggio 2020 di Alberto Beltrame Elena Filini
Riaprono i bar e i plateatici si allargano
TREVISO Caffè, brioche, spritz e tramezzino. Tutti decisi a vincere la paura. Ma allesterno. Ed ecco che tavolini, sedute, sedie invadono le piazze trevigiane. Grazie alla misura approvata dal Comune che prevede nuove isole pedonali per spazio a clienti e avventori. Nuovi plateatici a borgo Cavour e in Riviera Comisso, in piazza Università la Trattoria Caprese colonizza gli spazi («Ma abbiamo mandato due mail al Comune per informarli» precisa il titolare), Muscoli‘s si allunga lungo tutta via Pescheria, Le Beccherie e la Cantinetta Venegazzu si spartiscono l‘area di piazza Ancilotto, l‘Aquasalsa sistema l‘affaccio sull‘Isola (incurante del nuovo cantiere appena partito), il Critch Corner crea una lunga L fino all‘angolo di Ca dei Ricchi e il Botegon raddoppia botti e coperti con il giusto distanziamento. «I clienti si siedono quasi esclusivamente allesterno» è il commento di Chiara Longo della caffetteria La Torre. «Anche noi abbiamo chiesto lampliamento e speriamo che il Comune ci dia presto risposta». Non chiederà invece lampliamento Signore&Signori in piazza dei Signori. «Riapriamo oggi, ma ce la faremo con i coperti previsti, anche se sono ridotti del 50%».
LE RICHIESTE
Nei giorni scorsi gli uffici comunali sono stati subissati dalle richieste di estensione dei plateatici già esistenti, 130, e di domande per crearne di nuovi. 26. «Abbiamo già effettuato 80 sopralluoghi - spiega il comandante della polizia locale di Terviso Andrea Gallo -, e nel 50 per cento dei casi abbiamo già dato parere positivo. Ad altri abbiamo richiesto solo qualche aggiustamento: gli esercenti si sono dimostrati tutti molto collaborativi, e troveremo per tutti una soluzione». I tavolini troveranno spazio un po’ ovunque: a San Tomaso, saranno collocati, per la prima volta, anche sotto la porta medievale.
IL PRIMO CAFFE’
Per i trevigiani, c’è da dirlo, la riapertura dei bar è stata una sorta di liberazione. «Sai dove sono? Non ci crederai: sto bevendo un caffè al bar» esclama entusiasta una 50enne seduta ai tavoli del bar Americano di piazza Vittoria. Dispenser con il gel igienizzante, tavolini distanziati, e indicazioni continue da dare ai clienti. «Non è sempre facile, perchè la gente è abituata a spostarsi le sedie, magari solo per non avere il sole sugli occhi, ma così facendo vengono vanificati i nostri sforzi - spiega Antonio Polo del bar Perlage, in via Cadorna -. Ovviamente ripartire era fondamentale, ma è ancora presto per tirare le somme: stamattina abbiamo servito una sessantina di caffè, un terzo di quanti ne vendiamo, o per meglio dire, vendevamo, prima del lockdown». Al Caffè Rialto di via dei Lombardi i gestori, Alessandra e Francesco, hanno dovuto ridurre i posti a sedere all’interno del locale, passati da 9 a 4. «Ma tutti vogliono stare all’esterno, e stiamo cercando di ampliare il plateatico e i posti a ridosso del locale - spiegano -. Diciamo che siamo in una fase sperimentale, vediamo come va. Certo molto meglio di prima: con il solo servizio di “delivery”, ci pagavamo a malapena i costi di bicchieri e posate di plastica. Una cosa era non guadagnare, altra non riuscire nemmeno a pagare affitto e bollette. Diciamo che abbiamo usato questo periodo per farci conoscere». Chi ha fatto una scelta radicalmente opposta è il Bar Nazionale di Corso del Popolo. «Continuiamo a fare solo servizio d’asporto - spiega una delle responsabili, Dorjana Stafa -. Il cafè è talmente piccolo che non vale la pena fare servizio al banco e ai tavolini. Perderemmo tra l’altro molto tempo: così, il cliente entra, prende il caffè o un panino, ed esce subito, facendo spazio al successivo. Questo è l’unico modo, per un locale come il nostro, per riuscire ad andare avanti». Un dettaglio che ovviamente è dispiaciuto a tutti è stata l’assenza dei quotidiani al banco: non si possono mettere a disposizioni dei clienti per motivi igienico sanitari.
IL SINDACO
«È bello vedere le attività che riprendono vita e i sorrisi delle persone attraverso la mascherina» afferma il sindaco Mario Conte, che ieri mattina ha fatto un lungo giro per la città che ricomincia faticosamente a rimettersi in piedi. E lancia un invito: «Va bene segnalare le cose che non vanno, ma non soffermatevi solo chi porta male la mascherina o se in un locale la distanza tra i tavolini non è un metro ma 95 centimetri. Pensiamo tutti invece a fare bene le nostre cose e a seguire le regole, concentriamoci su questo».
Ultimo aggiornamento: 09:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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