CORNUDA (TREVISO) Ha fornito la sua versione, ribadendo ciò che già nelle primissime ore aveva confidato al padre. Sostiene di essere stato vittima di un sequestro premeditato a scopo sessuale M.E., il 20enne bellunese di Quero coinvolto nella vicenda venuta alla luce il 10 luglio quando fu trovato dai vigili del fuoco nella mansarda del 63enne V.G. in via Manzoni a Cornuda.
Nudo e cosparso di benzina in un appartamento, invia un messaggio al padre: «Vogliono bruciarmi» Video
LA SPIEGAZIONE
Quel giorno il ragazzo aveva aperto la porta nudo e sotto choc ai pompieri, allertati dopo che i vicini avevano segnalato un forte odore di benzina nell'appartamento. Dentro, riverso a terra e ugualmente nudo, c'era V.G. Immobile e svenuto, con il cranio lacerato da una profonda ferita. Mentre lui veniva trasferito in elicottero all'ospedale di Treviso, il 20enne finiva a Montebelluna e in prima battuta aveva affermato di essere stato sequestrato in quella casa per due giorni, legato a una sedia e minacciato dal 63enne che lo aveva cosparso di benzina promettendo di bruciarlo vivo se avesse provato a scappare. Aveva confermato il tutto al padre per poi chiudersi nel silenzio.
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Ai carabinieri inizialmente non aveva dato ulteriori dettagli, avvalendosi della facoltà di non rispondere. In casa era poi stata trovata una statuetta in marmo compatibile con la ferita al capo del 63enne e quello che prima era un forte sospetto ora sarebbe stato confermato da lui stesso: è stato E.M. a usarla per neutralizzare il suo aggressore.
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Assistito dal legale il giovane ha parlato, sostenendo di essere stato vittima di un agguato quando, l'8 luglio, era passato a trovare l'amico di famiglia. Questi sarebbe riuscito a legarlo e spogliarlo per abusarne sessualmente e avrebbe avuto già in casa alcuni contenitori con la benzina poi sparsa ovunque. Alla prima occasione propizia il 20enne avrebbe dunque colpito l'assalitore per salvarsi. Una versione che oltre a essere l'unica oggi disponibile presenta anche molti dettagli da verificare. In primis cosa il ragazzo abbia fatto nella giornata di mercoledì, essendosi allontanato da casa di buon mattino, E poi l'esatta dinamica dei fatti, da come il 63enne possa essere riuscito a sopraffarlo fisicamente, a come il giovane sia riuscito a liberarsi. La grande assente è la parola del 63enne trevigiano, ancora ricoverato in coma farmacologico per quel trauma valso al bellunese un'accusa di tentato omicidio.
S.D.S.
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