Il giallo di Cornuda. «Sono a casa di G., mi ha spogliato, legato e vuole darmi fuoco!»

Sabato 11 Luglio 2020 di Serena De Salvador
Il giallo di Cornuda. «Sono a casa di G., mi ha spogliato, legato e vuole darmi fuoco!»

CORNUDA - «Sono a casa di G., mi ha legato e vuole darmi fuoco!». Sono le terrificanti parole che i genitori di M.E., 20 anni compiuti ad aprile, ieri mattina si sono visti arrivare con un messaggio sul telefonino mentre erano nella loro abitazione di Quero. A spedirle era il figlio, che non vedevano da mercoledì e che credevano al mare con amici. La coppia è salita in auto alla volta di Cornuda, diretta alla mansarda di via Manzoni dove vive V.G., amico di famiglia di 63 anni. Nel frattempo alcuni residenti della stessa palazzina avevano chiesto l'intervento dei vigili del fuoco per un fortissimo odore di benzina dall'appartamento. Mentre tentavano di entrare, i pompieri si sono visti aprire la porta dal 20enne, nudo e in stato di choc.
 

Cornuda, ragazzo nudo: cosa è successo

«È stato lui ha sussurrato, mi ha legato mentre dormivo, voleva violentarmi, ha minacciato di bruciarmi». Parole tremende che hanno fatto da esordio a un ancor più tremendo ritrovamento. Dentro l'appartamento al secondo e ultimo piano giaceva riverso il 63enne. Anche lui nudo, anche lui con il corpo cosparso di liquido infiammabile. La testa squarciata da una profonda ferita che gli ha fatto perdere i sensi. Una scena drammatica, che ha costretto i sanitari a intubare l'uomo e trasferirlo in elicottero al Ca' Foncello di Treviso dove si trova in gravi condizioni e in prognosi riservata. M.E. invece è stato portato all'ospedale di Montebelluna. Nel frattempo in via Manzoni erano arrivati i genitori e la madre ha accusato un malore finendo anch'ella in pronto soccorso con il figlio. Il ragazzo, per quanto in stato confusionale, è sempre rimasto cosciente e le sue prime dichiarazioni hanno fatto piombare una serie di gravissime accuse a carico di V.G.: «Mercoledì mattina sono passato da lui per vedere come stava, ho fatto un sonnellino e lui ne ha approfittato per legarmi polsi e caviglie e spogliarmi. Mi ha lasciato senza cibo né acqua legato a una sedia - ha raccontato nel pomeriggio. Mercoledì sera mi ha obbligato a scrivere ai miei genitori che ero a Jesolo e che sarei rimasto a dormire fuori, poi lo ha rifatto il giorno dopo. Mi diceva che se avessi provato a chiedere aiuto mi avrebbe bruciato vivo».


 

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CORNUDA - Poco conosciuto e piuttosto riservato, ma estremamente gentile.

Ha vissuto a Cornuda poco tempo e se ne sarebbe dovuto andare da più di tre mesi V.G. Aveva infatti già un nuovo proprietario la mansarda di via Manzoni, ma le lungaggini paventate dall'uomo lo hanno fatto rimanere più a lungo del previsto in quella che ieri è diventata la scena di una storia dell'orrore.



 

Spogliato e legato a una sedia?

Una versione che vedrebbe il 63enne responsabile di atti gravissimi, ma tutta da verificare. Se infatti il ragazzo aveva davvero addosso dei segni compatibili con delle legature e in casa ci sarebbe stata una sedia con delle corde attaccate, il racconto del 20enne resta al momento l'unico a disposizione dei carabinieri poiché le condizioni del 63enne sono troppo gravi per rendere possibile un interrogatorio. I contorni dell'accaduto sono estremamente fumosi e tutte le piste restano aperte. Bisognerà innanzitutto chiarire se in quella mansarda vi fossero terze persone ieri mattina, ma anche se i fatti si siano davvero svolti come ha raccontato il 20enne. Oltre a dover chiarire come avrebbe fatto a liberarsi e a colpire il più anziano, pare che la momento non sia stato trovato l'oggetto utilizzato per infliggergli il colpo che lo ha tramortito ma che potrebbe essere una statuetta di marmo. Si è dunque trattato di un sequestro a scopo sessuale finito con la ribellione della vittima? O l'uso della benzina e le accuse sono un tentativo di copertura da parte del 20enne? Resta infatti da capire non solo chi dei due l'abbia materialmente versata, ma anche quando e come quei numerosi litri di liquido infiammabile siano arrivati nell'abitazione. Se il 63enne ve se li fosse infatti procurati con l'intento di usarli per minacciare il giovane, la sua posizione si aggraverebbe ulteriormente contemplando anche la premeditazione. Al momento non risultano indagati proprio perché le posizioni sono ancora troppo instabili. Le ipotesi di reato sul piatto vanno dalle lesioni al sequestro di persona fino al tentato omicidio. A chi queste saranno attribuite, lo disporrà nelle prossime ore l'autorità giudiziaria.
 

Ultimo aggiornamento: 12 Luglio, 00:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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