L'alcol clandestino del boss nascosto nei capannoni segreti: a fregarlo le accise mai pagate

Giovedì 30 Giugno 2022 di Valeria Lipparini
Le casse di birra sequestrate
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PIEVE DEL GRAPPA - Alcol, e soprattutto, birra a fiumi. Che il boss del contrabbando faceva transitare nella Marca, proveniente dall'Olanda e dal Belgio, con l'obiettivo di evadere le tasse non pagando le accise. È questa l'accusa che la Procura di Trento ha mosso nei confronti di Carlo Raimondo, il 64enne residente a Pieve del Grappa, arrestato martedì mattina all'alba dalla Guardia di Finanza.

L'ACCUSA
L'impianto accusatorio documenta, dettagliatamente, le ordinazioni di alcolici e le accise evase. Raimondo, difeso dall'avvocato Francesca Casarotto, sarà interrogato questa mattina, in teleconferenza, dal giudice delle indagini preliminari di Trento, Enrico Borrelli. Poco prima dell'interrogatorio conferirà con il suo legale per decidere la strategia difensiva.
Resta il fatto che l'inchiesta, coordinata dalla Procura di Trento, gli contesta ordinazioni quasi ogni due giorni di carichi di alcolici, per centinaia di migliaia di euro evase. Ad esempio, il 4 luglio del 2019 Raimondo - secondo l'accusa - aveva avviato l'importazione di 101mila litri di birra. Una settimana dopo, il 10 luglio, ordinava 124mila litri di birra dall'Olanda e dal Belgio ed evadeva 47mila euro. Il giorno dopo, l'11 luglio importava falsamente da Olanda e Belgio altri 198mila litri di birra ed evadeva 79mila euro. Poco dopo altri 223mila litri, sempre di birra, evadendo 88mila euro. Piccola pausa. E tutto ricomincia due mesi dopo. In ottobre, le ordinazioni si susseguono, ogni giorno, sempre sull'ordine di 200mila litri di birra, per arrivare ai 446mila litri di birra con l'evasione di 178mila euro. Questo sistema è andato avanti per anni, con un periodo, dal 2019 al 2021, definito caldo dagli stessi investigatori che si sono avvalsi anche di intercettazioni telefoniche e ambientali per documentare ordinazioni, passaggi di merce, e accise non pagate.

I PASSAGGI
Raimondo stamattina dovrà decidere se raccontare la sua verità al gip, oppure se avvalersi della facoltà di non rispondere. Secondo la Procura, il 64enne castellano avrebbe messo in piedi un sistema collaudato per frodare il fisco, avvalendosi di capannoni che venivano aperti e chiusi, nella Marca, intestati a dei prestanomi. Capannoni cartolari dove la merce passava in modo fittizio soltanto per sottrarre all'accertamento fiscale l'intero ordinativo di alcolici.
 

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