TREVISO «Sindaco vattene». Poi una raffica di insulti irripetibili diretti al primo cittadino. E il sindaco Mario Conte di passaggio per via Dall'Oro, a due passi dal Duomo, non si è sottratto.
I CONTROLLI
Intanto la pratica è arrivata alla polizia locale che, ieri pomeriggio, ha fatto dei controlli sempre nella stessa zona. E, ancora una volta, verso le 17,30, ha beccato lo stesso gruppetto davanti al solito bar e sempre intento a molestare residenti e passanti. Un minorenne è stato sorpreso a bere una birra e il bar è stato multato per aver venduto alcolici a un minore. Tutti i ragazzi, una ventina, sono stati identificati. I controlli della polizia locale continueranno anche in altre parti della città, anche se le limitazioni in arrivo legate al Covid ridurranno di molto le occasioni per altre trasgressioni.
IL PROBLEMA
«Abbiamo voluto dare un segnale - spiega il sindaco - i ragazzi sono stati identificati e adesso vedrò di creare un canale di dialogo con le loro famiglie. Sinceramente mi dispiace che alle tre o quattro del pomeriggio dei giovani di 15 o 16 anni non facciano altro che bere aperitivi e fumare. Azioni che li portano ad avere atteggiamenti offensivi e provocatori. L'episodio che mi è capito giovedì è dovuto proprio a questo: il ragazzino che mi ha affrontato era visibilmente alterato e questo lo ha portato ad avere comportamenti francamente inaccettabili ne confronti della comunità». Conte quindi fa un appello alle famiglie: «Il Comune farà di tutto per aiutarli, ma chiedo supporto anche alle famiglie. Mi chiedo anche se i genitori sappiano dove i loro figli passano il pomeriggio. Ma non solo: vedono le condizioni in cui tornano a casa la sera? Mi dispiace, perché a questi ragazzi ci tengo. Voglio aiutarli, capisco che questo periodo è durissimo anche per loro. In loro c'è tanto di buono. Dopo l'episodio di giovedì, una ragazza di quel gruppetto mi ha scritto per scusarsi, ammettendo che l'atteggiamento tenuto è stato del tutto sbagliato. Per questo dico che vanno aiutati, supportati. Ma a cominciare dalle famiglie, con cui voglio parlare».