Insegnanti in quarantena da Covid e graduatorie esaurite, alle elementari salgono in cattedra gli studenti universitari

Mercoledì 10 Febbraio 2021 di Mauro Favaro
Insegnanti in quarantena da Covid e graduatorie esaurite, alle elementari salgono in cattedra gli studenti universitari

TREVISO Mancano gli insegnanti: alle elementari salgono in cattedra gli studenti. C'è anche questo tra gli effetti dell'emergenza coronavirus. Le quarantene dei docenti positivi al Covid o contatti di casi positivi hanno fatto aumentare la richiesta di supplenti per periodi più o meno brevi. E oggi, davanti alle graduatorie ormai esaurite, gli istituti comprensivi non hanno troppi margini di scelta.

Il percorso è codificato. Dopo le immissioni in ruolo e la nomina dei supplenti annuali, le elementari possono coprire i buchi chiamando pure gli studenti universitari del terzo, quarto e quinto anno di Scienze della formazione primaria, inseriti nella seconda fascia delle graduatorie, e persone esterne che si sono fatte avanti attraverso la cosiddetta messa a disposizione. Il punto è che attualmente il sistema pensato per coprire le cattedre in emergenza in molti casi è diventato una strada obbligata. 


I MOTIVI

«Le quarantene degli insegnanti hanno inevitabilmente fatto aumentare la richiesta di supplenti spiega Barbara Sardella, dirigente dell'ufficio scolastico di Treviso alla luce della carenza di persone laureate, si ricorre anche a chi sta frequentando gli ultimi anni del corso di laurea in Scienze della formazione primaria». L'inserimento degli studenti universitari nella seconda fascia delle nuove graduatorie provinciali per le supplenze è stato previsto proprio da quest'anno. Dopotutto la strada è stretta: alle elementari può salire in cattedra essenzialmente chi è laureato in Scienze della formazione primaria (o si sta laureando, appunto) e chi ha conseguito il diploma magistrale entro il 2001-02. Questi ultimi, però, dopo la sentenza del Consiglio di Stato sono stati progressivamente depennati dalla graduatoria. Il risultato è che oggi non ci sono abbastanza maestre e maestri. La carenza è simile a quella dei medici. E anche qui i sindacati puntano il dito contro una programmazione errata. 

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«PROBLEMA STRUTTURALE»

«Il dramma è strutturale: ogni anno in Veneto tra scuola dell'infanzia e scuola primaria vanno in pensione circa 600 persone. Mentre dal corso di laurea in Scienze della formazione primaria ne escono circa 400, tra l'altro in parte da fuori regione sottolinea Lorella Benvegnù, segretaria generale della Cisl Scuola di Belluno e Treviso i numeri parlano chiaro. Attraverso le graduatorie, si è reso legale il fatto che gli studenti possano essere chiamati a fare i supplenti. Loro sono bravi, assolutamente. Si stanno formando proprio in tale ambito. Ciò non toglie che c'è un problema strutturale». Come se ne esce? «Come provocazione, i presidi potrebbero sospendere le lezioni in assenza di docenti formati e specializzati. Così ci si renderebbe conto del paradosso continua Benvegnù oltre a questo, dato che va comunque garantito il pubblico servizio, bisogna rivedere il numero chiuso e attuare una politica di reclutamento degli insegnanti realistica, che tenga conto dell'esperienza». «Bisogna procedere subito con i concorsi e con le immissioni in ruolo incalza Marco Moretti, segretario della Flc-Cgil di Treviso le supplenze non possono rappresentare anche oltre il 60 per cento del totale. Così si continua a creare solamente precariato». E ora per le elementari si guarda con apprensione pure all'inizio del prossimo anno scolastico. 
 

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