Festa nella discoteca abusiva di Roveredo: scoppia il cluster dei ragazzi, ci sono anche 10 trevigiani

Sabato 31 Luglio 2021 di Lina Paronetto
Festa nella discoteca abusiva di Roveredo (Foto di Free-Photos da Pixabay)

TREVISO - Non bastavano i due focolai scoppiati nell'hinterland di Treviso, il primo, e nella castellana, il secondo. La Marca si deve ora guardare dal cluster nato da una festa in una discoteca di Roveredo in Piano, nel pordenonese, che rischia di coinvolgere anche una decina di ragazzi trevigiani. L'Usl di Pordenone sta cercando di risalire ai 300 giovani che hanno preso parte, ormai una settimana fa, a una festa nel locale, di fatto trasformato in discoteca abusiva, non avendo le licenze del caso.

Tanto che la questura ha avviato le opportune indagini, imponendo al Papi beach, questo il nome del locale, la sospensione dell'attività per 75 giorni. 


IMPRUDENZA

Da quanto è emerso, sono parecchie le regole infrante: giovani senza mascherina, assembramenti all'ingresso, e poi all'interno balli, malgrado i cartelli ne facessero esplicito divieto. Risultato: 55 positivi già accertati e la caccia, che continua, per intercettare eventuali altri contagiati, anche tra i trevigiani che, al momento, dovrebbero essere almeno una decina. «Siamo in attesa che ci venga comunicato il numero corretto di giovani residenti nel nostro territorio che hanno partecipato a quella serata spiega il direttore generale dell'Usl 2 Francesco Benazzi è fondamentale eseguire i tamponi, isolare eventuali positivi e mettere in quarantena i contatti per evitare che il focolaio aumenti e diventi un cluster importante per noi. Una volta avuti i nominativi faremo tutto quello che serve. Per nostra fortuna, non dovrebbe trattarsi di un numero elevato di persone».


IL QUADRO

Quanto agli altri due focolai, sono confermati 25 positivi: «Ragazzi che facevano festa tra di loro sottolinea Benazzi il nostro personale sta cercando di contattare tutti i presenti, ma rispetto a questo chiedo a tutti i locali di raccogliere nome e numero di telefono degli avventori, questo facilita di molto il nostro lavoro, altrimenti diventa difficile arrivare a tutti. Da parte dei più giovani c'è poca voglia di riferire il nome dell'amico. Inoltre mi rivolgo a chi sa di essersi messo a rischio: anche se non è stato ancora chiamato dagli operatori del contact tracing, si precipiti a un punto tamponi e si sottoponga al test». 

I DATI

I contagi, lo raccontano anche questi focolai, stanno crescendo, 259 nella giornata di ieri secondo il bollettino regionale, con i ricoveri tra il Ca' Foncello di Treviso e l'ospedale di Vittorio Veneto saliti complessivamente a 32: 15 nella prima struttura, 17 nella seconda. «Abbiamo avuto tre ricoveri dall'Asolano, tutte persone non vaccinate, tra loro anche un ventenne con una polmonite. È fondamentale vaccinarsi per non finire più all'ospedale, per evitare di stare veramente male: anche i ventenni, questi casi lo dimostrano, vengono colpiti duramente da questo virus. Non siamo ancora davanti alla quarta ondata e l'organizzazione predisposta in provincia sta funzionando molto bene». L'appello è sempre lo stesso, cercare di tenere comportamenti che limitino la diffusione del contagio, e, se possibile, vaccinarsi. A questo scopo l'Usl ha aperto da giovedì 3.800 nuovi slot per le prenotazioni dei giovani, di cui 450 già occupati. 


LE SANZIONI

Slot aperti anche per i sanitari che finora hanno scelto di non immunizzarsi: ieri hanno iniziato a partire le lettere di sollecito. «Tra i 186 restii al vaccino ricorda il direttore ci sono molti medici, sessantina, una trentina di infermieri, altrettanti oss, una quarantina di farmacisti, e poi biologi, fisioterapisti. Abbiamo aperto spazi di vaccinazione appositi, avranno tempo sette giorni per farsi somministrare la prima dose, altrimenti scatteranno la segnalazione all'ordine e la sospensione». Benazzi non è propenso a escogitare soluzioni alternative, come la destinazione di questi soggetti ad altri incarichi: «Deciderà il medico competente conclude il direttore - passeremo a lui l'elenco di chi resterà fermo nella sua posizione e ci dirà, rispetto alla qualifica di ciascuno, se sia possibile una ricollocazione in azienda. Ma dico subito che alla luce delle professionalità in questione, vedo difficile un riposizionamento».

Ultimo aggiornamento: 11:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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