Rientra in Italia per il funerale della suocera: ingegnere contagiato in volo, finisce in rianimazione

Domenica 17 Maggio 2020 di Pio Dal Cin
Rientra in Italia per il funerale della suocera: ingegnere contagiato in volo, finisce in rianimazione
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TREVISO - Era tornato in Italia per partecipare al funerale della suocera, ma quando è rientrato negli Stati Uniti, a San Francisco, ha ricevuto un'email dalla Lufthansa, la compagnia con cui aveva volato, che lo informava che due passeggeri a bordo erano positivi al Covid 19. Una settimana dopo, Nader Ammari, 56 anni, marito di Emanuela Vidotti, sorella del noto manager sportivo Andrea, ha cominciato ad accusare febbre alta. Poi i ricovero e la lotta serrata contro il coronavirus, sconfitto dopo 25 giorni di lotta nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale americano.

L'EMAIL DI LUFTHANSA
Nader, che non ha mai sofferto di particolari patologie, era volato con la moglie da San Francisco lo scorso 21 febbraio per assistere al funerale della suocera Maria Luisa Scarante Vidotti a San Donà. Ripartito per San Francisco con la moglie il 29 febbraio con un volo Venezia - Francoforte - San Francisco era arrivato in California senza nessun problema. Qualche giorno dopo la Lufthansa avvisava via email i due coniugi che nel loro volo era stata riscontrata una positività. La loro speranza era di non essere stati troppo vicini alla persona positiva. Purtroppo una settimana dopo Nader ha iniziato ad avere i primi sintomi con la febbre che rapidamente è salita a 39-40. Quello che sembrava una cosa impossibile piano piano si è concretizzato in un terribile incubo. Sottoposto a tampone, Nader risultava positivo al Covid e la sua capacità polmonare era ridotta al 43 per cento quando normalmente dovrebbe essere di 93. Intubato e in coma indotto, per lui non sembravano esserci speranze. I medici che lo avevano in cura si tenevano in contatto con la moglie e i due figli Carlo e Marco di 20 e 22 anni. Le notizie che arrivavano dall'ospedale di Modesto California erano poco confortanti: «Avevano detto a mia sorella che il caso di suo marito era il più grave di tutto l'ospedale e che la sua vita era appesa a un filo - racconta il manager sportivo Andrea Vidotti -. Mia sorella e i miei nipoti sono stati veramente eroici ad affrontare la situazione con tanta fermezza e dignità. Non era certo un momento facile, dopo la scomparsa della mamma». 

LE TERAPIE
Nader è stato sottoposto a una serie di cure, una delle quali con un antimalarico, che si sono rivelate vincenti. Durante la degenza gli unici contatti con la famiglia erano ovviamente tenuti dai medici in video conferenza. Venticinque giorni dopo il suo ricovero l'ingegnere civile, che non soffriva di alcuna patologia pregressa, è stato dimesso dall'ospedale di Modesto tra due ali di medici e infermieri che lo applaudivano mentre usciva dall'ospedale come una star. Lo stesso medico che lo aveva in cura, ha dichiarato: «Avevamo poche speranze di salvarlo, ma il suo fisico ha reagito bene alle cure e oggi siamo felici di averlo visto uscire dall'ospedale con il sorriso». Nader è stato intervistato anche dall'emittente americana Cbs «Non ricordo nulla - ha dichiarato sorridente il professionista che con i due fratelli gestisce un'azienda di mobile homes in California -. Meglio così, mi hanno detto i dottori. Mi sono addormentato e mi sono svegliato guarito». Nessun familiare è risultato per fortuna positivo. «Tutto si è concluso al meglio- aggiunge Andrea Vidotti - ma siamo rimasti con il fiato sospeso per tre settimane».
Ultimo aggiornamento: 18 Maggio, 14:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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