Consulente fantasma per il Fisco a processo: mai una dichiarazione

Giovedì 18 Aprile 2019 di Denis Barea
Consulente fantasma per il Fisco a processo: mai una dichiarazione
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CONEGLIANO - Mai una dichiarazione dei redditi, come un nullatenente qualsiasi. Ma per la Procura di Treviso Jean Carlo Nardi, 40enne titolare di uno studio di consulenze legali e per l'internazionalizzazione dell'impresa a Conegliano, era tutt'altro che un poveraccio. Anzi: secondo un'indagine condotta dalla Guardia di Finanza solo nel 2010 e nel 2011 l'uomo, titolare della Change International Law, avrebbe sottratto all'erario oltre 700mila euro tra evasione Irpef e Iva. Un conto aperto con lo Stato che però, se si considera il periodo di attività compreso tra il 2008 e il 2013, supererebbe e di parecchio il milione di euro.
LA VICENDA La vicenda racconta il tentativo di mettere in piedi un raffinato e complesso meccanismo per aggirare il fisco italiano attraverso una complicata ramificazione di società di comodo con sede nello stato americano del Delaware, in Svizzera a Cipro. Tutti paesi con regole e regimi non esattamente da paradiso fiscale ma certamente molto più favorevoli di quello italiano. Il giochino che sarebbe stato messo in piedi dall'imprenditore viene scoperto quando, durante controlli, nei suoi conti correnti personali e in quelli della ditta individuale con sede a Conegliano vengono trovate strane movimentazioni in entrata. Bonifici provenienti da un soggetto fiscale con sede legale a Cipro. Cifre inspiegabili: a riscontro di quei versamenti non ci sono fatture. È così che si inizia a scavare e a far emergere il labirinto di triangolazioni sospette tra società con sede all'estero (che secondo le ipotesi dell'accusa sarebbero tutte di comodo) e la Change International Law. Nel paese elvetico L'uomo dichiara di avere residenza in Svizzera ma l'inchiesta appura che in realtà quello che ha a disposizione è solo un posto letto. La residenza reale ed effettiva, quello che conta per il fisco, sarebbe infatti in un appartamento di Conegliano. A confermarlo il fatto che l'auto del manager viene regolarmente parcheggiata sotto la palazzina e che per pulire la casa il 40enne avrebbe assunto una colf.
LE ACCUSE Ora Nardi è finito a processo con l'accusa di omesse dichiarazioni e occultamento di documenti contabili. A rendere ancora più solido il castello accusatoria un dettaglio per nulla trascurabile: i soldi arrivati da Cipro sarebbero rimasti nei suoi conti personali e in quelli della ditta coneglianese solo per qualche giorno prima di prendere la strada di depositi in istituti di credito svizzeri. Insomma, stando a quanto sostiene l'accusa non si tratterebbe solo di un tentativo di elusione realizzata sfruttando le crepe aperte dalle mancate armonizzazioni dei diversi regimi fiscali ma di una vera e propria evasione, dato che l'uomo sarebbe sempre stato residente in Italia. A fare i conti davanti al giudice sull'ammontare del presunto buco ai danni delle Entrate è stato uno dei finanzieri che ha condotto le indagini, che ieri mattina ha deposto in aula. L'unico elemento fino ad oggi non accertato è la riconducibilità della società cipriota, quella che ha fatto i bonifici solo transitati per i conti italiani prima di finire nelle banche svizzere, all'imputato. A cui nel prosieguo del processo resta ancora molto da spiegare.

    
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