Il vigile cintura nera: «Mi difendo con il judo, ora lo insegno anche ai colleghi»

Domenica 9 Ottobre 2022 di Pio Dal Cin
Marco Seffino

CONEGLIANO -  L’arma dell’agente Marco Seffino, vigile urbano di Conegliano, è la cintura nera terzo dan di judo. Un’arma che non fa male, ma che in tempi di baby gang e microcriminalità fa la differenza. La conoscenza delle mosse giuste per difendersi senza far male si è rivelata importante al punto da indurre il vigile judoka a tenere dei corsi ai colleghi. Dall’estate scorsa Seffino, 54 anni, sta portando avanti un corso di formazione ai ventiquattro agenti che volontariamente e con grande piacere hanno aderito all’insegnamento di questa nobile e antica arte marziale. «Non capita in tutte le caserme - afferma il comandante Claudio Mallamace - di trovare una persona della disponibilità e con l’altruismo dell’agente Seffino. Ho visto gli altri agenti aderire tutti con entusiasmo alla sua proposta di fare un incontro di allenamento alla settimana. E dall’estate scorsa noto dei miglioramenti costanti: la squadra è sempre più attenta e reattiva».

LA CARRIERA

L’allenatore del Kodokan Judo Vittorio Veneto, ha conquistato nel 2011 il prestigioso grado di cintura nera terzo dan. Veneziano di nascita, Marco Seffino ha mosso i primi passi in questa disciplina nel 1985 a Murano. Trasferitosi nella Marca nel 2002 è passato al Kodokan Judo Vittorio Veneto, poi nel 2005 il trasferimento a Conegliano. Sposato e con due figli appassionati, neanche a dirlo, di judo. «Non ho mai inseguito l’agonismo, anche se mi sono impegnato in qualche gara in passato guadagnando qualche podio ma niente di veramente importante- minimizza l’agente- Ho sempre praticato quest’arte marziale perchè mi sono veramente appassionato, ed è per me un vero piacere poter trasmettere agli altri una conoscenza che in questo lavoro torna utile sia per non subire lesioni durante le inevitabili colluttazioni, che per evitare di fare del male a chi stiamo cercando di fermare».

GLI ALLENAMENTI

L’agente Seffino spiega che lo scopo dei poliziotti è quello di “contenere” e non di “neutralizzare” coloro che, magari in preda ai fumi dell’alcol o annebbiati da stupefacenti si lasciano andare in escandescenze. «E’ interessante constatare che tutti i ventiquattro agenti di stanza al locale comando, abbiano deciso in maniera del tutto spontanea e volontaria di aderire al corso che si svolge a cadenza settimanale per un’ora in una palestra attrezzata» «Siamo stati veramente fortunati -ribadisce Mallamace- Marco sta portando tutti gli agenti, lentamente e con grande pazienza, ad un buon livello per poter affrontare la strada con una certa preparazione. E’ un po’ come tutte le cose che sui imparano da zero. All’inizio ci si trova impacciati e poi, mano a mano che si prosegue nell’apprendimento tutto diventa una specie di automatismo che rinsalda la fiducia nelle proprie capacita’ e regala una certa sicurezza nell’affrontare eventuali pericoli che inevitabilmente fanno parte della nostra quotidianità. Quello che vogliamo assolutamente evitare è che gli agenti e i cittadini stessi si possano far male durante le nostre operazioni ed interventi, e con Marco siamo veramente sulla buona strada».

Ultimo aggiornamento: 18:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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