I picchiatori di piazza Cima pentiti chiedono scusa: «Gesto criminale, ci vergogniamo. Abbiamo ferito la città» La Lettera

Sabato 8 Maggio 2021 di Paolo Calia
Il regolamento di conti in piazza Cima a Conegliano
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CONEGLIANO (TREVISO) - «Scusateci Coneglianesi, scusaci Conegliano». Astrit e Qendrim hanno 21 anni, sono kosovari, e fanno parte dello squadrone di picchiatori che domenica pomeriggio ha seminato terrore in piazza Cima.

Assieme a un gruppo di amici e connazionali, hanno aggredito armati di mazze da baseball un gruppo di macedoni seduti ai tavolini. Le immagino di quello che è accaduto hanno colonizzato il web per giorni: grida, gente a terra, colpi sferrati con decisione, tavoli e sedie che volavano, una mamma con bambina in braccia che fuggiva terrorizzata. Scene mai viste a Conegliano. Adesso loro due, per primi, hanno deciso di scrivere una lettera aperta per chiedere scusa alla città e, per quanto serve, per spiegare. Quel raid di follia non è nato da una questione passionale, per una ragazza. Dietro c’è ben altro. C’è una tensione latente tra gruppi etnici di kosovari-albanesi e macedoni-turchi. Il pestaggio di domenica non è altro che la reazione, altrettanto folle, a un’aggressione subita dai giovani kosovari, avvenuta il 25 aprile scorso a Paré e poi denunciata ai carabinieri il 29, e a un’altra violenta provocazione subita qualche minuto prima ai piedi di piazza Cima. I ragazzi kosovari non hanno però avuto la pazienza di attendere il corso della giustizia. Hanno preferito farsela da soli. Adesso chiedono scusa. E si dicono pronti a subire le conseguenze delle loro malefatte.

LA LETTERA

«Siamo Astrit e Qendrim, due dei ragazzi di 21 anni, che domenica hanno commesso quel grave fatto in Piazza Cima. Con queste poche parole vogliamo scusarci per aver profondamente ferito la vostra, la nostra comunità, in un momento che doveva essere di serenità per tutte le famiglie, per i bambini, che erano presenti in quel momento al nostro arrivo e durante la nostra delittuosa azione». Questo il primo capitolo delle scuse. Che, ovviamente, possono essere accettate ma lasciano il tempo che trovano in chi a quella violenza ha assistito e in chi, come il titolare del bar, si ora ritrova anche con dei danni cui far fronte in un periodo non certo facile per chi vive di commercio. «Siamo consapevoli che non basteranno queste parole per restituirvi serenità e per riparare al danno di immagine della città - ammettono - siamo consapevoli di aver compiuto gesti criminali, inqualificabili, di cui ci vergogniamo profondamente verso noi stessi e verso le nostre famiglie, che ci hanno cresciuto con la cultura del lavoro, del rispetto verso gli altri, del sacrificio e non certo dell’illegalità e della violenza».

LA SPIEGAZIONE

Esaurito il capitolo delle scuse, si apre poi quello della spiegazione. Il più interessante anche perché fa emergere uno spaccato di quanto accade per le strade di Conegliano e che, forse, non viene percepito in tutta la sua gravità. I due parlano di pestaggi, aggressioni, vendette. Lasciano intuire che, soprattutto tra i più giovani, c’è una tensione etnica sempre più pericolosa. E da sciogliere al più presto. Unico aspetto positivo: Almeno Astrit e Qendrim sembrano aver capito che la strada presa è pericolosa oltre che destinata a portare solo guai. E lo ammettono davanti a tutta la comunità coneglianese: «Purtroppo, ciò che è accaduto è stata una reazione ad un violento pestaggio di cui siamo stati vittime il 25 aprile e per il quale il 29 aprile abbiamo presentato denuncia ai Carabinieri di Treviso. Qualche minuto prima della nostra azione, poi, sotto la scalinata di Piazza Cima siamo stati nuovamente affrontati e minacciati con mazze e spranghe e lì è scattata la nostra reazione». La spiegazione è cruda, ma inquadra perfettamente la situazione. Le indagini del commissariato del resto stanno scandagliando tutte le ipotesi sul campo. I protagonisti della rissa, ripresi da ogni angolazione possibile sia dagli smartphone di chi assisteva allibito sia dalle telecamere della videosorveglianza cittadina, sono stati individuati nel giro di poche ore. Gli investigatori della polizia hanno tratteggiato il profilo di tutti i protagonisti, anche di chi è stato picchiato. Gli approfondimenti in corso riguardano tutti.

NESSUNA GIUSTIFICAZIONE

«Non intendiamo dire che il nostro gesto, per queste ragioni, fosse giustificato o giustificabile, né meno grave - sottolineano i due ben consapevoli che delle scuse e delle giustificazioni, per quanto apprezzabili, non possono di certo bastare per mettere una pietra sopra all’enormità commessa - le reazioni violente, anche se a seguito di aggressioni subite, non sono ammissibili, soprattutto quando rischiano di coinvolgere persone estranee. Per fortuna nessun passante è rimasto colpito». Però ribadiscono, quasi a rimarcare che le colpe di quanto accaduto non stanno tutte da una parte sola: «Purtroppo l’esasperazione per le continue minacce subite e l’immaturità della nostra età ci ha impedito di fermarci prima di agire. Ma anche questa non vuole essere, da parte nostra, una giustificazione poiché nel nostro Paese, l’Italia, e nella nostra Regione, il Veneto, ci sono le forze dell’Ordine a garantire la giustizia e non c’è bisogno di improvvisarsi, come abbiamo fatto noi in questa unica occasione, giustizieri fai da te».

IL FUTURO

Nelle ultime righe i due 21enni perdono ogni tipo di baldanza e dimostrano che, forse, un po’ di maturità l’hanno acquisita. Non chiedono sconti, pagheranno quello che la giustizia italiana deciderà che dovranno pagare. E lo dicono con sincerità lanciando un appello a “tutte le persone direttamente coinvolte” perché seguano il loro esempio: «Siamo pronti a subire le conseguenze legali di quanto abbiamo commesso, sappiamo che non basteranno queste parole per riabilitarci o restituire quella serenità che Conegliano merita, ma allo stesso tempo siamo pronti a fare qualsiasi cosa per la città per dare un segno riparatore dei nostri errori e concreto del nostro pentimento. Speriamo che questo possa essere un primo passo, per tutte le persone direttamente coinvolte, affinché non accadano più episodi di questa natura». Firmato: Astri e Qendrim. 

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La lettera integrale
Scusateci Coneglianesi, scusaci Conegliano.
Siamo Astrit e Qendrim, due dei ragazzi di 21 anni, che domenica hanno commesso quel grave fatto in Piazza Cima. Con queste poche parole vogliamo scusarci per aver profondamente ferito la vostra, la nostra comunità, in un momento che doveva essere di serenità per tutte le famiglie, per i bambini, che erano presenti in quel momento al nostro arrivo e durante la nostra delittuosa azione. 
Siamo consapevoli che non basteranno queste parole per restituirvi serenità e per riparare al danno di immagine della città, siamo consapevoli di aver compiuto gesti criminali, inqualificabili, di cui ci vergogniamo profondamente verso noi stessi e verso le nostre famiglie, che ci hanno cresciuto con la cultura del lavoro, del rispetto verso gli altri, del sacrificio e non certo dell'illegalità e della violenza.
Purtroppo, ciò che è accaduto è stata una reazione ad un violento pestaggio di cui siamo stati vittime il 25 aprile e per il quale il 28 aprile abbiamo presentato denuncia ai Carabinieri di Treviso. Qualche minuto prima della nostra azione, poi, sotto la scalinata di Piazza Cima siamo stati nuovamente affrontati e minacciati con mazze e spranghe e lì è scattata la nostra reazione. 
Non intendiamo dire che il nostro gesto, per queste ragioni, fosse giustificato o giustificabile, né meno grave. Le reazioni violente, anche se a seguito di aggressioni subite, non sono ammissibili, soprattutto quando rischiano di coinvolgere persone estranee. Per fortuna nessun passante è rimasto colpito. 
Purtroppo l'esasperazione per le continue minacce subite e l'immaturità della nostra età ci ha impedito di fermarci prima di agire. Ma anche questa non vuole essere, da parte nostra, una giustificazione poiché nel nostro Paese, l'Italia, e nella nostra Regione, il Veneto, ci sono le forze dell'Ordine a garantire la giustizia e non c'è bisogno di improvvisarsi, come abbiamo fatto noi in questa unica occasione, giustizieri fai da te. 
Siamo pronti a subire le conseguenze legali di quanto abbiamo commesso, sappiamo che non basteranno queste parole per riabilitarci o restituire quella serenità che Conegliano merita, ma allo stesso tempo siamo pronti a fare qualsiasi cosa per la città per dare un segno riparatore dei nostri errori e concreto del nostro pentimento. 
Speriamo che questo possa essere un primo passo, per tutte le persone direttamente coinvolte, affinché non accadano più episodi di questa natura.


Astrit
Qendrim

Ultimo aggiornamento: 15:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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