Conegliano. In ospedale per difficoltà respiratorie, muore pensionato. L'Ulss 2 dovrà risarcire 780mila euro

Domenica 1 Gennaio 2023 di Fulvio Fioretti
Conegliano. In ospedale per difficoltà respiratorie, muore pensionato. L'Ulss 2 dovrà risarcire 780mila euro

CONEGLIANO - I sanitari tennero una condotta negligente che portò alla morte del paziente colpito da uno scompenso cardiaco e la sentenza del giudice del Tribunale di Treviso Alberto Barbazza, appena notificata alla Ulss 2 è stata pesante: dovrà risarcire alla moglie e alle figlie del defunto, che avevano citato l'azienda sanitaria assistite dall'avvocato Nicola Todeschini, circa 780mila euro, interessi e rivalutazione compresi.

I fatti si svolsero nel gennaio 2016 quando un 86enne pensionato di Conegliano e già con patologie cardiologiche pregresse, si rivolse al Pronto soccorso dell'ospedale di Conegliano lamentando difficoltà respiratorie. Diagnosticato un versamento pleurico fu ricoverato in medicina con ossigenoterapia, e fu suggerito anche il posizionamento di un Picc (l'accesso venoso di un piccolo catetere) tramite un intervento di routine programmato per il 23 febbraio all'Unità di Terapia Intensiva Cardiologica dell'ospedale civile, ove l'anziano sarebbe stato trasportato in ambulanza. Ma dalle 8.20 quando ebbero inizio le operazioni di trasferimento alle 10.40 quando ritornò alla clinica De Gironcoli è successo qualcosa. Alla partenza l'uomo (sottoposto a somministrazione di ossigeno, risultava lucido e collaborativo, tanto che gli veniva chiesto di alzarsi e posizionarsi sulla barella. E sarebbe stata sospesa la somministrazione di ossigeno. Alle ore 10.40 e senza essere stato sottoposto all'intervento prospettato, il rientro del paziente in condizioni critiche ed agonizzante.

IL RICORSO

Secondo il ricorso i sanitari non avrebbero attuato le procedure rianimatorie invasive, e dopo un paio d'ore si constatò il decesso. Moglie e figlie, presenti al rientro del congiunto all'ospedale De Gironcoli, nel dramma, chiesero ovviamente informazioni sulle ultime ore di vita, dopo averlo visto partire lucido e sereno. E dalla visione della documentazione riguardante il trasporto in ambulanza e l'affidamento ai sanitari dell'Ospedale di Conegliano, secondo loro la cartella clinica avrebbe riportato notizie confuse e sarebbero state del tutto assenti informazioni in merito alle condizioni e le cure al pensionato dalle ore 8.35 alle ore 10.40 di quel 23 febbraio. Anche in seguito mai sono state rese spiegazioni alle richieste scritte.

LA CONSULENZA

Secondo la consulenza di uno specialista, la morte quindi sarebbe arrivata anche a causa dell'immotivata sospensione della somministrazione di ossigeno durante il trasporto in ambulanza e nell'attesa dell'intervento oltre che per un difetto di assistenza successiva. Da qui dopo alcune diffide per arrivare a una mediazione, con esito negativo, la causa all'Ulss 2 per ottenere il risarcimento dei danni patiti, patrimoniali e non, derivanti dalla morte del familiare. Il collegio peritale nominato dal Giudice ha ritenuto altamente probabile, una importante deflessione della funzione cardiaca in paziente gravemente cardiopatico, tuttavia non esplorata né trattata, così il giudice ha deciso la condanna per complessivi 780mila euro, compresi di interessi, rivalutazione e spese a carico dell'Ulss 2. «Il caso poteva essere risolto con un minimo di disponibilità transattiva commenta l'avvocato Todeschini, interpellato - ma la struttura sanitaria nonostante fosse consapevole delle gravi deficienze della cartella clinica che dimentica di raccontare che cosa effettivamente sia accaduto, ha preferito attendere la sentenza che l'ha condannata a un importante risarcimento». Da parte sua la direzione generale dell'Ulss 2 non ha rilasciato commenti, limitandosi a comunicare che sarà presentato appello.
 

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