Studente Ipsia dona la sua borsa di studio alle figlie di Sara, uccisa nella tragedia dell'A28 con la cugina

Martedì 8 Marzo 2022 di Valeria Lipparini
Eros Polesel riceve la borsa di studio per meriti scolastici

CONEGLIANO - «Questa borsa di studio serve più a loro che a me. Quelle bimbe piccole rimaste senza la loro madre avranno una vita difficile. Il mio pensiero, anche se si tratta di piccola cosa, è il minino che potevo fare». Eros Polesel, 18 anni, studente di quinta all’Ipsia di Conegliano, ha deciso di donare la borsa di studio per meriti scolastici alle figliolette di Sara Rizzotto, rimasta uccisa con la cugina Jessica Fragasso nella tragedia dell’A28, il 30 gennaio scorso.


L’INCONTRO
Eros e la mamma Mariangela hanno ricevuto lunedì sera, a casa loro, Alain Fragasso, papà di Jessica e zio di Sara. «È un uomo che ha perso la figlia della mia stessa età. Lo sorregge una forza enorme e mi ha colpito profondamente. Parlare con lui mi ha fatto capire quanto la sua famiglia sia simile alla mia. Una famiglia dove regna l’amore, dove figli e genitori si rispettano» dice Eros. È timido, poche parole, qualche pausa. E la mamma di fianco a lui, ha condiviso insieme al papà il suo gesto. Eros continua: «Ho vinto la prima borsa di studio in terza superiore e ho già vissuto la gioia di essere premiato. Quando la scuola mi ha comunicato che avevo vinto una secondo borsa di studio era appena successa la tragedia di Sara e Jessica, uccise per colpa di un uomo che le aveva investite e poi era fuggito. L’idea di donare a loro la mia borsa di studio è scattata subito. Poi i miei l’hanno condivisa e mi hanno dato una mano a renderla possibile».
Alain Fragasso ha voluto incontrare di persona Eros e lunedì sera si è recato a casa Polesel. «Il gesto di questo ragazzo mi ha commosso. Anche mia figlia l’avrebbe fatto. Sono molto contento che ci siano ancora ragazzi con la testa sulle spalle, che pensano al prossimo». Il papà di Jessica dice, anche: «Provengono da una famiglia umile come siamo noi. Eros è timido ma il suo gesto parla per lui. Vale più di mille parole. Mi ha fatto felice perchè ha rinnovato la memoria di Jessica e di Sara». 
IL CONSIGLIO
Poi, Alain si è rivolto a mamma Mariangela: «Io e mia moglie abbiamo amato nostra figlia dal primo all’ultimo momento. Non abbiamo mai perso nulla di lei. Per questo vi dico di dedicare ogni minuto ai vostri figli, fatelo e non rimandate perchè potrebbe essere troppo tardi». Poche parole che mamma Mariangela ha assorbito come un tesoro. Lei è commessa al Mega di San Fior e il marito è autotrasportatore. Hanno quattro figli maschi ed Eros è il secondogenito. «La tragedia che ha colpito le vostre famiglie è un dolore che pesa anche sui nostri cuori. Sono mamma anch’io. Posso solo immaginare cosa state passando. In più ci sono quelle due bimbe piccole, rimaste senza un genitore. Sono un pensiero costante. Non si può perdere la vita così. È vero che alle volte i ragazzi corrono per strada e magari bevono. Ma in questo caso la sorte è stata beffarda: Sara e Jessica non correvano, non avevano bevuto, sono state investite mortalmente da un uomo che si era messo al volante ubriaco. Ci vuole giustizia, ma una giustizia severa. Perchè un padre non può veder morire figlia e nipote. Non è naturale». 
LA LUCE
Mariangela, dell’incontro con Alain, ha fissato un momento che non dimenticherà mai: «È un uomo incredibile, noi non meritiamo attenzione.

L’insegnamento ce lo sta dando lui. Ce l’ho davanti agli occhi la sedia dov’era seduto Alain, quell’uomo aveva una luce dietro. Da ieri dico che era l’angelo di sua figlia. È riuscito a trasmettere luce di fronte a tanta sofferenza». Eros ha dunque consegnato la donazione che andrà ad aggiungersi a quanto già raccolto in un mese e mezzo. «Spero che la memoria di mia figlia e mia nipote viva nel ricordo di tanti giovani» ha detto Fragasso, salutando Eros Polesel.

Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 10:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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