Elezioni comunali. Zaia e Brugnaro, derby nel centrodestra per l'assalto al municipio di Conegliano

Martedì 28 Settembre 2021 di Paolo Calia
Zaia e Brugnaro, derby nel centrodestra per l'assalto al municipio di Conegliano
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Zaia e Brugnaro, derby nel centrodestra per l'assalto al municipio di Conegliano
VERSO IL VOTO
CONEGLIANO (TREVISO) Come al solito, i duri si vedono quando il gioco si fa duro.

A Conegliano, seconda città della Marca e fronte elettoralmente caldissimo, scendono in campo i pesi massimi. Da una parte il governatore Luca Zaia, che ha ormai preso sotto la sua ala protettiva Piero Garbellotto, imprenditore e presidente dell'Imoco volley, scelto dalla Lega e da Fratelli d'Italia per conquistare la fascia da sindaco. Dall'altra Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, leader di Coraggio Italia, sponsor dichiarato di Fabio Chies, primo cittadino coneglianese silurato da una maggioranza troppo litigiosa dopo tre anni e mezzo di amministrazione turbolenta, e desideroso di riconquistare quanto perduto. Ieri i due big si sono sfiorati: la mattina Zaia a tirare la volata a Garbellotto parlando di turismo, della necessità di creare un legame tra Venezia, Treviso, Conegliano e Cortina per sfruttare al meglio le potenzialità legate alle prossime Olimpiadi - «Piero è l'uomo giusto per questo» - e, al pomeriggio, Brugnaro a stringere la mano a Chies e sentenziare: «Deve tornare a fare il sindaco». Un derby in piena regola. Condito da qualche imbarazzo.

DIVISI

Se infatti ci sta che Zaia lavori per il candidato scelto dalla Lega e Brugnaro per un sindaco targato Forza Italia ma che spesso e volentieri ammicca ai civici, balza agli occhi la presenza del vicesindaco di Brugnaro, Andrea Tomaello (leghista) accanto a Garbellotto. Giunta veneziana divisa, insomma. Tomaello però chiarisce subito: «Brugnaro va da Chies come segretario del suo partito nazionale. Io sono qui per il mio, la Lega». Come dire: uniti per amministrare, divisi per fare politica. Zaia, invece, non si scompone. Lui, Garbellotto, lo ha benedetto fin dall'inizio: «Piero - sottolinea - è come l'abito tagliato su misura per Conegliano. Ha una visione che porterà questa città a livelli mai raggiunti prima». E forte di questa convinzione, poco gli importa chi si schieri a sostegno dell'avversario. Ma nemmeno Brugnaro pare troppo turbato dalla scelta fatta dal suo vice o, ancora di più, dal governatore: «Nella nostra giunta ci possono anche essere visioni diverse ma essere uniti per amministrare - ribadisce - e ci sta». E per quanto riguarda il duello col resto del centrodestra e con Zaia, smorza: «Il centrodestra farà una sorta di primarie tra chi crede nella discontinuità e chi invece vuole la continuità. Io sono per la conservazione delle cose che funzionano. Secondo me Conegliano è stata amministrata bene, da Chies, persona seria, libera, che non prende ordini da nessuno, tanto meno da me. E deve rispondere solo ai coneglianesi». Per Brugnaro però questo non è un buon motivo per esacerbare gli animi: «Le elezioni si dovrebbero vedere non come la costante ricerca di un nemico. Ognuno faccia le sue proposte senza denigrare quelle degli altri. Poi l'elettore è maturo, molto più di quello che si pensi, e sceglierà tranquillamente. E chi perde potrà fare opposizione in maniera serena. Senza fare conflitti, che la gente non vuole più. Sono certo che Chies è il sindaco perfetto per Conegliano perché non ha mai litigato con nessuno ma lo hanno fatto cadere. Andiamo quindi a conquistarci gli elettori».

IL DERBY

In terra trevigiana, alle porte delle colline patrimonio dell'Umanità, si svolge insomma un vero e proprio derby politico/elettorale. Brugnaro è convinto che Chies sia il sindaco perfetto, Zaia che Garbellotto sia l'uomo giusto per Conegliano. Due visioni diverse, opposte, seppure nella stessa area politica. Ma c'è anche chi vede nelle mosse di Brugnaro un'abile strategia per allargare ancora di più i confini di Coraggio Italia, magari convincendo Chies a lasciare Forza Italia per unirsi alle sue truppe. Del resto, ieri, all'incontro che ha sancito l'appoggio ufficiale all'ex sindaco di Conegliano, era anche presente Raffaele Baratto, deputato vicinissimo a Chies che ha lasciato gli azzurri per abbracciare la visione di Brugnaro. Quasi un apripista.

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