Coronavirus. Casa Fenzi prima autopsia, resta il giallo: «Impossibile dire se il virus sia stato letale»

Domenica 26 Aprile 2020 di Denis Barea
L'ingresso di Casa Fenzi a Conegliano
CONEGLIANO La prima autopsia non ha sciolto il dubbio e al momento è difficile dire se Gianantonio Baccin sia morto per o con il Covid 19. Questo l’esito dell’autopsia sul corpo del 93enne ospite di Casa Fenzi condotta ieri a Padova dal patologo incaricato dalla Procura di Treviso, che sulle morti registrate nella residenza per anziani di Conegliano ha aperto un’inchiesta.
«Le condizioni di Baccin - spiega Antonello Cirnelli, che nell’effettuazione del post mortem è stato coadiuvato dal pneumolgo Luigi Di Donato - erano tali per cui oggi sostenere che l’infezione da coronavirus sia stata determinante ai fini del decesso è impossibile. Gli organi interni presentavano tutti un consistente logoramento causa l’età avanzata del soggetto. Per il momento la risposta al quesito se il virus abbia accelerato la morte o sia stata una presenza del ininfluente sul quadro clinico resta sospesa». Di più si saprà tra 60 giorni, quando cioè l’esiti degli esami istologici e microbiologici saranno consegnati al sostituto procuratore Anna Andreatta, titolare dell’inchiesta.
L’OPERATORE SANITARIO
Ben più probante, ai fini delle indagini, sarà l’autopsia su Angelo Fantucchio, l’operatore sociosanitario stroncato dal coronavirus a 54 anni. L’ incarico verrà dato lunedì mattina insieme a quello per l’effettuazione degli esami sulle altre tre vittime di Casa Fenzi. Nel caso di Fantucchio la morte sarebbe intervenuta proprio per effetto del contagio; la configurazione di un’eventuale ipotesi di reato sarebbe quella di omicidio colposo, anche se potrebbero essere riscontrate violazioni in materia di sicurezza sanitaria. Il che potrebbe voler dire che le vittime, morte per Covid o con Covid, non presenterebbero differenze per il lavoro degli inquirenti, il cui obiettivo dichiarato sarebbe perseguire chi non ha operato secondo le regole.
PROTOCOLLI LA LENTE
La struttura per anziani di Conegliano è nella bufera per i contagi fuori controllo, sia tra gli ospiti che tra il personale, e una percentuale di decessi ben oltre la media regionale. L’altro ieri i carabinieri del Nas hanno ispezionato la struttura, acquisendo copie delle cartelle cliniche dei deceduti, degli atti relativi agli anziani ospitati e dei protocolli messi in atto finora per affrontare l’emergenza Covid. In pratica ogni informazione utile a capire perché nella casa di riposo di Conegliano si sia pagato un prezzo di vite così alto rispetto ad altre Rsa della provincia: all’interno della struttura sono stati colpiti dal coronavirus 112 ospiti sui 190 totali, in pratica il 60%, e 47 operatori su 160, più di un quarto, contro percentuali che, a livello provinciale, si attestano al 6 e al 3%. Domani mattina, intanto, l’Uls 2 depositerà in Procura il proprio esposto contro Casa Fenzi.
«Siamo stati infangati ingiustamente - ha detto il direttore Francesco Benazzi - il presidente di Casa Fenzi ci ha accusato di non aver attuato tutte le misure di precauzione. Sbagliato, possiamo dimostrare di aver fatto tutto quello che c’era da fare e aver agito sempre correttamente. Il 19 marzo - spiega Benazzi - avevamo chiesto a tutte le case di riposo di darci un feedback sull’attuazione dell’isolamento ma la risposta di Casa Fenzi è arrivata il 18 aprile. Evitiamo di lanciare accuse che alla prova dei fatti vengono sistematicamente smontate» tuona Benazzi. Quanto alle mascherine, nei 20 giorni di picco dell’emergenza si faticava a trovarle, i distributori erano sommersi dagli ordini e avevano loro stessi dei problemi a reperirli. Il 7 aprile, però, abbiamo chiesto a tutte le Rsa di farci avere il quadro del fabbisogno. E a Casa Fenzi abbiamo fornito tutto quello che ci era stato richiesto». 
Ultimo aggiornamento: 09:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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