Bar, ristoranti, negozi: neanche la zona gialla fa crescere gli incassi

Venerdì 12 Febbraio 2021 di Paolo Calia
Ripresa lenta anche nel trevigiano
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TREVISO «Una ripartenza a scartamento ridotto nella speranza di tornare alla normalità». Gianni Taffarello, direttore della Confesercenti trevigiana, sintetizza così uno studio che vuole essere una fotografia di quanto sta accadendo in questi giorni nel mondo del commercio. Il ritorno in zona gialla, la riduzione delle limitazioni e la maggiore libertà di movimento, non si stanno traducendo in un’immediata ripresa degli affari. E i dati dei fatturati lo confermano. Rispetto alla prima settimana di febbraio dello scorso anno (periodo pre Covid), gli incassi dei piccoli commercianti trevigiani sono calati del 22%. 
IL CAMPIONE
La Confesercenti ha voluto toccare con mano gli effetti del ritorno a un minimo di normalità. Ha preso in esame quindici micro imprese trevigiane a conduzione familiare per ognuna di queste quattro categorie: settore alimentare (negozi di alimentari, frutta e verdura, panifici); non alimentari (abbigliamento, calzature e pelletterie); ristoranti; bar. In tutto sessanta attività distribuite nell’intera provincia con un fatturato medio di 190mila euro all’anno precipitato, per via del Covid, a una media di circa 167mila. Sono stati messi a confronto gli incassi registrati da ognuna di loro nella prima settimana di febbraio 2020 (dal 3 al 9 febbraio) con l’ultima settimana in zona arancione (dal 25 al 31 gennaio 2021) e la prima settimana in zona gialla (dal 1 al 7 febbraio 2021). Uno spaccato rappresentativo che spinge Taffarello a sottolineare: «La tanto agognata zona gialla non ha ancora prodotto alcun risultato».
I RISULTATI
Il confronto evidenzia che il solo settore alimentare ha registrato non solo una tenuta, ma anche una crescita: nella prima settimana di febbraio 2021 i piccoli esercizi alimentari hanno fatturato l’11% in più rispetto alla prima settimana di febbraio 2020 (uno degli ultimi periodi senza Covid prima del lockdown primaverile). Meno marcata invece la crescita rispetto all’ultima settimana arancione (circa l’1% in più), segno che di lavoro ce n’è sempre stato: «Alla luce di questi dati - osserva Taffarello - si può azzardare che, in quest’anno, il settore dei piccoli negozi alimentari si sia ripreso una fetta di mercato». 
IL NODO

Poi c’è il caso del settore rappresentato da abbigliamento, calzature e pelletterie: «Il cosiddetto settore “non alimentare” si presenta come un falso positivo. Rispetto a febbraio 2020, la prima settimana del febbraio 2021 ha registrato il 7% in più dei fatturati, percentuale che sale a 12% se si guarda gli incassi in fascia arancione». Un esito buono, ma ingannevole: «Il raffronto - sottolinea Taffarello - è impari visto che l’anno scorso la prima settimana di febbraio vedeva già una fase statica dopo le svendite fatte a gennaio, mentre quest’anno la prima settimana di febbraio corrisponde con l’apertura ufficiale delle svendite di fine stagione. La ripartenza tarda a farsi sentire». 
IN PICCHIATA
Il crollo vero e proprio riguarda invece i ristoranti. Tra il 2020 e il 2021 il calo del fatturato si assesta al 44%. Se invece l’analisi si concentra solo sulla differenza tra quanto incassato in fascia arancione e in fascia gialla (quindi fine gennaio e primi di febbraio 2021), il risultato migliora: addirittura 76% in più. Nello specifico i 15 ristoranti analizzati negli ultimi sette giorni in “arancione” hanno incassato 62.637 euro, mentre nei primi sette giorni in “giallo” 110.277 euro. Un risultato positivo, ma che scompare davanti agli oltre 190mila euro incassati nella prima settimana di febbraio 2020. Stesso discorso per i bar, ma con percentuali ancora più evidenti: meno 45% di fatturato da un anno all’altro, ma il 121% in più tra quanto entrato in fascia arancione e fascia gialla. Se si guardano in numeri assoluti però si scopre che 15 bar in fascia arancione hanno incassato la miseria di 9.171 euro: «Il 121% in più di poco resta poco, nell’analisi bisogna tenere conto che continua a mancare la fascia dell’aperitivo serale - chiude Taffarello - quelle dei bar sono note dolenti».
 

Ultimo aggiornamento: 08:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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