«Io tra le prime donne al voto nel ‘46 fu una conquista, fiera di raccontarla»

Venerdì 13 Maggio 2022 di Pio Dal Cin
Francesca Da Fies Costella, ex maestra di Codognè

CODOGNÈ - Francesca Da Fies Costella è tra le prime donne ad aver esercitato il diritto di voto il 2 giugno 1946. Un giorno “storico” che la maestra di Codognè ricorda lucidamente, ancora oggi, a distanza di 76 anni.

Per tutti è “la maestra Costella”. Ha insegnato per 40 anni alle scuole elementari del paese e molti dei suoi alunni oggi sono nonni. La maestra, che ha compiuto 97 anni il 17 marzo scorso conserva una mente freschissima, ricorda nomi e date senza alcuna difficoltà. Nel 2019 è stata insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica, è depositaria delle chiavi della “Memoria Popolare” un progetto avviato 10 anni fa con l’amministrazione comunale che si propone di conservare le memorie del paese a favore delle nuove generazioni, raccogliendo testimonianze documentali, fotografiche e video. La maestra Francesca ha vissuto da giovane con la mamma a Soffratta di Mareno. Dopo la maturità magistrale al collegio Immacolata di Conegliano si è trasferita a Codognè. Quindi il matrimonio con Giovanbattista Costella e quattro figli. Francesca Da Fies Costella può dire con orgoglio di essere stata tra le prime donne ad essersi recata alle urne nel 1946, esercitando così per la prima volta il diritto di voto. Cosa ricorda di quel 2 giugno 1946? «Vivevo a Soffratta di Mareno con mia madre che allora aveva 45 anni. Mi sono alzata come il solito per partecipare alla Messa delle 10 e poi mi sono recata a votare. Questa sì che è stata una novità». Come siete state informate voi donne del diritto al voto e come si sono svolte le elezioni? «Non avevamo nè radio nè giornali. I canali dell’informazioni non erano certo semplici e diretti come oggi.Erano tempi in cui non avevamo neppure l’energia elettrica e l’acqua calda si otteneva con la legna sul “fogher”. Siamo state informati tramite circolari e annunci esposti fuori dalla sede comunale, nei circoli e nei luoghi pubblici. Ci hanno fatto avere il certificato elettorale e ci siamo recate a votare. Il mio seggio era a tre chilometri di distanza, vicino al monumento dei Caduti, a Soffratta, c’era una piccola elementare. È lì che ho votato subito dopo la Messa». Quale sentimento c’era tra la popolazione femminile? «Si respirava una certa perplessità. Venivamo da tanti anni di fascismo, e certo non era facile capire il ruolo al quale eravamo chiamati. Ho votato per la Repubblica. I Repubblicani, disgustati dal comportamento del re, che aveva portato Mussolini al potere, si erano battuti per queste elezioni. Erano i tempi di De Gasperi. Forse a prevalere era un senso di incertezza e di insicurezza. Non era facile capire che le cose stavano cambiando. Siamo cresciuti sotto il fascismo e questo nuovo “vento di libertà” ci ha presi un po’ alla sprovvista». Con la mamma e le amiche si confrontava su quello che stava avvenendo? «Si, ma forse non ci rendevamo ancora conto del cambiamento epocale che stavamo vivendo. Mia mamma è andata a votare dopo di me perchè avevamo solo una bicicletta. A tavola quel giorno non abbiamo parlato molto, probabilmente non ci rendevamo neppure conto di aver scritto una pagina di storia. A distanza di anni sono proprio felice di aver vissuto questo avvenimento. Bisognava essere nati entro il 21 giugno 1925 per poter votare. Io avevo 21 anni». Si sente una privilegiata per essere stata parte di una pagina così importante della storia d’Italia? «Quel giorno non comprendevo fino in fondo l’importanza di quello che stava succedendo, anche se ero molto fiera di recarmi alle urne. Con Gli anni ho compreso meglio. Oggi sono orgogliosa di poterlo raccontare ai miei figli e nipoti. E stato un traguardo importantissimo per le donne e la democrazia in generale». 

Ultimo aggiornamento: 16:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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