Mamma per ore in auto con i figli malati: «Poi mi hanno mandata via...»

Martedì 18 Gennaio 2022 di Elena Filini
Mamma in auto per ore in auto con i figli malati: «Poi mi hanno mandata via...»
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TREVISO - «Ho aspettato tre ore, poi mi hanno mandata via e sono andata a Casier, ma neanche lì sono riuscita a fare il tampone». «È stato un disastro, già alle due e mezza dicevano di tornare il giorno successivo alle sei del mattino».

Le chat e i social ieri sera ribollivano di commenti sulla giornata campale vissuta da migliaia di trevigiani che si sono messi in fila nella giornata di ieri ai Covid point. Il problema è uno e uno solo: il numero elevato, elevatissimo di contagi. Tale che le autorità sanitarie stanno evidenziando come si stia profilando la necessità di monitorare, da qui in avanti, solo chi sviluppa forme di malattia, escludendo gli asintomatici. Trattando insomma il Covid, un po' alla volta, almeno per chi è vaccinato o ha una protezione immunitaria data da una precedente guarigione, come un'influenza stagionale.


IL NODO

Ad ingarbugliare la già difficile situazione ieri mattina ci si sono messi anche i ritardi di alcune scuole nell'invio del Q-Code che permette di accedere alle corsie preferenziale per i test pensati dal piano scuola dell'Usl. E così molti genitori, col sopraggiungere dei primi sintomi, si sono rivolti al pediatra o al medico di base di riferimento per l'impegnativa, mettendosi poi in coda all'ex dogana. Anche ieri le storie di genitori in coda per ore si somigliavano più o meno tutte: quando è stato evidente che in dogana non si sarebbero certo potuto tamponare tutti i bambini, la polizia locale ha deviato le famiglie a Casier dove ad alcuni in mattinata era stato detto di non poter fare tamponi senza il codice specifico. Anche a Casier però, intorno alle 17, hanno chiuso il centro viste le 3 ore medie di attesa.


CASI LIMITE

M.B. da due giorni cerca di far il tampone molecolare ai suoi due figli di 3 e 10 anni. «Domenica mattina mi sono messa in coda dalle 9, alle 10.30 ero all'altezza della rotonda e ci hanno mandato via. Ieri sono ritornata, mi sono messa in coda dalle 14 in tangenziale, alle 15.30 circa alla rotonda ci hanno di nuovo mandato via. Ho fatto presente che eravamo già stati mandati via ieri mattina e stamattina avevano di nuovo chiuso e mandato via altra gente dicendo di tornare al pomeriggio e ci hanno detto di andare a Dosson». Così, al centro di tracciamento scolastico, è riuscita a fare il molecolare ai bambini. «A Dosson ho fato un'altra coda: sono le 18 e siamo appena rientrati. Ho due bambini con me che piangevano, avevano mal di pancia, dovevano andare in bagno dopo tutto questo tempo. Il nostro non era un tracciamento scolastico quindi non potevamo inizialmente accedere a Dosson ma oggi finalmente hanno fatto accedere anche noi». L'odissea è confermata da tantissime altre mamme. «Mi hanno mandata via - conferma un'altra madre - anche a me al Melody a Castelfranco, un disastro» le fa eco una terza. Una situazione più o meno analoga in tutti i centri della provincia. Che un padre, dopo aver girato tutta la giornata per poter far tamponare i suoi due figli, uno dei quali con febbre e sintomi, spiega così. «Domenica siamo stati chiamati dalla scuola che ci ha avvertito che c'erano bambini positivi nelle classi di entrambi i miei figli - racconta L.M.- ci è stato detto di fare i tamponi ai bambini. Ma il codice per accedere al centro di Dosson non è arrivato, immagino per la difficoltà ad evadere tutte le richieste perchè di solito la scuola è molto puntuale. A questo punto visto che i bambini non stavano bene ho sentito la pediatra, che mi ha consigliato di provare ugualmente a Dosson per vedere se ci fosse la possibilità di avere un tampone. Sono arrivato e non c'era nessuno, solo i sanitari. Ho chiesto una cortesia, ben sapendo di non avere il codice, ma purtroppo non è stato possibile fare il tampone. Sono andato in Dogana e c'era una coda di oltre cinque ore. I bambini stavano male, e ho desistito».

Ultimo aggiornamento: 11:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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