Cene a casa con gli amici: 60 euro a testa per cibo, vino e cocaina

Sabato 29 Settembre 2018 di Denis Barea
Cene a casa con gli amici: 60 euro a testa per cibo, vino e cocaina
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TREVISO - Cene con gli amici a base di tanto cibo, altrettanto vino ma soprattutto di cocaina, servita come dessert ad un giro di conoscenti che, per le piste di polvere bianca alla fine delle portate, avrebbero pagato dai 50 ai 60 euro a serata. A organizzare i party, che si tenevano in un appartamento del quartiere S.Bona dove vive una coppia di insospettabili, era M.T., un 45enne di Treviso ora a processo per detenzione e spaccio di stupefacenti.  All'uomo gli inquirenti sono arrivati nel corso delle indagini svolte dalla Polizia di Stato sullo spaccio di polvere bianca organizzato da un gruppo di nigeriani che avevano stabilito i loro bazar della droga in Viale Luzzati.  Gli accertamenti avevano evidenziato come M.T. fosse uno dei più assidui acquirenti e la quantità di cocaina comprata e la frequenza di approvvigionamento hanno destato più di un sospetto. È così che si è scoperto che il 45enne non era solo un consumatore. 
L'uomo si sarebbe infatti creato un giro di conoscenze fra appassionati della polvere bianca ai quali non vendeva droga come un comune spacciatore. Il suo era invece un meccanismo molto più raffinato: organizzava delle cene che finivano regolarmente con i commensali che pippavano qualche pista di coca. Sposato e con figli M.T. non poteva certo organizzare i coca-cena a casa sua. Aveva quindi trovato la complicità di una coppia, con a disposizione un appartamento a Santa Bona. Dalle indagini non è ancora emerso con chiarezza il loro ruolo e in particolare se i due si facessero pagare per ospitare i festini a base di stupefacenti, magari prendendo una percentuale dei 50-60 euro che secondo alcuni dei partecipanti era il costo del coperto per mangiare, bere e sniffare. 
Di certo c'è solo che la coppia è stata denunciata e che nei loro confronti il Tribunale minorile di Treviso ha emesso un provvedimento di revoca della potestà genitoriale rispetto ai tre figli minori, che hanno tra i tre e i cinque anni e che ora sono stati affidati ad una struttura protetta. Ieri in udienza hanno deposto alcuni dei convitati e la donna che ospitava le serate. M.T. ha sempre sostenuto che la cessione della droga sarebbe avvenuta a titolo gratuito, cocaina insomma offerta ai conoscenti per chiudere in bellezza la serata. Ma alcuni degli invitati e la stessa inquilina dell'appartamento dove si svolgevano le seratine hanno invece confermato che ogni partecipante avrebbe pagato una sorta di prezzo d'ingresso, proporzionato alla quantità di stupefacente che intendeva consumare. Il processo a M.T., difeso dall'avvocato Chiara Mazzoccato e la cui posizione in fase di udienza preliminare era stata stralciata da quella degli spacciatori nigeriani finiti nella rete degli investigatori, riprenderà con l'inizio del prossimo anno. 
Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 13:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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