Travolto da un'auto e subito rianimato da un medico di passaggio: Gianluca muore dopo due giorni di agonia

Giovedì 29 Luglio 2021 di Maria Elena Pattaro
Gianluca Marras travolto in bici da un'auto
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TREVISO - «Non riusciamo a credere che sia morto così. Quel giorno stava andando a prenotare l’esame di guida per la patente. Si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Vogliamo giustizia». Ieri i familiari di Gianluca Marras, il 37enne falciato da un’auto lunedì mattina, 26 luglio, mentre pedalava sulla pista ciclabile di via Feltrina, hanno ricevuto la notizia che non avrebbero mai voluto sentire. Ieri mattina, 28 luglio, il giovane è stato dichiarato clinicamente morto e alle 10.30 il padre Luigi ha autorizzato l’espianto degli organi.

Marras ha lottato due giorni nella Terapia Intensiva del Ca’ Foncello. A ieri sera mancava soltanto l’ufficialità del decesso, ma il giovane non dava più segni di vita già da parecchie ore. Che le condizioni fossero disperate era chiaro fin da subito perché la vettura finita fuori strada gli aveva provocato ferite gravissime, soprattutto alla testa. Eppure il padre e le sorelle di Gianluca, originari di Ussana (Cagliari) ma trevigiani di adozione, si sono aggrappati fino all’ultimo a quel filo sottilissimo di speranza. 

UN GRAN LAVORATORE
«Abbiamo autorizzato l’espianto degli organi di Gianluca, ho firmato io stesso, lui avrebbe voluto così. Era un ragazzo molto generoso» - racconta papà Luigi. Il giovane, che faceva il magazziniere alla Bartolini di Casale sul Sile, lascia una figlia di 10 anni, Sofia, e le due sorelle più grandi, Giulia e Tiziana, di 39 e 38 anni che vivevano con lui nella casa di via Feltrina. Era Gianluca, grazie al suo stipendio di magazziniere, a portare avanti la famiglia. Il giovane aveva raggiunto il padre in Veneto all’età di 16 anni, pronto a rimboccarsi le maniche. All’inizio aveva lavorato insieme al genitore nei cantieri navali poi aveva fatto altri lavori approdando infine al magazzino di Bartolini. «E’ sempre stato un gran lavoratore - racconta la famiglia -. In magazzino faceva il turno del pomeriggio, staccando a mezzanotte. Nel tempo libero si dedicava alla sua grande passione: il computer. E andava a trovare la figlia». 

FALCIATO IN BICILETTA
«Lunedì mattina invece stava andando a prenotare l’esame di guida: aveva preso da poco il foglio rosa e aveva già comprato la macchina, una Opel Astra - racconta la sorella Giulia -. E’ uscito presto, io ero ancora a letto, mi ha salutata mentre usciva. E quella è stata l’ultima volta». Alle 7.30, all’incrocio tra via Feltrina e via Zecchette un botto ha fatto sussultare il quartiere. La Toyota Verso guidata da T. V., 59enne moldava residente a Treviso sta viaggiando da Feltre verso Treviso. All’improvviso esce di strada, invade la corsia opposta e centra in pieno Marras, che sta pedalando sulla ciclabile, nella stessa direzione. La vettura carambola sulla siepe, abbatte anche i paletti della ciclabile e sbalza di sella il ciclista. L’impatto è violentissimo. Il primo a prestare soccorso è un medico del Ca’ Foncello, che inizia a praticare il massaggio cardiaco in attesa dei soccorsi. Nella staffetta per salvare la vita al 37enne si alternano i vigili del fuoco e da ultimo i medici del Suem. C’è battito: il 37enne viene intubato e trasportato d’urgenza in Terapia intensiva. Il salvataggio purtroppo non basterà, prolungherà soltanto di 48 ore l’agonia. Ieri la notizia della morte di Gianluca è corsa veloce da Treviso a Ussana, il paese in cui è cresciuto e con cui aveva ancora forti legami. I parenti e gli amici di una vita lo ricordano con affetto. Ma c’è anche un fondo di rabbia di fronte a una morte così assurda: «Vogliamo capire com’è andata davvero». 
La dinamica è al vaglio della polizia locale, che al momento non esclude nessuna ipotesi: dal malore alla distrazione legata magari all’utilizzo del cellulare alla guida. La conducente, uscita senza un graffio ma sotto choc, ha trascorso qualche giorno in ospedale per accertamenti. L’alcoltest, effettuato subito dopo l’incidente, ha dato esito negativo e si attende ora l’esito delle analisi per escludere che la donna fosse sotto l’effetto di alcol o psicofarmaci. La 59enne verrà indagata per l’incidente. «Vogliamo verità e giustizia» - ribadiscono i familiari. 
 

Ultimo aggiornamento: 19:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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